489 mdxxvi, alcuna cosa a gelphi. Al che ¡1 noncio pontifìcio et ui li disseno non esser da creder, perchè era ledere missier Zuan Fermo Triultio et il conte di la Somaia ha via haulo i soi beni etc. Del ditto, di 18, hore 24. Come ricevute nostre di "2 et 3, parlò a Rubertet dolendosi le cose erano tarde. El qual disse, el Gran Canzellier è lardo a spazar le lettere ma per il Re nè altri del Conseio non manca, et zurò sopra uno messal il Re non ha pratica alcuna con l’Imperador et voi esser con la liga, nè farà acordo con Cesare. Et disse era venuto uno maistro di caxa del Delfino eh’ è preson in Spagna, a dir a questa Maeslà la spesa limitada non basta adesso che l’è insieme con il fradello duca di Orliens a Burgos, dove si spende il dopio et li vien donne et signori a visitarli et vederli; però il Re è su gran spexa, et si non si fa quello si doveria sì presto, è da scusar. Dicendo, questo Canzellier è uno diavolo, con altre parole. Parlò poi al Gran maistro, qual li disse venisse solo in Conseio, et dir non si facendo le provision si perderia il Papa. Et zerca il marchexe di Mantoa, laudava il Papa et la Signoria li mandasse qualche uno aziò non si acordi con lo Imperalor; etiam il Re li scriveria. Item, manda lettere di Anglia del secretano nostro, et essendo zonto qui il reverendo episcopo Bitoniense oralor del re di Anglia senza pompa alcuna intrato, perchè non volse si sapesse la sua venuta, et hiersera zon-se, hozi l’ha visitato scusandosi eie., non esserli venuto contra. Disse questo è il suo solito, oferen-dosi molto per la Signoria nostra, et che soliciteria il Re a far quello ha promesso per la liga, perhaver haufo commission dal Re dar ogni favor a la liga et esser unito col nontio pontificio et lui secretarlo nostro, monslrando haver haulo lettere del Re di questo. Del ditto, di 19. Come hozi esso secretano solo fo nel Conseio, et dolendosi le zente non parevano et manco li danari, et era zà la seconda paga, loro si scusono, et il Gran Maislro li disse che non si mancheria zurandoli il Re non tratava con l’Im-perador, replicando le provision falle, scritte per altre sue. Et di questo scrive. Item, il Re li disse che par Cesare voleva intrar in la liga, però saria 326* bon li mandati di acetarlo fosseno de lì. Scrive etiam esso secretano tenir certo, perchè vete l’ora-lor di Cesare sla qui a la corte voler audienlia, et il Re spazò prima tre over quattro cose particular poi lo aldite, qual voleva la liberalion di alcuni prexi zà tre mexi. Scrive, il Re con la corte è per partirse et andar a Remoradin; et altre parlicularità,MÌ patet. t Ì * c ì i i a AGOSTO. 490 • Di Anglia, di Gasparo Spinelli secretano, date a Londra, a dì 7 Avosto. Come parlò al Cardinal che era in Anticurt, havendo hauto nostre lettere con li successi di Cremona, lezandoli le lettere, dicendoli sempre haver ditto l’aviso di Fiandra non era vero, anchora che 1’ havesse mandalo le lettere di I’ Archiduca, perchè de lì mai veniva la verità. Soa signoria li piaque. Poi solecilò questa Maeslà a voler intrar in la liga. Soa signoria disse non poi al presente per non perder l’amicitia antiqua di Bergogna et afinità con l’Imperator, poi per causa di subditi che hanno robe in la Spagna et Fiandra et Bergogna. Poi bisognava aspettar risposta di soi oratori, ringratiando la Signoria la commission data a 1’ oralor noslro di esser unito con loro. Et li disse in secreto la conclusion di la mutua obligation etc. Conclude esso secretario, il Re non è per intrar in la liga. Del ditto, di 10 et li. Come l’orator pontificio have letfero di Roma da solicilar il Re a intrar in la liga. Fo dal Cardinal, li parlò utsupra, dicendo voler caution prima di haver li 40 milia ducali a l’anno il Re et lui sul Slado di Milan, et si conzi li capitoli mandati. Et instando l’oralor pontificio se ’1 voleva intrar o non, disse quel che voleva avanti, o si rompa con armada su la Fiandra overo se vi dagi sussidio de danari. Item, scrive questi hanno mandato in Franza a voler il Re conienti i loro panni li vendi su la Franza, dicendo questo sarà il principio di rimover il comercio di la Fiandra. Scrive, era zonto uno orator di madama Margarita, el lui orator pontifìcio li dimandò la causa. Disse in loco di uno prehosto era prima qual Madama predilla voi ritorni a caxa, et se riporla\a a parlar di pace con Cesare per la venuta de l’abate di Men-doza, qual veniva qui et in la Franza era stà inter-tenuto. Del ditto, di 11. Come erano lettere di Franza del zonzer lì a la corte domino Zuan Batista Sanga orator pontificio, qual vien a questa Maestà etiam, et che erano venuti di Franza li ordini di concluder la mutua obligalion, in la modula non si nominava il Stado di Milan, sichè uno non poi tratar acordo con Cesare senza l’altro. Item, come l’ora-tor pontificio, qual è unito con lui secretario, va dal Cardinal in Anticurt et ha voluto il secretario vadi con lui. Da poi disnar, fo Gran Conseio, non fu il Prin- 327 cipe, et fu fatto le sotto scrite voxe: