245 MDXXVl, LUGLIO. 246 far tutto, risalvando sempre l’honor suo. Sichè si stete do hore su queste parole, ma non si potè aver altro da esso Ducila. Poi concluse che’l voleva pensar et poi li risponderla. Scrive.il Vizardini ha fatto el tutto aziò el resti di andar a Como, dicendoli quello ha fatto il re Christianissimo contra l’Impe-rador, poi liberato, così dia far Soa Excellentia. Da Milan, per uno venuto, si ha che questa notte a hore 4 fo dato allarme et tutta la notte in Milan li inimici sono stati in arme, et che dieno venir ad alozar in li borgi. Manda la copia di capitoli di sguizari. Altro non se ha, et manda lettere del Sabadin. El scrive, zonto che fu el Ducha in campo, el castelan de Mus partite insalutato hospite. El sumario de li capitoli conclusi tra il signor ducha Francesco Sforza secondo, et il signor duca di Barbon, come locotenente di la Cesarea Maestà, è di questo tenor : In prima, come a dì 24 fono conclusi che il ditto 158* ducha Francesco lassi il castello di Milan a lo illustrissimo signor ducha di Barbon, qual Io lenirà fino la Maestà Cesarea haverà iudicato esso Ducha non haver falito, nel qual caso lo restituirà ad esso Ducha. Item, se li dà al prefato ducha Francesco la eittà di Como con il territorio a governar et dominar, et tanta intrada computà questa, qual sia a scudi 30 milia a l’anno, fin vorrà essa Cesarea Maestà ; il qual Duella poi andar et star dove el vorày et fazendo cosa contra la Cesarea Maestà sia roto li capitoli. Item, a tutti quelli sono nel castello et hanno seguito il Ducha se li perdona, et se li dà possi haver tutti i loro beni et oflicii come haveano prima, et cussi alcuni altri nominali che sono in Milan et oratori fuora per il Ducila, videlicet il cavalier Bilia a l’Imperador, il cavalier Landriano a Roma, il Taverna a Venecia et 10 altri, ut patet, et quelli veneno contra l’Imperador olirà questi, non galdi tal beneficio. Item, se li dagi li cari da condur le robe sue di castello fuora, et li cavalli per le loro persone. Item, si fazi inventario di le artellarie restera-no in castello, qual, restituando al Ducha il castello, etiam li sia quelle restituite. Item, che ’1 signor Sforzin resti in castello fin sia consignato al prefato ducha di Milan la terra di Como, et poi debbi ussir et consignarlo al ducha di Barbon, ut supra. Item, che Zuan Anzolo et Politiano del Ducha siano dati a essi cesarei da esser examinati, quali erano secretari del Ducha, per la cosa del Moron, et poi prometeno lassarli. Item, che lo episcopo di Alexandria, qual è nel castello di Cremona, sia dato per esso Ducha al prefato ducha di Barbon. Item, che ditti capitoli siano registrali in Milan in cerio officio, aziò tulli li possino veder. Capituli et convention stabiliti et conclusi fra 159 gli illustrissimi et excellentissimi signor ducha di Borbona locotenente et capitanio generai della Maestà Cesarea in Italia col ducha Francesco Sforza, a dì 2i de Lugio 1526, in Milano. Che '1 signor ducha Francesco Sforza relassi liberamente il signor ducha di Borbone al nome della Maestà Cesarea in castello et roca de Milan per caution de la predilla Maestà et suo exercito, et per farli servitio, secondo la rechiesta del predetto signor ducha de Borbone ; et questo in fino a tanto che li sarà bisogno de ditta eaution senza preiuditio però di una parte et di l’altra de loro ragione, et fino a tanto sarà iudicato per la Maestà Cesarea. Che ’1 predetto illustrissimo signor ducba de Borbone deputa al ditto illustrissimo signor ducha Francesco per sua stantia et comodità la città di Como col suo governo et inlrate ordinarie el extraordinarie, et tanto de ditta città come del suo vescovado, et questo infino a tanto sarà declaralo il caso del predetto signor duca Francesco per la predetta Maestà. Che de 1’ altre intrate del stato de Milano si suplirà al predetto signor ducha Francesco fino alla summa de 30 mila scudi a l’anno, et questo fin tanto che sarà declarato, ut supra. Che si farà cauto il ditto duca Francesco, uscendo dal castello de Milano, di poter andar secura-mente cum quelle persone li parerà in la ditta città di Como o in qualunque altro loco li piacerà, et concedergli quella compagnia che rechiederà per segurtà de sua persona et di quelli gentilhomcni et servitori che anderano cum lui. Che per gli agenti cesarei non possi il preditto signor duca Francesco, nè sui officiali et ministri esser turbati o molestali nella administration et governo di ditta città et vescovado, fino a tanto che sarà declarato ut supra, non facendo però nè usando de ditta cillà et vescovà, nè. per diretto nè per indiretto, cosa alcuna contra la Maestà Ce-