737 UDXXYI, SETTEMBRE. 738 homo d’arme ; le qual genie vanno a congiongerse con ¡1 nostro campo solo Milan. Da Udene, di sier Zuan Moro lochotenente, dì 24. Come, per intender queste expedilion hon-garice havia expedito lettere a Venzon, Gemona et Tolmezzo, dai qual loci se intenderà. El per uno partì di Lubiana Zuoba passala, dice che ’1 principe Ferdinando feva provision di zente conira il Signor turco, il qual Turcho havia mandato genie di qua dal Danubio, el do bassa, uno verso la Servia, l’altro per un’ altra via. Et che con el vayvoda di Tran-silvania era da persone 70 milia, el qual si feva forte ; et che la rotta data a Hongari è sequita per disordine di capi ; et che si dicea il He non era morto. 483 Copia et sumario di lettere di sier Alvise d’Ar-mer provedi tor da mar, date in galia in Portofin a dì 20 Septembrio 1526, dri-gate a sier Jacomo suo fot, ricevute adì... Come di 17 et 18 forono l’ultimo sue; al presente poco ze’. Havendo visto per le nostre guardie due vele in mar, siamo levati fuora di porto per andar a tal, dove essendo fuora a la volti, perunobre-gantin venuto da Ligorne, se ha haulo lettere di Roma, et di Venelia di 7 el 11, el che non (si) havia (avuto quelle) scritte a la Signoria (tei prender di le 10 nave per il conte Piero Navaro eie. Scrive haver scritto per via di Ligorna, et andò lì con essa armada a Ligorna, et fo a di 27 Avosto, et manda la copia di la dilla lettera. E come per altre ha scritto, si aspecta nave 44 che sono armale in Spagna per venir al soccorso di Zenova el de Italia, quale doveano partir a mezo il presente mexe : venendo è mal. Il re di Franza fa armar 11 nave a Marseia per ingrossar P armada per poder esser a l’impeto di l’armada imperiai, et havemo nui capitani fato deliberalion di armar quelle do nave grosse fo prese. Zerca a far biscoli, si darà principio per tutto a farne far havendo Tormento assai, el voriase li mandasse danari. Et per lettere di l’Orator di Roma, ha l’armala di Spagna, per aviso haulo, esser a ordine nave 44, di le qual solum aspeclavano el biscotto. Essendo qui in porto P ha parso di fuora una nave ; non se intende che nave sia; si manda contra 5 galie. Mandò hozi fino a le Specie per veder di far biscotti. Scrivendo, havemo aviso come a Porlovencre 3rano zonle 2 nave carge di formenlo mandate per galie 8 che andorono in Corsica; non si sa se 1 Diarii di M. Sakuto. — Tom. XIII. siano nel numero di le prese; si aspetta etiam le galie da Ligorna qual cargavano biscolti. Qui si ha etiam comenzato a farne. Laus Deo. i 1526 a dì 20 Septembrio a Portofin. In questa hora io ho rìceputo una di vostra ma-gnificenlia de di 9 del presente, per la qual ho visto la salute di luti di caxa vostra, dinotandovi il simel esser di tuli nui de qui. Volendovi far risposta a capitolo per capitolo, prima vi ringralio mi bavele avisalo la salute de le mie vechie, et tanto piui che l'intendo madona Cha-laruza ha haulo tanto male et è risanala; cossa che molto mi piase. Pregovi solicitate mio fratello mi scriva ; tamen lo ho per scuso per esser andato a la villa a governare madonna. Purché sia guarita, non mi curo se mai mi scrivesse, che non ne voria perder niuna di quello vechie perchè rimaresemo impazali et tulli solo sopra; pregandovi che mi date avixo come passa le cosse circa a la salute sua. Vui mi rechiedete vi avixi come passa le cosse di nostre armate, lo credevo che ’I clarissimo Proveditor vi avixasse ; tamen vedo sua magnificencia non fa il debito per esser occupalo ad altro; tamen non resterò di scriver quel poco eh’ io potrò per non haver tempo. Tamen nui fossemo sotto Zenoa et l’abiamo bombardata, et tutte le galee ha tralo chi qualro chi sei canonatejla galia nostra solum due bote; et li habiamo fato gran danno con le nostre duebole; una ha dato in alcune nave dentro il muoio quale ne tirava a nui, el P altra dato in el palazzo, et è passala in un’ altra caxa et amaza.to due homeni; le altre veramente ha dato in mone-slerii et amazalo monache, et chi ha dato nel bordello, et chi in altre caxe con ocixion da 30 persone; del che hebeno gran paura. L’armata fran-zexe non si fece tropo sotto, ma a longie sparava suoi canoni, et non giongeva nianche al molo. Pur quelli del Papa fevano asà il dovere ; ma nostri li hanno facto saper bone le sorbolle; et cussi tal giorno nostre galee, el quelle del Papa le vixilava-no. Ad ora non li vixilamo per non esser tempo, et perchè non femo nulla. Se ci fosse 4 bastarde con quelli suoi chanoni si farebbe qualche bene, el tre-meriano assà piui; et tanto piui che non bisognia 4 (1) La carta 433* è bianca. 47