163 MBJJXVI, LUGLIO. 164 ro sequitar, ita che quelli del Punì rivoltandose ne lacorono alquanti de quelli de Burnech, et ta-men perseverano lo lor camino a la volta de Trento. Lo campo veramente de li signori, quali perseguitavano il Punt, sono ritornati a la volta di Piu-ziga et passavano il Tauro da Metrai. Questo fin liora se ha. Quello seguirà subito per lettere della speltabel comunità servitrice de la signoria vostra et per mie quella sarà certificata. Non parendo altro non ho mandato explorator, perchè non ho trovato cussi a proposito, et etìani quia res non in-diget; se ’1 messo fosse venuto a la volta del monte haveria remandalo eie. Altro non acade. 1iene et feliciter, diuque valeat dominatio vestra, cui sese plurimum comendamus et tradimus. Ex Tulmetio, die 16 Julii, hora meridiei. Sottoscritta : E. D. V. humillimus servitor Andreas Vipria. Ba^tim. A tergo : Magnifico ac illustrissimo comiti domino Rieronimo Savorgnano, domino suo sin-gularissimo semper metuendo. Cito, cito. 104 Di rectori di Bergamo, de 17. Mandano questi avisi : Magnifici et clarissimi signori mei. Per aviso di vostra signoria in questa malina ho receputo lettere di vostra signoria, quale me cometeno volia subito mandar incontra a domino Baplisla da Ponte capo et che conduce quelli sgui-zari che erano in Valsassina, et subito li ho mandato incontra, et subito bavero adviso, lo farò intender a vostre signorie. Di poi ho parlato cum uno de qui el qual zonse beri da sera, qual vene da Monpolier terra del re di Pranza, qual mi ha dello che ’1 di di sanlo Petro vene uno cavallaro del Re, qual faceva intender al governator di quella terra, che mandasse per tulio el reame et dominio del Re che dovesseno retenir tutti spagnoli se rilavavano nel suo paeso, el puoi vene a una terra, qual si chiama Valpera, et fo a dì 2 Luio, et lì fu preso uno corero dell’ Imperalor qual veniva da Zenoa et andava in Spagna et fu menalo a Granobli. Et più in questa maiina ho parlato con uno altro, qual è venuto pur di Franza da una terra qual si chiama Montargis, quar è di là da Lion 100 mia, et è passalo per Liou, et in ditto loco non si lassa partir niun senza lettere del locotenente del signor Theo-doro, et se ritrovano alcuni spagnoli così picoli come grandi, tutti li meteno in galea. Et che lì se di-cea che ilducha di Albania, signor Renzo et il signor Theodoro erano andati dal Re, qual era in una terra chiamata Cognacli, et che lui li cometeva di far gran numero di g