95 MDXXVI, LUGLIO. 96 disse Soa Signoria bisognava adition et castigation di alcuni di loro, et maxime a li capitoli pertinenti a questa Maestà bisogna si prometti a questo Re non far acordo con Cesare se prima non haverà satisfatto quanto dia haver quella Maestà da lui. Item, l’altro voi un Stado nel ducato di Milan per li ducali 30 milia, et non nel regno, facendosi intender Cremona; al che lui disse saria più spexa a tenirla custodita che l’intrada : però voriano li mandati zonzeseno per poter riformar ditti capitoli et dover intrar in quella dando l’aiuto etc. Scrive, monsignor di Chiever stato orator in Franza a exortar quella Maestà a concluder la liga, si lauda molto del Rosso secretano nostro, qual era unito con lui, et cussi di domino Chapino. Del ditto di 14. Come hozi pranzò con monsignor di Moreta, qual si parte et torna in Franza, dicendo haver hauto una lettera dal Re eh’ el vadi in Italia con le zente el dia mandar; qual rasonando * li disse, quando lezono li capitoli, visto era stà lasà loco 3 mexi a questa Maestà a intrar in la liga, li piacque assai. Fin tre giorni lui secretano andarà dal Cardinal el li parlerà, et ha haute nostre lettere, quel comunicherà etc. Et è con monsignor Zuan Joachin etc. Nolo. In le lettere di Franza |è uno aviso, aver comunicato al Re la risposta fatta a l’orator cesareo per la lettera haula di don Hugo di Moncada da Milan. Li piace, et cusì ha ledi li sumarii di campo et altrove mandatoli etc. E Soa Maestà disse non era per mancar in ogni cosaj al votivo exito del-l’impresa. Et compito di Iezer queste lettere, tutti andono a caxa. Et la sera fo pur sonato campano et fatto fuoghi etc., ma lutti erano di mala voia per questa levata del campo, zoè quelli l’intese, perchè molli l’inlese poi la matina. A dì 10. La matina per tempo fono queste lettere, zoè : Di Marignano, del proveditor generai Pe-xaro, date a dì 8, hore 24. Come lutto il campo era zonto lì a Marignan alozato senza lesion alcuna di Milano è niun ussito fuori. Manda una lettera hauta di Valcamonica, et di le zente ecclesiastice non dice nulla. Di Andrea del Ducila capitanio di Valcamonica, date a Brè a dì 6, drisate al Provedi-tor generai. Come erano ritornati do soi messi stali a le parte di'-sopra et a Trento, uno fu in Val di Sol e Val di Non, dice se diceva dovea venir lì £erta zente; et l’altro stalo a Cadego parlò a quel capitanio et li disse dovea partirsi. Et rasonando che l’era bandito di le terre di la Signoria, li disse presto tornerai a caxa, perchè andaremo con zente contra la Signoria ; et che era stato in Conseio a Trento, et letto lettere che l’Archiduca mandava a conzar le cose di villani, et fra 8 di sarà lì a Trento con zente infinite per soccorer Milan. Pertanto lui capitanio li scrive tal nove, et per esser el ditto bandito per monetario, che li facesse un salvocon-duto si potrà mandarlo su e zoso, dal quale se intenderla, eie. Vene l’orator del Papa episcopo di Puola, et monstrò una lettera del Vizardini, data in campo a Marignan a dì 8, hore ... Li scrive il levarsi di sotto Milan il Capitanio senza loro saputa, che è stà la ruina di la impresa, et carga li nostri, et scrive copioso; la qual lettera fo letta in Pregadi. Vene l’orator di Franza episcopo di Baius meravigliandosi molto di tal levata del campo, el si parlò assai su questo. Il Serenissimo li disse etiarn 56 noi si meravegliavamo molto di questo, et le cose di guerra se dia metter al governo di capitanei, et per questo non è da smarirsi, ma far più gaiardamenle che mai, et si scrivi a Roma hozi etc. Vene l’orator di Milan, qual etiarn lui intrò dolendosi molto, dicendo il suo signor è spazato et il castello perso; con altre parole. Al qual li fo risposto ut supra, et lette le lettere di heri sera et hozi, che forsi è stà per il mpglio. Da TJdene del Locotenente, dì 9, hore 11. Come ha di Tolmezo li 4000 fanti sono villani scapoladi di la rotta hauta da quelli del vescovo di Salzpurch, et fanno la via di San Candido verso Trento, et potria esser andar ne la Cragna; ma non crede. Di Lodi vidi lettere particular del Potestà et capitanio, dì 8, hore 23. Per uno mio ritornato di campo mi è riferito, el campo esser ritornato a Marignano per sua securezza. La causa, che essendo andati a fare assalto a spagnoli con tanto gagliardo animo, et alogiati fino sotto le fosse con speranze che milanesi dovesseno largamente far quanto promettevano, et vedendo che non se hanno voluto mover; nè far demostratione alcuna, essendo andati senza respetto alcuno, come andorno, se sono retirati a Marignano per sua sicurezza senza lesione alcuna, grafia Dei. Da Tolmego, dì 8, hore 22 V*. Scrive al Lo-cotenente de la Patria, come era ritornato il capitanio stato a veder di le zente erano a la Muda insieme con uno citadino mandato a questo effetto,