181 UDXXVI, LUGLIO. 182 Fo aldito sier Antonio di Prioli dal Banco in conlraditorio con sier Andrea Arimondo dal Banco, per certa parlida di ducati 600 uno debilor del Prioli ha fata nel banco del Rimondo, qual lui ha depcnà etc. Hor per non esser quelli Proveditori più sora i banchi, la Signoria terminò contra il Rimondo. Et nota. Le partide di banco coreno al presente ducali 14 a furia et più, che è una grandissima vergogna, maxime quelle di Molini et Rimondo. Et parlalo di scriver a Roma, li Savii voleano indusiar a Luni, et il Serenissimo volse hozi Pre-gadi. Vene lo episcopo di Trau, olim di Scardona, et mostrò lettere di Hongaria, come quel regno è in pericolo imo certo di perdersi per le gran disseti-sion è tra loro quelli primarii, et che l'aiuto si aspectava di Boemia par non vegni, etc. Noto. Questa malina fo cava in Collegio quelli 10 di 7 (sic) Savii tra Zonta et Pregadi, et toco-no a li infrascripli. non Sier Antonio Bembo, qu. sier Hironimo. non Sier Andrea Barbarigo, qu. sier Francesco. Sier Marco Zantani, qu. sier Antonio. Sier Fantin Lippomano, qu. sier Zuane. Sier Veltor Donado, qu. sier Francesco. Sier Filippo Calbo, qu. sier Zacaria. Sier Piero Bondimer, qu. sier Hironimo. Sier Francesco Barbaro, qu. sier Antonio. Sier Bernardo Soranzo, qu. sier Beneto. Sier Marin Sanudo, qu. sier Lunardo. Da poi disnar fo Pregadi el fo fatto il parentadi la fia di sier Andrea Bragadin qu. sier Alvise pro-curator, qual era a la porta in paonazo, manege duca], in sier Alexandro Loredan qu. sier Costanzo. Di campo, del proveditor zeneral Pexaro vene a nona lettere, date a Peschiera (milanese) a dì 19, hore 4 di notte. Come lui se ritrova senza danari, levato col campo da Marignan questa matina, come scrisse per sue di ore 9, sichè non se 11 mandando danari seguirà qualche inconveniente, perchè molti fanti di le compagnie per non esser pagati beveno aqua et si fanno cazar dì le compagnie a la zornala et di hora in hora ; sichè non dandoli danari seguirà non poco inconveniente, et ogni 116 zorno si sentirà di pezo, nè voi più parlar. Hor zonti hozi qui il Capitanio zeneral con il conte Guido Rangon, è cavalcati a sopraveder uno altro aloza-menlo per domati, et cussi è sia terminato andar in uno loco dillo el Sagrà, mia tre lontano di Milan ; nè si poi più laser, perchè 1’ ha hauto aviso da milanesi di Milan prima quasi che sia slà deliberato di andar, per il qual intendersi dubita non siegui disordine. Et questo prociede per tanli milanesi venuti in campo quali lo fanno intender a li cesarei. 11 castellan di Mus per lettere del Longena hozi è gionlo a Villa d’ Ada con bandiere 11 di sguizari ; spera doman sarano di qui; el quesli pochi è qui ha costà zà scudi 1600, poi fanno assà dimande. Da Milan, per uno partilo hozi si ha che atendeno a le fortification, et dicono voi combaler con nui, et sperano disordinarne. Et essendo ussiti alcuui soi cavalli lizieri fuora, è sta falli rilrar fino in la terra per Carlo da Soiano con li soi et la compagnia del signor Alvise da Gonzaga, el come se intende etiam hanno preso alcuni cavalli ; et a li ditti è stà ordinato stagino fuora et vadino verso Monza per re-slrenzer le vitluarie vadino in Milano. Di Bergamo, di rectori, dì 19, hore 3. Come, con il nome de Dio, tandem è zonte 6 bandiere di sguizari et Ire seguila sul bergamasco. Li primi sono 2000 et li altri 700; in tulto li passati et quesli saranno 5500, et il castellan di Mus è venulo con loro con 25 cavalli di la sua stalla, et 25 altri zenlilho-meni milanesi, et li hanno mandato do zentilhomeni bergamaschi a visitarlo et provederli; il qual si lauda molto et è stà assai acarezat8. Et come scrive' et ha ditto Zuàn Andrea di Prato, lui solo ha spazà ditti sguizari, et con grandissima difìculta li ha con-duti, et ha ditto esso castellan, che sotto Milan faranno il dover, et se non si (a presto perderanno la vigoria loro. Scriveno questi da matina è per andar in campo. Scriveno è zonto hozi qui domino Hiro- l nimo di Monchi, qual è stato in Franza et passato per sguizari et va in campo nostro, et mandano il il suo riporto con uno altro hauto da Milan. A dì 19 Luio 1526. Domino Hironimo di Monchi, partite Mercore poi pranso, che fu 11 de l’instante, dalla corte del Christianissimo apresso Potier, dove Sua Maestà era a caza, et venulo per via de svizari tenendo la via de Musso, al descender qui per andar a lo exercito, referisse che ’1 signor marchexe di Saluzo capo dell’impresa era Venere passato 13 de l’instante in Lion, el lassatolo lì che se dicea de partirse prestissimo. Aspectava che le mostre se facesseno alle guarnison per li commissari ne li lochi circumstanti a Lion, el ne è in el Delfìnato, et tutti li capetani erano expediti, et havea commission di far 4000 fanti. Et al partir suo sentite che davano al tamburino, et però che ne