405 MDXXVI, AGOSTO. 406 hore 3 ne! stecato, et cussi il Vistarino rimase via-citor di la querella; ma non dicono eh’è non lo aquistando. Di sorte che lo honore è del Vistarino et spagnoli ritornorono con la testa bassa a Milano. In brevità, questo fu il combatimento. 265 Copia di una lettera di Daniel di Ludovici secretario in campo, date a dì 15 Luio 1526, scrìtta a Zuan Batista di Lodovici etiam secretario ducal. Hoggi, secundo l’ordine, fu fallo il battimento in uno steccato apresso il forte del nostro exercilo. Venero li dui combattenti la mattina per lempo in dui pavioni cum tamburi et trombette et Sigismondo Maìatesta fiol del signor Pandolfò di Arimino, ussito dì Milano condusse seco circa 200 cavalli. Tutto lo exercilo fu tti arme et ordinanza, et stele in quel modo fino al tramontar del sole. Combateno li dui armali, questo Sigismondo et Ludovico Vista-rin da Lodi, da homini d’arme, sopra dui corsieri cum il stocco et la mazza di ferro, et nel assetar et aconziar le arnie consumarono fino a hore 21. Tandem, venuti in steccato cum li stocchi nudi in mano, fatto il segno cum la trombetta, se affrontorono et tirarono molti colpi, et per esser tulli inferrati non si tornirono nel vivo, ma quel di Milano ferite il cavallo del nostro nel pedo, il che non obslante continuono lo affrontarsi et menar le mano, tanto che in Spacio di meno di un’ ora quel di Milano perse il stocco et la mazza et rimase senza arme, non toltoli da l’altro, maussetile di mano nel combatter. Et essendogli el nostro adosso, in uno colpo che li menò del stoco volse prenderlo cum la mano, et fu ferito in essa uno poco, et tagliatoli una redeña di la brena. Per il che privo di arme comenziò a non si affrontar nè lasciarsi agionger ; il che li venne fatto havendo il suo cavallo sano et quel del nostro ferito, che non poteva di esso ben prevalersi, et il suo era talmente alto che cum una sola redeña si gubernava bene : et cussi sgindando et fugendo 265* non se lassò arcoglier fino che il sole tramontò. Et vedendosi che la cosa scorreva senza effedo, fu separata la battaglia et rimesso il iuditio, quale ha ad esser del duca di Urbino capitanio generale nostro ad esser fatto una altra fiata, udite le ragione di ambo le parte. Et in questo è sia consumala tutta la giornata di hoggi, ne la qual non è occorsa alcuna altra cosa di momento. Del campo di Lambrato, a dì 15 Avosto 1526, hore i di notte. Stonarlo di una lettera di campo,sdi sier Piero Pixaniasier Vetor Pixani qu. sier Francesco dal Banco suo barba, data a dì 16 Avosto 1526. I Heri, uno signor Sigismondo fiol del signor Pan-dolfo di Arimano, ch’è da la parte di spagnoli, combátete in stechado da hore circa 21 fino a hore 24 passate cum uno mìssier Ludovico Vistarmi da Lodi, qual dele Lodi a San Marco, ch’é da la nostra parte. Quello di Rimano imputava questo di Lodi, dicendo che era uno traditore haver dato Lodi a venetian'r. Lui ha risposto che ha fatto bene et ghe ’1 mostreria cum le arme in mano. Et cussi hanno combattuto in stecado fora de li nostri repari a cavallo cum arme de homo d’arme a la legiera, con una mazza di ferro et una spada meza, et hanno com-battudo fino 24 hore passade. Et come se dice, era pado ne li capitoli a combater salvo fino al tramontar del sole. Lo nostro è rimaso vincitore cum grande honore, perchè solum lo suo cavallo è slà ferito sotto la golla, et quel di spagnoli è tornato a Mflan cum grande vergogna perchè li è cascato la spada et la maza di mano et è sta ferito nella mano gravemente, et lo suo cavallo ha habuto duo ferite, una nella golla l’altra nella panza, et li fo tagliato una redeña di la brena. Et aviso, heri fo trieva fra li campi nè fo facto scaramuza alcuna, tamen lo nostro campo stette lutto in arme et molto bene in ordine. Da Veia, di sier Agustin Valier provedi- 2661) tor, di 12 Luio. Come manda una lettera hauta da Segna, di sier Francesco Grabia, di Veia, bandito e sta lì, et dice non si da fede a quanto a non si dir messa etc., fo perchè il capitanio volse ama-zar il Vescovo di lì, unde fo scomunicato insieme con la città. Lettera di Francesco Grabia, di 12, al Proveditor di Veia, data inSegna. Come hozi è venuto aviso per via di Brigna, che il Signor turco ha preso per forza Petrovaradin, eh’ è in la Scrimia, poi datoli alcune bataie et morte di turchi 100 milia, et etiam Embraim bassa è stà morto; per il che have per forza il loco, el taio-no tulti a pezi fino li putì in cuna. El qual Signor (1) La carta 266 * è bianca.