687 MDXXVI, SETTEMBRE. 688 li fruii feno oposition a li parenti di sier Olaviano Valier che fè la quereHa non potevano star ; et a rincontro sier Marin Morexini et li altri frali che non dieno esser ciizati perchè sier Francesco Valier messe li confini ; hor fu terminato per la Signoria cazar li Valieri ma non sier Francesco Valier qual poi meter parte ma non baloterà, né etiam sier Gasparo Malipiero né sier Nicolò Salamoi) né etiam sier Alvise Gradenigo et sier Mario Morexini deputati a questo. Et mandati fuora tulli quelli non me-leno ballota, et numerato il Conseio, fossemo numero 184, et si stelle più di una bora a notar le parte; et vene Alvise Balbi nodaro di FAvogaria suso, et andò 4 parte solamente. La prima di Consieri, non era sier Luca Trun, sier Hironimo Querini, sier Marchiò Nudai cai di XL et li Savii del Conscio, messeno che la sententia fata del 1506 per sier Francesco da cha da Pexaro et compagni sia taiada, et che’1 sia elecli per questo Conseio 5 zentilbomeni quali vadino super loco et alditi li frali debbano venir a questo Conseio con le loro opinion, et ex nunc li ducati 3000 et li usi-fruti zoé la parlida restino in man di la Signoria, cl cussi le possession come é al presente. La secuuda.di sier Lunardoda Molili cao di XL, sier Gasparo Malipiero et sier Francesco Valier messeno che la sententia sopradilla sia laudala, et siano elecli 5 zenlilhomeni ut Supra, quali aldano li frali sopra li loro aquisli, et vengino poi a questo Conseio con le loro opinion ; et ex nunc li conlini messi del 1374 et quelli messi del 1419 per sier Gasparo Malipiero e compagni, siano aprovadi etc. ut in parte. Et nota. Sier Nicolò Salamon era lì, ma nulla volse metter per la opposition fatoli. La terza, sier Francesco Morexini savio a lerra-ferma voi che la sentenlia sia taiada et che le possession dì Conii et del ponte del Desman resti a li frali, et lassi la possession del Pizon et tutto il Foresto ut in parte. La quarta, sier Francesco Contarmi savio a ter-raferma voi, atenlo questa materia sia da compo-ner, però siano elecli per questo Conseio 3 zenti-lliomcni quali debbano praticar con ditti frati et , con quello i liaveranno vegni a questo Conscio, aziò si possi una volta ultimar la dilla maleria, ut in parìe. Hor sopra le dite parte sier Marin Morexini andò in renga per parlar su le parte, et li avocati di frali andono a la Signoria che erano a la porta dicendo se’l voi parlar lui etiam dia parlar loro avo- cati; et la Signoria terminò venisse zoso et non parlasse. Andò le parie,6 bossoli atorno: 33 non sincere, 8 di no, 4 del Morexini, 24 del Coniarmi, 55 di Consieri et altri nominali, 60 del Molili cao di XL el altri. Iterum andò le do parte: 39 non sincere, 71 di Consieri, 74 del Cao di XL; et non essendo preso alcuna cosa fu fato primo Conseio. Et mandato fuora li avocali, se inlrò in le cose di la terra a lezer lettere, videlicet di Roma, del proveditor da mar Armer et di campo, le qual lettere saranno il sumario scripto qui avanti; ma non fo lecle le lettere di Pranza hozi venule. Nolo. Sier Zacaria Bembo et sier Zuan Nadal Salamon savii a terra ferma, non volseno meter al cuna parte in la materia di frali, et sier Benedeto Dolfin per esser cassier non era in Pregadi. Di trama, del secretano Rosso, date in 455 Amiosa a dì 5 Srptemlrio. Come il He era a la caza in uno palazzo bellissimo fo del zeneral di Normandia, lige .... de lì lontan. Ricevete nostre di 19 del passato mandateli per Rubertel, et andato col nontio pontificio a trovar Soa Maestà, prima trovono Rubertel col qual parlorono el li disse ha-ver lettere di ultimo che l’armate erano unite; poi partono col Re, qual volse caminasseno per una campagna per uno quarto di mio rasonando, dicendo lauto più haveremo voglia di manzar; al qual il nuntio li comunicoe quanto l’havia liaulo dal Papa, pregando Soa Maestà volesse romper a l’Impe-rator, venir a Lion per esser più propinquo a Italia, mandi li danari di le page per dar a sguizari. Et lui secretano li comunicò li avisi di Cremona. Soa Maestà rispose, prima: che haver Cremona presto li piaceva assai perché era molto a proposito per la impresa ; el quanto a ringraliar fa il Papa di 20 milia scudi di più al mexe, disse, havendo la decima, ne darò di altri et ha provisto di danari etc.; et a Tarmala nova da Marseia che si fa voi meterli 2000 fanli suso et uno signor Cesare di Cicilia qual é, qui et mandarla a l’impresa di Napoli o di Sicilia dove sarà il meglio; sopra la quale il Papa metti altri 2000 fanti. Quanto a romper a li confini non poi farlo per adesso fino non venga risposta di Spagna di la protesta è stà mandà a far a Cesare; ma a le frontiere ha ben falò mesedar arme. Zerea venir a Lion, li bisogna prima andar a Paris; poi li Re venendo a Lion vengono per impresa de Italia, et havendo dillo che ’I non voi stado in Italia non bisogna vengi a Lion ; el disse bavia haulo uno nontio del marchese di Saluzo che 'I marchiava avanti,