89 MDXXVI, Dechiarando che li sopraditti ministri del lotto se possi tegnir da cadaun beneficiato le provision solite, che son i do per cento, et spese consuete, che sono pizoli tre per ducato. Et serrato ditto lotto, se chiamerà i presidenti solili, iuxta el consueto, che sóno i magnifici et cla-rissimi signori Proveditori di Comun et guardiani de le Scuole grandi, iuxta la disposition di la parte de lo Illustrissimo Conseglio di X. 52 IJor a bore 23 zonse la posta di campo, qual io fatto ritornar li Consieri si potè liaver, che fono sier Marin Corner, sier Luca Truri, sier Bortolomio Contarmi, sier Nicolò Bernardo et sier Nicolò Venier, mancava sier Polo Donado zà andato via, et di Savi del Conseio mancava sier Polo Capello el cavalier et sier Piero Landò, et li Savii a terra ferma veneno suso. Et il cavallaro era dal Doxe, unde tutti cor-seno suso, et fo ditto esser cattive nove, il campo come rollo retrato a Marignan, ferito il Capitanio zeneral, signor Malatesta et proveditor zeneral Pe-xaro, tamen di questo non fu vero, et tutti stava di mala voia. Era slà consultà di scriver a Roma et in Pranza et in Anglia, et fu speso (?) ditte lettere. Bel proveditor zeneral Pexaro, date in campo a Marignan, a dì 8, Bomenega a bore 16. Come, per sue di heri sera a bore 3 sotlo Milan scrisse la matina doveano apresentarsi a la battaglia a Milan et veder di ottener il porton per andar a porta Romana. Et li ecclesiastici erano con la eoa del campo a porta Comasena per far simile asalto. Et havendo dato ordine al tutto, il Capitanio zeneral disse doman saremo in li borgi. Et ordinato a Lodovico Vistarin che con fanti entri in la terra, fo dato a 1* arme et fo combatudo con inimici et quelli rebatudi, però che tutti quelli erano in Milan erano venuti contra nostri, excetto la guarda restala al castello. Hor a hore 2 vene al suo alzamento il signor Capitanio zeneral assieme con il signor Malatesta Baion, Antonio di Castello et signor Camillo Orsini, dicendo: «Magnificoproveditor vi dirò una mala nova; se staremo qui saremo roti, et bisogna andar con li piè di piombo, volendo conservar questo exercito. Sapete, io volevo andar sicuro, ma per avisi hauti di Roma che lardavamo assai el per la sollicitudine di questi pontificii, et per le voce si diceva a Venezia, siamo venuti troppo avanti più di quello bisognava, et habbiamo fato questo tentamento ; ma vedendo nimici volersi defender, et il ducha di Barbon esser intralo con 700 in 800 fanti et portato danari, bisogna ulular pen- luolio. 90 sier et levarsi, maxime havendo visto li nostri combatter con inimici esser slà rebatudi, et li nostri sono timidi molto et inimici ingaiarditi, el visto voi- 52* tar a molti di nostri fanti et voleano abbandonar Partellaria nostra hozi se non era di homeni da ben che la recuperoe, ribatendo essi inimici. Pertanto, mia opinion è, volendo conservar questo exercito che non sia rotto, se dobbiamo levar de qui questa notte et andar a Marignan ». Et Malate-sta Baion confirmò dicendo : « Dio voia si possiamo levar senza danno ». Antonio di Castello non negò, et cussi il signor Camillo Orsini. Scrive, lui Proveditor li disse, meravigliarsi molto di questo si gran molo, et che’l non voleva contrariar a la opinion loro, pur li diceva saria gran nota a levarsi el che uno exercito di 25 mila persone dubitasse esser roto da 7 in 8000 inimici, che più non sono, et che sempre li nostri li haveano in ogni scaramuza rebaludi, et che ’1 saria bon diferir a doman per esser alozati in loco assà ben forle, et zonzerà 1200 sguizari qui ; concludendo saria gran vergogna a levarsi con grandissimo pericolo di perdersi il Ducha il castello. Immediate il Capitanio zeneral disse : « Mi par di levarmi adesso et non aspettar diman, perché stando, il campo sarà rotto; ma se me comandarele che resti io restarò, ma vi protesto del danno averemo. Andaremo con li exerciti a Marignan, dove si aspetterà zonzino li sguizari et le zente di Pranza, poi si haverà indubitata vittoria, et se sterno doman fino a mezodì saremo rotti, et voremo mantenir il campo et non poremo, et vui et io et li homeni da ben saremo morti o presi ». Et cussi tutto Malatesta Baion confirmoe et Antonio del Castello che ’1 meglio era a levarsi adesso. Esso Proveditor li disse, saria pur bon conseiar con li pontificii, et il Capitanio contentò dicendo non è da metter tempo, perchè stando si vederà prima lo effecto che il consulto. Et volendo mandar a dir questo a li pontificii, non trovò niun vi volesse andar, unde convene quella notte andar lui Proveditor, et per non saper le strade stentò più di do hore arivar da loro per quelli che ’1 guidava che non sapeano condurlo, et andò si apresso a le sentinelle de inimici, che poco mancò non fusse azonto. Et zonto fi verso porta Comasena, parlò con il magnifico domino Francesco Vizardini, conte Guido Rangon, signor Vitello et Zanin di Medici, ai qual disse 1’ opinion dii Capita- 53 nio zeneral di levarsi questa notte con li exerciti. A li qual parse molto di novo, dicendo perchè el Ca-pitanio è venuto tanto avanti ? et il conte Guido et Vitello assenti a levarsi, ma Zanin di Medici non li