627 MDXXVf, SETTEMBRE. 628 rini era cazalo, per compir di aldir in la maleria del contà del Zufo li Coniarmi, el phrloe domino Alvixe da Noal dolor per sier Justinian Contarmi; lior poi 10 balotà el terminato in favor di sier Tomaso Coniarmi mazor genilo, videlicet damalina Domenega si fazi cavalier el se li dagl la investitura per il Serenissimo. Et fo a bossoli et ballote : 4 di si el una di no. Et la termination fo ordinalo notarla in Noia-torio a perpetua memoria. A dì 15. La malina, vene in Collegio l’orator di Milan, zerca il suo signor a mirar in la liga, el a 11 beni di furaussiti come si ha haulo di Pranza, et parloe sopra questo Vene il Legalo del Papa, el bave audienlia con li Gii di X. Di campo, sotto Cremona, del proveditor grneral Pexaro, di 12, hore 4. Come li lanzinech venuti di campo da Milan, li quali il capilanio Mi-chiel Gosmayer non li ha voluti per non esser di la sua faclion excepto alcuni di loro, con destro modo esso capitanio li ha mandati a Verona, dicendo ha quel Capilanio li sarà operato, et li ha dato una lettera drizala a quelli rectori, et donatoli scudi 10 ultra quelli li dete il clarissimo Pixani per mandarli via del campo; et ha scritto a dilli reclori li invii a caxa. Il qual Capilanio dice non poter tornar in Alemagna per esser banditi, et è partiti mal volentieri, et ha scritto a Ponte Vigo non li lassi più ritornar. Sono numero 150 fanti, et ne sono restali altri 80 solo il capitanio Michiel per esser di la sua fazion. Questa notte, li inimici, havendo minato a uno nostro cavalier va a uno suo da la banda del ponte del castello, dove era il conle Pietro llonofrio capitanio con 300 fanti poiitiOcii, el posto essi inimici il focho l’hanno fallo bassar et calla da uno brazo, el hanno etiam asaltà li nostri fanti, et di 300 erano hanno amazà uno capitanio di laCbiesia solo da uno archibuso, el poi si sono relrali, el damalina si con-zerà ditto cavalier come era prima. Noto. Questa lettera zonse heri sera al tardo. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 12. Come, per uno venuto de lodesana, riporta in Bel-zoioso esser mirate bandiere tre de spagnoli et cavali cento legieri, et che in Pavia è stalo condulo alcune artellarie di quelle che erano in novarese. Lo reverendo episcopo di Lodi per suo conto mi ha fatto intender, haver da Milano che l’era gionlo uno messo al signor Antonio da Leva accertandolo che’l non temesse de Cremona, perchè loro non temevan li nostri. 11 signor Zanin di Medici et il signor Vitello hanno principiato uno bastione apresso Milano, | qual nocerà a inimici li quali tirano cum arlellaria I grossa per obviarli ; qual signor Zanin et Vitello a hore 21 apizono una scaramuza grossa ; et che inimici che sono in castello li tiravano forte con P ar-lellaria grossa ; del successo dice mi darà adviso. Dice etiam che ’I Locotenenle del Papa non si lassa intender, el li fa dubitar non babbi qualche fantasia in capo contraria alle cose del signor duca di Milano. Da Cremona, per uno mio venuto, dice che’l signor duca di Urbino ha mandalo heri a sachizar uno castello di Palavexini, perchè haveano mandalo barili dui de polvere in Cremona. Dite etiam che inimici facevano questa notte una cava dentro apresso al bastione fatto per li nostri de fuora del castello, el se discoperse una luce de inimici che lavoravano a la dilla cava, el fatolo intender al signor Malatesla, sua signoria mandò a veder che luce era, el fu trovato che erano inimici che lavoravano per venire sotto al bastione, et subito fu mandato per uno maestro de fochi artificiali cum ballote et polvere per trarre in ditta busa, et gionlo butò quella, et fu sentilo gran strepito de cridare dentro la busa, et da poi sentiti che davano a Parma pensa che dilla ballota facesse grande danno a li inimici. Dice 416* etiam che li nostri atendeno ad alzar li cavalieri, de li quali tre sono compili, dui in castello et uno a la porta de San Luca, et che si ha discoperto uno ordine dato per il Varolla el uno spagnolo che sono a Manloa, li quali drizavano polvere et salnitro ad una villa domandata la Piove di San Jacomo lontan da Cremona 10 milia, con intclligentia de alcuni cremonesi, el che è stato retenulo dui li quali hanno confessalo il tutto, el che li nostri li bau tolto ditto salnitro. Dice etiam, che de quelli cavalli de inimici che ussiteno a far la scorta a quelli che erano venuti fuora a luor de P uva, 50 cavalli andono a la via di Manloa ; heri tornando indrieto se scontrarono cum zerca 20 cavalli de nostri, et ne pi-gliono cinque de quelli del signor Malatesla Baion. Dice etiam che inimici lavorano a far cavalieri e Irinzee altissime el grossissime; et che in Cremona de vino, carne, strame el polvere stanno mal ; et che hanno butado alcuni pezi de arlellaria, et tirano con uno falconetto cum il qual passò il ledo di la caxa del proveditor Pexaro, el che bora non tirano troppo, imo pochissime bolle, perchè non hanno polvere. Del ditto proveditor generai Pexaro, venute 417 questa ma fina, date sotto Cremona, a dì 13, hore4. Come il Capilanio zeneral hozi ha fallo consulto con questi capitami, presente il Machiavello,