MDXXVi, LUGLIO. In questo Gran Coliselo fo falo publicar per li Censori et fata lezer uaa parte del 1517, che quelli procurerà o saluterà siano banditi per do anni di Gran Conseio,3 anni offìcii et benelfcii et rezimenli, et pagi ducati 50 a li Censori, et che sier Sigismondo di Cavalli, qu. s¡er Nicolò per haver procurato fo mandà a te leze. 24 A dì 5. La malina fo lettere di Boma, di 3. li sumario dirò di sotto; et e zerca la modula di la publication di la liga che se dia far. Et tutti si davano meraviglia che non erano lettere di campo, di 4, hore 17 in qua, et cadaun diceva la sua. • Vene il Legato del Papa con lettere haute del Vizardini, di campo, etiarn l’oralordi Milan io, un tempo tutti in Collegio, et fono sopra diversi colo,-quii de queste occorrentie. Et sul tardi vene le lettere di campo, di 4, ho-, re 4, date a San Martin, molto desiderate, le quid dice cussi: Bel proveditor generai Pexaro, di 4, hore 4, da San Martin in campo. Scrive mandar lettere intercepte da Milan, che ’1 marchese del Vasto et Antonio da Leva mandavano a quelli capitani in Cremona in zifra, qual le mandano incluse a deai. frarle et tien sieno de importantia,» però desidera ' siano presto remandale dezifrale, acciò possi intender la continentia di quelle. Erano etiam altre lei. tere drízate a Pizigatou, che li cometeva exeguissa quanto per li capitani di Cremona li sarano ordina, lo. Scrive, da poi le do sue di hozi et il rumor si sentiva in Milano, inimici veneno fuora et si mon. slroe per scaramuzar con nostri ; aia il signor Ca-pitanio zeneral non parse di far altro per hozi, et basta haverli dato quella carga, perchè estenda api-zati si haria potuto venir a la zornata. Et per uno de li stratioti preso se intese che la compagnia di Santacroce è la più bella compagnia de inimici da numero 500, di qual ne mancavano pochi, el che stratioti erano con quella ; la qual è stà rumata et rota come scrisse. Dice etiam che li cavalli lizieri con zerca 400 fanti partirono per Mortara, si dieea per andar contra il signor ducha di Barbón zonto a Zenoa, qual dovea vegnir a Pavia, con il qual ha conduto zente el danari di Spagna. Et par voglino inimici vegnir in campagna etc. Scrive haver ricevuto tre nostre lettere, di 2, hore 15. Per una se li 24* avisa il zonzer del ducha di Barbón a Zenoa etc., la qual nova per sue lettere lui avisò la Signoria nostra. Per l’altra, zerca il cavalaro di Mantoa con lettere al Marchexe retenuto per nostri non sanulla; ! ben fu preso uno veniva di Milan con lettere al ditto Marchexe, qual tien il Capitanio zeneral lo liberasse et lo mandasse a Mantoa. Et quanto a li napolitani dieno venir in campo a tuor soldo et poi andar da spagnoli, starà occulato a questo. Per l’altra che se li manda per cavalaro a posta ducali 4 milia, ringratia et promette saranno ben spexi, et ministrar ben li danari di la Signoria nostra. Scrive si mandi ori, perchè li ducati hongari coreno lire 6 soldi 4, li fiorini lire 6, soldi % li sondi lire 6, sol. di 16, mirando,lini lire 6, soldi 8, ma sopratutto si mandi scudi, perchè si avadagna meglio per darli a svizari, che non vorano altra sorte di oro. Scrive, il signor Malatesta ha hauto aviso esser stà fato Capi, tanio di le fantarie per lettere parlioular, et ha con lui alcuni capi, et li tien con spexa, et bisognerà di la sua compagnia di zente d’arme darla a qualche uno, perché zà la mutilava, et li ecclesiastici stentano a trovar zente d’arme, ancora che spendano bene. Però di questo aspetta ordine nostro. Etiam il signor Capitanio zeneral vede non esser exaudito di haver la sua compagnia integra, ¡usta li capitoli ; che è mala cosa in questi tempi. Di sguizari è nova che erano hozi zonti 6 mia apresso Bergamo, et la sera sariano a Trevi. Ila mandato do messi a solli-citarli. Spera doman saranno in campo quelli pochi che vien, nè manca di solicitar li altri. Scrive è stà posto in consulto questa sera quello si babbi a far, et terminato da matina di levarsi et pengersi più sotto Milan ad alozar. Inimici sono in una casa mio mezo lontan di Milan venuti in ordinanza et a expu-gnarli. U signor Capitanio voi mandarli una grossa banda, et questo de facili potria esser si venisse a la zornata. Scrive, sono col campo mia tre lontan di Milan, et farano uno altro alozamento più propinquo, et quello seguirà aviserà. Scrive, chi fece a 25 modo di alcuni di questi ecclesiastici, presto si Ve. deria il fine. * Lettera del marchexe del Vasto et Antonia da Leva, data in Milan a dì primo, scritta al comendador Verius et al capitanio Cara-din di laminech, capitani in Cremona, qual era in gifra. Scriveno, li exerciti del Papa et deVenitiani, poi hauto Lodi è venuti a Marignan et passato la . , . . unde voleno monslrar conto co,n loro per servitio de l’Imperador. Però debbi vegnir li spagnoli a le 20 hore, passar a Pizigaton et andar a Pavia, et las-! sar le zente d’arme et li lanz.inech in custodia di