697 MDXXVI, SETTEMBRE. 698 Sier Marco Erizn, qu. sier Zuanc, ducali 300 ....... 324.377 Sier Anzolo Tiepolo, qu. sier Bernardo, ducali 300 .....213.485 f Sier Antonio Zustignan è di Prega-di, qu sier Francesco cavalier, ducali 200 ....... 457.236 t Sier Alvise Capello qu. sier Hironi- mo, ducali 300 ...... 490.207 460 A dì 24. La malina per lempo fo lettere di Roma, di 21, di grandissima importantia. Come il Papa, havia fatlo trieva per 4 mesi: il sumario di le qual scriverò qui sodo, Vene il Legato del Papa, et monstre una lettera di Roma del Datario, di 21. Li scrive questo accordo fallo, et altre particularità ; et haver dato termine a mirar mexi do. Venel’orator di Franza episcopo di Baius dicendo di queste motion di Roma era gran cose, et il re Chrislianissimo non restava di far ogni cosa con questa Signoria a beneficio di le cose de Italia ; et se scrivesse liozi in Franza perchè etiam lui scriverìa al Re. Vene l’orator di Anglia et monstrò ledere di 21, di Roma, del cavalier Caxalio suo fratello, copiose, qual lassò perlezerlein Pregadi, dicendo scriverla in Anglia al Cardinal in bona forma. Vene l’orator di Milan dolendosi di questi tumulti seguiti a Roma, exortando per questo la Signoria nostra a non mancar di far gaiardamente insieme col re Chrislianissimo eie. Vene in Collegio sier Zuan Foscarini qu. sier Zacaria, vien da la villa, con una lettera di Cremona li scrive Lodovico da la Faytà suo amico, qual fo leda, et non fo ditto altro. Di campo, da Cremona, del proveditor generai Pexaro, di 22, liore 23. Come, ha vendo el signor Capilanio zeneral posto l’arlellarie al suo locho, mandoe iusta il consueto uno Irombela in la terra a dirli si volesseno render avanti se li desse la balalia, altramente non li loriano a gratia; et vedendo star tanto a venir il dillo Irombeda, mandoe uno frate con uno lamburin dentro; qual etiam non venendo fuori, il Capilanio si maraveglioe. El poi vene fuora uno Irombeda de inimici dicendo il suo trombetta haver cenato con loro capitami el non haverli potuto mandar risposta sì presto per haver convenuto chiamar il conseio. Et da poi inteso questo, el Capilanio comenzó a far lirar, sichè in do hore le artellarie feno sì che levono li fianchi de1 li inimici, si che non potino far danno a nostri ; et tuttavia si atende haver uno cavalier, et diman con il camion el la colobrina si Irarà in quelli repari, et sperasi di victoria. Del ditto, di 22, hore 6 di notte. Come, poi le sue scritte, venne fuora dì la terra uno trombetta dicendo da parte de quelli capitami che si scusavano esser stato tanto a mandar risposta, perché ha-vendo a custodia da l’Imperator quella terra, però avendola mandata a richieder era sta bisogno di consultar, dicendo se ’1 capilanio voleva veneriano 4 fuori a parlarli ; et cussi contentò i venisseno. Et poi hore 2 di notte veneno Guido Guaim, uno ca-pitanio di spagnoli, uno capilanio di lanzinech, et il ^G0' secretano del capilanio Coradin, dimandando per nome de chi li dimanda vano la terra. Il signor Capilanio li disse per la santissima liga. Loro ri-sposeno esser contenti rendersi ma voleano termine mezo Octubrio, et poter portar via le arme et ludo il suo et andar con le bandiere spie-gade a Milan, o dove volevano. Et il Capilanio zeneral disse non voler far nulla, ma ben voleva si rendessero statini el potesseno andar spagnoli in Spagna et todeschi in Alemagna senza portar ar-lellaria alcuna, ma solum il suo, né etiam le bandiere. Li risposeno che non li parevano di far questo, el per loro prima volevano morir combalendo che perder il loro servilo che li avanzano con l’im-perador, nè poter portar più arme ; el che loro tornerano in la terra a dir quello voleva esso Capilanio, al che loro non contenlarìauo, rechiedendo non si lavorasse una parte et T altra fino non venisse la risposta. Al che il Capilanio non vo se assentir, imo fece continuar il lavorar; el cussi a hore 4 li .lidi ritornoro in la terra. Damalina si farà eie., el con la zapa si vederà oblenir la terra. Scrive si mandi danari etc. Del campo di Lambrà, del procurator Pi-xani, di 21, hore 5. Scrive, liozi è zonto qui in campo domino Maraveia locolenenle del marchese di Saluzo, parti beri da Piasenza dove lassò il Marchese con le zelile, qual si ha dolesto si voy far la impresa di Zenoa senza sua sapula et consulta; et che lui voleva andar a la ditta impresa. Li è slà risposto il Papa el la Signoria havia ordinalo cussi, et che ancora non era stà termini qual capo vi si dovesse mandar. Lui rispose dillo Marchese voleva andar lui. Hor il Vizardini li disse venisse de qui con le zente, poi si terminaria di questa anelala. Et dimandatoli di le zente,disse havia apresso 600 lan-ze et fanti 4000 tanto manco quanto una bandiera