577 credeva ; ma hora, per ¡1 conte Molina qual era con ponlificii el andò a Milan el poi parlile el vien a Verona, ha inleso esser vero perù l’aviso. Item, ha parlalo col Capilanio zeneral di questo ; dice era col marchexe di Saluxo el lien sia andato torsi di ordine del He; ma non poi creder. Scrive, la paga di sguizari et lanzinech monta ducali 9000; la mità dia pagar il magnifico Vizardini, ma ha voluto dar solum ducali 2000 dicendo de li altri ha lato conio col Pagador ; però si mandi danari, et su questo scrive assai. Di Franza, del Bosso secretarlo, date in Ambosa a dì 21, 23, 24, 25 fin 26, hore 14, di Avosto. In conciusion, come haveudo ricevuto le nostre lettere per le qual si solicitava le provi-sion el li danari, trovono monsignor di Lautrech, Vandomo el Rubertel dicendoli questo. Disseno farla el di danari si provederia. Et poi parlono al re Christianissimo, qual disse haver fallo il lutto, el di l’armata in ordine é parlila, el di le zenle et de sguizari et di danari; el che il Papa et la Signoria fa questo per volersi acordar con l’Imperalor, et che lui non fa cussi, con altre parole verso il nonlio pontificio, qual iuslificò si leva per expedir l'impresa eie. Poi li remesse al Conseio.Fonoin Conscio, parlono ut supra lutti. Item, fono poi sopivi li capitoli di Anglia, ai quali rispose») quasi in conformila come quelli del Papa et dì la Signoria nostra.Item, scrive esser zonlo a di 23 lì domino Nicolò Sfondralo oralor del duca di Milan venuto per intrarin la liga. Ave audientia dal He insieme col nonlio el lui secretano; et scrive parole hinc inde dictae; ma prima ave audientia dal Conseio, poi dal He ; el il He disse dovesse acordar li fora ussiti el li voleva recuperar il Slado. Item, scrive come il Re era andato fuori a uno vilazo per 4 zorni; et tornato fono dal He con ditto orator di Milan per haver la risposta. Soa Maestà disse era conlento di acetarlo et li dacia una minuta di quanto l’havesse a far; ma sopra lutto disse atemlesse a observar li capitoli zerca li foraussiti. L’orator disse : il signor Duca a tulli chi vien li rende el cussi farà. Item, scrive poi fono nel Conseio il nunlio el lui solicilamlo li danari ; disseno si manda per la terza paga el il resto di la prima, nè si mancarà di nulla. Item, ha haulo lettere del capitanio Piero Navaro, come havia preso una nave con do carachie di mercadanlie. Item che l’Imperator feva armata di 40 nave con 6000 fanti, et il Re voleva armar a Marseia 11 nave di 1000 et più botte I’ una, et la spexa si fazi per terzo. Item, scrive quante letere ha scritto, numerandole I Diarii di M. Sanuto. — Tom. XLI1. 578 aziò qualche una non fusse smarita. Item, scrive poi colloquii hauti col He ; non dubitar di sguizari; li Ita mandali ducati 9000 contadi olirà li 50 milia franchi a Lion, et che per conto suo diapiri scrive sono in campo 7000. Item, disse voleva verso Guinea et.....far far la monslra di le zenle soc, aziò divertissa Cesare a maiidar zenle in Italia, et non poi star non zonzi la risposta di Spagna di quanto haverà operalo l’orator del Ite anglico, et non volendo, li voi romper; sichè non è per mancar a la impresa, el per liberalion di soi lioli, et per la libertà de Italia; dicendo poi il so Conseio: Cesare zerca partir uno di noi di la liga, qual rota, darà a li altri addosso ; disse saria bon haver il duca di Ferrara, et su questo parlò assai. Il Papa doveria acordarlo aziò non si aderissi a li cesarei. Item il castellan di Mus è bon haverlo con imi per ogni rispello; non vardar a danari. Item, disse in campo ha nova è discordia fra quelli capilanei pontifici; ha scritto una lettera quesla Maestà a monsignor di Veri suo oralor in campo, parli a dilli capilanei non è tempo di lai discordie, ma atender a la impresa. Item scrive, parlando con il He era l’orator cesareo lì. Soa Maestà li disse voleva poter mandar alcune lelefe in Spagna aperte. Soa Mae- * stà disse: « L’è IO zorni lo mlerlengo; etiam sii 4 zorni starò fuori lo inlerlenirò » et cussi parliti loro, esso li parloe, siete poco et lo spazò, el inirò in '• una camera. Il nonlio pontificio dete uno breve del Papa a Soa Maestà per haver aiuto per le cose di Hongaria. Soa Maestà disse: « Non so chi è più turchi che questi marani; som su gran spesa el loio lo exempio di suo cugnalo Cesare. » Item, disse haver nova che quel Abatis era usilo di Milan per venir in campo a Iratar acordo, et che era stà relenulo dicendo non è bon aldir questi tali, sia examinalo, poi apicalo, et cussi quel altro nominato...... Scrive, zerca le poste, è uno corier francese sta a Lonà nominalo......porlador di le presente, saria bon, ha pratica; qual dovea haver scudi 500 dal Ite ; li ha fato darli ; al qual ha dato 20 scudi per far manco spesa. Scrive haver il nonlio et lui parlalo a madama la Rezente insieme con 1’ oralor di Milan, la qual li ha parlato in consonanza di quanto li hanno dito il Re, che’l non è per far alcun accordo con Cesare. Item, il Re disse di uno del campo* voleva combaler col Vistarin per Lodi. È mal ; si doveria farlo apicar. Da Boma, di V Orator nostro, di primo. Come, ricevute nostre di 29, fo dal Papa. Li comunicò le lettere di Franza, et quanto a l’armala nova voi 37 MDXXVI, SETTEMBRE.