425 mdxxvi, 281 Da Udene, del LocoUnente, vidi lettere di 17, liore 2 di notte. Qual manda una lettera aula da domino Ilironimo Sovergnan da Osoph, che li manda una lettera haula da Gemona : Magnifico signor el patron mio. Hozi, per via di uno homo degno di fede mi editto esser compita la dieta ili Spira, et che le terre franche danno uno gran numero di zenle al Principe per venir in Italia, et che si preparano per lutto con grande impeto a piedi et a cavallo. Et che ’1 dubita che in Friul presto haveremo fastidio, perchè si prepara zenle a questa volta. Et che quella zenle che era a la volta di Trento sono per calar ; sichè mi ha parso darne aviso a vostra signoria de quanto intendo et di quanto mi è sta ditto ; che Iddio voglia che ’1 non sia. Per messo a posta, In Gemona, a dì 17 Agosto 1526, hore 18. Et per uno mercadanle alemano, esser fatto capitano di le zente et de li cavalli di le terre franche el conte Cristoforo. Sottoscritta : Di Vostra Signoria servidor Evanzeusta Coda. A tergo : Al clarissirno conte domino Hieroni-mo Savorgnano patron mio honorandissimo. 2821) Copia di una lettera scritta per Malatesta Ba-gion capitanio di le fantarie, data in campo sotto Cremona, a dì 16 Luio 1526, dri-za ta a Gasparo Fidel suo secretar io di qui. Per questa mia intenderò quanto heri accadete nelle cose de Cremona. Non essendo mai stalo mia opinione di dare lo assalto a Cremona con queste poche gente che havea da poi feci la prima baiaria dalla porta della Musa, abenchè con protesti el misi in scripto, da li compagni fui forzato heri per il gran stimulo et per il caso che intenderei!. La notte che vene il dì di Nostra Donna, rumò una banda de muraglia da zerca 60 braza et più, dove era appoggiato uno cavallaro de li inimici acanto alla trinzea tra porta de Santo Lucha et castello. Così vedendo tal ruina, oltra che li capi mei compagni ne avesse- agosto. 426 no voglia, prima eomenzono a istigare tutto il campo che se desse battaglia, et così vedendo il comune volere, abenchè non ce ne andai mai de bone gambe, et de questo me ne è testimonio tutto il campo et il castellano et altri, deliberai asentire a tal cosa, et ordinai fare la baieria che se fece alla porta deil% Musa et da una altra banda, dove ge fece la bateria francesi, et da l’altra dare anche lo assalto a la ruina de ditta muraglia et per il ditto cavaliero. Cosi heri a hore 20, dato il segno a tutte tre le bande si fece tali effecti; ma il sforzo fu dalla ditta ruina, et dalle trinzee per via del castello non sortì effetto alcuno, se non che morse da una parte et l’altra molti, ma più di loro per bavere noi molta artelleria grossa, et il castello per noi. De li nostri morse il signor Julio Manfrone passato il cervello da uno arcobuso, il capitanio Machone, uno banderaro de Gigante corso mio colonello et esso ferito in una gamba di uno arcobuso, et molti feriti, in modo che Ira feriti et morti più di cento; di loro più di 300. Così la baruffa durò per due hore sempre a botte de archibusati, fochi artificiati, trombe de foco et artelleria grossa nostra. Et non potendo guadagnare con tali assalti, non mi parve procedere 282* più olirà, ma feci ritornare tutti alli allogamenti et cosi sono; et aspecto doman o l’altro il signor Proveditor do campo con 3000 fanti et 4 cannoni grossi, et se farà il possibile per ottenere dieta città, dove spero con lo aiuto de Dio se oblenirà. Altro non occorse etc. Del campo sotto Cremona, alli 16 de Augusto 1526. Copia de una lettera de domino Alexandro Marzello capitanio di fantarie, data in campo ut supra, scritta a Zuan Morello. La presenle per dinotarvi, come heri di notte cascò uno pezo grande di muraglia di Cremona dalla banda del castello, ove è uno suo bastione, et se gli andò a dar lo assalto, et li morite el signor Julio Manfron et il capitanio Macon da Corezo con molti banderari et altri homini da bene, nè si fece niente et si riliramo. Io ebbi molte sassaie et una scopellata in la testa, ma Dei grafia el per virlute de una celiala credo affadata non mi nasete niente, et fino ad hora son sano Dei gratia, et ad voi mi ricomando. Al Lazaretto sotto Cremona, alli 16 Agosto 1526. (1) La carta 281* è bianca.