401 MDXXVI, AGOSTO. 402 rilà che quelli di Collegio .... che a contentarli non è poco. 262 A dì 17. La mattina, fo lettere di campo, di 16, hore . ... , Crema, Bergamo, Brexa et Udine. 11 sumario dirò qui sotto. Fo parlato di far Pregadi hozi per remetter la parte di far quelli di Pregadi per danari, et che ’1 Serenissimo parli per farla prender, alento il Conscio è molto indurato a non voler far passar, a Padoa, Conseio di X et Pregadi, se non preslerano. Et di questo si parlapublice per la terra; che è • cosa molto scandalosa. Vene l'orator Legato del Papa, et ave audientia con li Cai di X. Vene 1’ orator anglico rechiedendo risposta a li capitoli acade conzar in li capitoli di la liga, volendo il suo Re miri in la liga. Li fo risposto si consulteria. Di Crema, del Fodestà et capitanio, di 15, hore 24. Del campo di Lambro non se ha altro che qualche scaramuza. Da Cremona, per uno venuto, mi riporta come heri sul lardo li nostri che sono in castello feceno una grossa scaramuza cum quelli di la terra, et de l’una et de l’altra parte ne fono morti et feriti molti ; ma non si ha potuto intender la -quantità. Li nostri li tolse il bastion, da poi li inimici il recuperono. Se continua la bateria, et domino Pietro di Longena per uno capitotelo mi avisa che ’1 spiera far ruinar el ditto bastione, et farli uno cavalier per nui che darà la vittoria. Et continue sentimo tirar artellerie, el questa matina abbiamo sentito tirar gaiardamente. Io tengo uno ca-valaro lì al campo di Cremona con ordine che subito inlrati li nostri in la terra debba venir a stapheta a Venctia a portar la nova. Et perché non poterò scriver, li ho dato per signal il mio anello d’oro con la mia arma, perchè venendo prima qui slongaria la via de 24 miglia. Questo fazo aziò el sia el primo. L’ è sta preso do spie mandate per quelli da Cremona a Manloa con danari per far zenle per Cremona, i quali ritornali per andar in Cremona, sono sta presi et apicati. Hozi son stato a compagnar la excellentia del Duca a messa ; el qual è fato mollo gagliardo di quello era quando el vene, et par ogni dì el vadi migliorando. Et sempre Sua Excellentia 262* parlando dice: « sempre io voglio esser bon fìol et obsequenlissimo alla Illustrissima Signoria, et mai dal voler di quella son perpartirme » dicendo sempre «Io spiero le cose anderano bene. Io sempre legno certificato sua signoria che la Illustrissima Signoria lo 1 Diarii di M. Sanuto. — Tom. XLI1. ama cordialmente et desidera ogni comodo et ben de la persona et Stato suo, et che soa excellentia ne puoi ben esser ben certa per le operation facte et che al presente se fanno per sua excellentia, et quella poi esser certa che se haverà victoria et sarà liberato il Stalo suo. El qual signor Duca mi rispose : « Se la Maestà di Dio mi concede gratia eh’ io habbia il Stato mio, io voglio che quella Signoria disporla dì esso come la fa del suo, et sempre voglio concorercon la fortuna o bona ornala che la siacwmil voler de quella.» Scrivendo l’è venuto do a cavallo, et subito dismontali andono a casa di la excellentia del Duca et subito se parlino. Et come forno fora di la terra, cum bonogalopo seaviono per la strada va a Cremona. Inteso questo, mandai dal signor Duca per intender si l’havea qualcosa di novo. Sua excellentia rispose al messo non haver cosa alcuna da banda alcuna. Da poi mi fo ditto che li ditti doi andati via erano stati a casa di uno missier Antonio Cristian citadin di qui gibelin, et per famaduchesco, 10 mandai a chiamar et volsi intender chi erano quelli doi stati a casa sua ; el qual dise non li è siati altri, che li servitori del Duca. Io li dissi: «Come non è stato dui che sono venuti adesso dentro a cavalo?» Alora rispose : « Magnifico missier, sì l’è stalo missier Agustin Cathanio locotenente del castellai! di Cremona, et ha parlato cum e 1 signor Duca». Udissi «Hai portato qualche cosa di bonodi novo? Dise non so quello habia portato, perchè parlò cum sua excellentia secretamente. Da poi ho trovato la excellentia sua a cavallo. Acostatome a soa signoria li dimandai se l’haveva cosa alcuna di novo di Cremona. Mi rispose : « Non ho cosa alcuna, che in vero non mi par verosimile che essendo quelli ve- 263 nuli del castello non habhi portato di novo ». Hora è venuto uno mio da Cremona, qual dice che questa mattina a l’alba el vene alcuni a dir al signor Ma-latesta, che era minato cerca quaranta pertege de muro tra la porta di San Luca et il castello. Et che sua signoria ordinò fusse condulte tulte le arlella-rie a quella banda, et fece meller (ulte le zente ad ordine per voler far la bateria, et che se diceva voler far lo assalto a la terra. Altro non ho ; di quanto haverò aviserò. Di campo, di sier Alvise Pixani procura-tor, date a Lambro, a dì 15, hore 5 di notte. Come scrisse heri sera, che il proveditor Pexaro doveva questa mallina partir per Cremona con le fanterie eie. Hora avisa il signor Capitanio non l’ha lassato partir, et ha voluto resti in campo a veder 11 combatter. Come scrisse, si dovea far per non 26