sapone. E tutti i giorni a torme giungono nella città pezzenti che assalgono i viandanti con un’ insistenza feroce, spinti dalla fame che li tortura. E uno spettacolo che fa ribrezzo. Ma ben più dolorante, più angosciosa è la miseria estrema che si cela nelle case, ove per sere consecutive torna il padre senza un tozzo di pane per isfamare i figli e impreca e maledice chi è causa di tante sventure. Io stesso vidi di questi giorni padri di famiglia, onorati e stimati, celati vergognosamente sotto il velo dell’oscurità vespertina, stendere timidamente la mano. Se a questo poi si aggiunge 1’ esodo di tutto 1’ elemento giovanile, unico sostegno a tanti vecchi, a tante povere famiglie che dal lavoro dei figli traevano 1’ unico mezzo di sussistenza, non v’ è chi possa immaginare la desolazione di questo popolo da lungo avvezzo ad ogni sorta di amarezze, ma non mai a un grado così acuto di prostrazione fisica e morale. E le ingiustizie che ogni giorno si van commettendo dall’autorità con la tracotanza concessale dalla libertà, unita alla più raffinata barbarie, aggiungono strazio allo strazio. I misfatti si avvicendano spaventosamente ; nè la stampa sente il dovere di occuparsene. Ne racconterò uno che sta accadendo mentre scrivo, e forma come un anello dell’ infernale catena. Un giovane ventenne, certo Luffo, di Scutari, venne in questi giorni chiamato al servizio militare. Afflitto da una ferita al ginocchio venne sottoposto alla visita di un medico militare che lo dichiarò inabile. Ma altn □ 59 □