345 MDXXVI, AGOSTO. 346 manda ducati 2000 a l’arzivescovo di Zenoa aziò monti sopra l’armada. Et che non si dubitasse il Re è per far ogni cosa, et tanto più adesso che 1’ ha inteso che il duca di Barbon è zonto a Mi-' lan, scusando la tardila di le gente che dieno venir col marchexe di Saluzo, perchè li colaterali, che doveano prima venir a Lion a dar danari a queste zente deputate per Italia, erano prima andati a pagar quelle di Picardia, poi venuti a Lion; ma che fin 8 zorni le sariano de qua da monti. Et che 1’ havia in commission di andar a Ferrara a persuader il Duca a lo acordo col Papa, poi andar a Roma per chiarir questo instesso el Pontefice, con altre parole. Et il Serenissimo li usò grate parole, dicendo ringratiavemo la Maestà del Re, et a tutti era noto quello havia fato il Papa et la Signoria nostra, et che se non si feva etiam per Sua Maestà gaiar-damente Cesare si dominarla il Stato di Milan, et che sarà con il Conseio et se li faria risposta. Laudando la sua andata a Ferara, et dirli quanto ha-vevano fatto per indur il Papa et il Duca in far acordo insieme, et forsi l’autorità di la Maestà Chrislianissima potrà far questo effeclo. Et cussi si partirono. Da poi disnar fo Pregadi, et prima fo lecte queste lettere. Di sier Alvise d'Armer prvveditor da mar, date in galìa a Raglisi a dì 15 Luto. Come, da poi il suo levar di Zara non ha scritto, et havendosi interzato si levò et insieme con la galea soracomito sier Francesco Grilli,dal qual inteso havia nova che a Zenoa erano alcune nave ragusee che zercavano di esser armate a nome de l’Imperador, et stavano lì aspectando questo. Unde deliberoe di andar insieme a Ragusi, et da ragusei fu honoralamente ricevuto, ai qual li disse di tal loro nave, et che facevano cosa contra la santissima liga, la qual li priveriano il loro comerciar in ponente etc. Et ditti signori quasi non poteno negar ditte nave non le esser lì a Zenoa, dicendo chiameriano il suo Conseio et li faria risposta. Et partiti chiamono il Conseio, poi tornorono a parlarli, dicendo haver questo molto dispiacesto al suo Conseio et terminato farli pro-vision, et mandar uno homo a posta a Zenoa con far comandamento a ditti patroni di le nave,melandoli pena non toleseno soldo alcun da li cesarei; con altre parole, che non sono per esser contrarii a questa santìssima liga etc. Item, di le cose del Turco, non c’è altro che del zonzer a Belgrado con potentissimo exercito per l’impresa di Hongaria. Item, scrive, havendo voluto do peota, cussi aricordando il soracomito Grilli ne erano doi a l’ixola di Mezo, questa illustrissima comunità ha mandato a tarli venir, et cussi a Dio piacendo da matina si lieva per Corfù etc. Da Constantinopoli, di sier Piero Zen ora-tor, fono lecte .... lettere venute questi zorni, la prima di 15 Mazo. Come.....Capitanio zeneral di Galipoli et di l’armata et locotenente del Gran signor restalo de lì, lo invidò a uno disnar fatto in l’arsenal con lui, dove eravi etiam el de-ferder et Curtogoli. Et stati a pranso e tanfaruzi, poi esso capitanio comenzò a parlarli,dicendoli se il Signor havia fatto ben andar a l’impresa di Rodi. Poi se do signori erano amichi, se li servitori dovevano far dispiacer l’un a l’altro. Demum, s’il Signor otegniria per opinion sua l’impresa di Hongaria et si haveva falto ben ad andarvi ? A le qual richiesto lui rispose, che quanto a Rodi si ha visto che il Signorl’ha acquistato, et quanto a li do signori, che non è simile a metter cose di signori a compa- 227 ration di particular patroni, perchè li gran signori hanno assà subditi et di varie sorte. Et quanto a P impresa di Hongaria, che ’I Signor era savio et sapea ben quello el feva. Poi intrò sopra le fuste de Sijnam raijs, il qual è in prexon in destreta, dicendo non sì dovea mai far tal aclo, et che la guerra era zà rotta si non veniva il magnifico Imbraìm passà •et lui dal Cayro che acquietò ogni cosa. Poi disse, che non li piaceva questa impresa de Hongaria adesso, ma che lui non ora aldilo dal Signor, et era stato sanzaco, bilarbei et bassa, et che a la Porta è zente nuova. Et a questo Curtogoli l’aiutò molto per esser in disgrafia de Embraim. Questo capila-nio è homo astuto, gratiato et eloquente, perhò si ha prevalso, et disse li ha costà a le opposition fatoli di le cose del Cayro ducati 40 milia ; ma intende è gran manzador, et ha haulo a mal che a la venuta di esso Orator non li fosse dato il suo presento. Scrive, in l’arsenal poco al presente si lavora ; bavera gal ie grosse et solil nove numero 110, di le qual 19 sono ad ordine del fusto. Scrive, assà zente che vien da la Natòlia passano et va in campo. In Andernopoli, è venuto uno zaus con comandamento del Signor li sia mandà artelleria, et cussi è sta manda 300 carete di artellerie et gambelli 70. Del ditto, di 16 Mazo. Come mandò Alvise Quarto turziman di-io la Porta in Andernopoli per haver tre comandamenti, l’uno per le fuste sono a Napoli di Romania, l’altro per li mercadanti di la Soria el Egypto, il terzo per li frali di monte Syon