141 MDXXVI, LUGLIO. 142 oratori di l’Arciduclia et uno da Milan per nome de I’Imperalor, et spera che conira ¡1 loro voler obtegni-rano di averne bon numero, et del successo aviserà. 86 Lettere intercepte da Como di Lodovico di Mazi di 12, scrive al signor Antonio da Leva età ... ■ suo padre in Milan. Come spera sgui-zari non vegnirano a soldo di la liga et saranno con nui, ma bisogna danari per pagarli, et dieno far ' una dieta a Coira a dì 15 di questo li cantoni per dar risposla, et il capitano Tegen fa bon officio per l’Imperador; el qual è sialo quando fo roto el re di Pranza in Italia, et lui voi vegnir. Scrive haver inteso la vittoria hauta di campo del Papa et de veni-tiani venuti sotto Milan, et come è sta fatti retrar; si allegra et spera si sarà vincitori. Di Frama, di Andrea Rosso seeretario, di 3, date in Angulem. Come in quella matina il re Christianissimo iTra partilo per Tors, poi Paris, et doman si parte il Gran canzelier con il quale an-derà lì oratori, etiam lui seeretario per esser sta cussi ordinati per il Re, qual prima si partisse Sua Maestà li disse era sta ordinalo il tutto- Et hozi, essendo stato l’orator del Papa et lui nostro a disnar col signor marchese di Saluzo, qual vieti in Italia capo di le zente francese, li ha ditto che doman si parte io posta per andar da la madie in, Saluzo, et, li capetanei deputati si parte.no etiam loro. Et manda la lista di le zente dieno venir, scritta in francese, la copia sarà qui avanti scritta, et vieti di più 50 zentiloraeni del Re per venir a far le sue vendete contra spagnoli, Scrivevi signor Thodaro li ha dimanda destro modo li 20 scudi dete di più al co-rier portò le lettere a la Signoria nostra IL zorni passati, el lui spaza questo con lettere va a Roma al signor Alberto,, et li ha dà di avanlagio scudi 30. 86* Nola. In le lettere di campo di 15, bore 17, e questo aviso, che per uno venuto di Milan, referisse, spagnoli,parlavano di la venula di francesi in quantità in Italia, et che dubitano et atendenp a fortificar la terra et li borgi et fanno il bastion et fortificano porta Tosa( et dice che la cavalcata ussite, beri fo perchè non se intese, et poi1 tornarono dentro. Et dice il ducha di Barbon era.stalo a parlar col Ducha in castello, et che milanesi non pagano li danari promessi a li cesarei, et che hozi al suo partir ha-veano chiamà li zenlilomeni nel Cp.nseip; ma non sa la causa, se non per dimandarli li danari. Scrive, el Proveditor zeneral, come per sollicitar la venuta di sguizari hanno expedito doi a sollicitar che i ven-gino presto, zoè Piero Longena et Julio Piscina, et li danari zà sono slà mandati per pagarli. Di Crema, del Podestà et capitanio, dì 15, liore 20. Riporta uno mio venuto da Milano, che a li 13 vene nova in Milano, come quelli del monte di Brianza haveano preso zerca 200 cavalli di loro sa-comani; i quali spagnoli se meseno in arme una bona banda di loro per ussir et andorono fino a le porte et ritornono, et non ha potuto intender altro di loro el per che causa non ussisseno, nè si lassano intender, et quando danno all’arme voleno che tutti quelli di la terra stiano in caxa sotto pena di esser morti, et che hanno sbarato molle strade et se vanno fortificando. Dice etiam haver conosciuto et visti in Milan molti napolitani di quelli fono prexi in Lodi, et quelli di la terra non olsano parlar cum nissun et vanno soli, nè tra loro osano pur parlar andando per la terra dubitando de non esser ama-zati ; et qual ha voluto parlar cimi li sui amici, mai non se hanno voluto lassar parlar. Itevi, l’é venuto uno mio mandato a Cremona. Dice che heri a dì, 14 ussite zerca 100 cavalli fora di la terra per assecurar quelli die andavano al mercato, perchè haveano inleso che erano 100 ho- 87 meni d’arme in Sonzino. Dice che in ditta terra Ira a piedi et a cavallo no» sono più de 2000, et che li cesarei hanno mandato fuora di la terra ateuni perchè non se fidano de lori, et che molti cittadini sono ussiti fuora; li qual cesarei attendono loro moderni cum alcuni pochi di la terra a refar el bastioa de Ognisanti che haveano ruinato quelli del castello. Dice etiam, che ditti cesarei sono alquanto timidi, perchè se diceva doveva andar de li nostri per restrenzerli aziò non potessero ussir el haver victuarie; et che ’1 fermento vali lire 10 la soma, et) che poco dentro ne è j et che quelli contadini vano dilatando a regonario per non portarlo dentro 1» terra ; et che heri quelli del castello insiteno fora per devedar che quelli andava al mercato noni portasse robe dentro, et scaramuzando amazono 5 di» loro spagnoli, et uno di quelli del castello fo morto. Di Brexa di sier Piero Mocenigo capitanio, dì 15. Come ha per uno aviso, che T reverendo episcopo, di Trento de qua da-Yspruch* venendo verso Trento,, era morto. Di sier Nicolò Tiepolo dotar et sier Piero Mocenigo capitanio di Brexa, dì 15>. Manda certi avisi et lettere del Grangis et di Pranza, et alcuni avisi hauti, non cose di conto. Fo letto in questo Pregadi una lettera latina scritta per il re di Hong aria, data a dì 21 Zugno in Buda, scrive alla Signoria, sottoscritta di sua man; Carlo, Dimanda soccorso; il