339 MHXXVI, AGOSTO. 340 Zerca a le cose del Turco, come per allre vi s’é detto, il Signor turco arivò a di primo de l’instante in Belgrado, da poi passò la Sava et a li 10 del mexe acampò sotto uno castello che si chiama Pe-tervaradin, et quello assediato per terra et per acqua per trovarsi detto castello sopra il Danubio. Le zenle che l’ha se stima da 100 milia persone tra bone et cative. Per mar à 23 fuste et da barche 200, che porla 10 homini per una, et alcune allre barche grande. Al ditto castello hanno dato do battaglie generai, le qual tutte doi son sta rebaludi gaiarda-mente, perchè dentro se ge alrova 1000 fanti boni, et hanno artellarie assai, munitimi et victuarie per sei mexi. Bora l’hanno comenzato a bombardar: non si sa quello seguirà : più presto se stima lo haverano che non, perchè non è troppo forte de mure abenché hanno fatto ripari assai, che il signor Dio il conser- vi. Hanno etiam brusado parechi luogi ; sì etiam ha fatto il frate, zoè l’arzivescovo di Colocia, che è lì alle frontiere con poca zenle sin bora, et questo i'a aziò erte color non se anidano in ditti lochi, zoè turchi, et etiam brusà tutte le victuarie. Se i ge davano 10 milia persone a la prima come el rechie-deva, mai non pasavano turchi la Sava, perchè non li haria Iasato far il ponte sopra dilla aqua. Bora le cose è successe sino qui a questo modo. Per quello se intende, la sua persona del Signor turco se alrova o in Belgrado overo a una terra eh’ el fa redi-ficar, che l’altra volta la ruinò, et si chiama Salam-chemoni. Non si sa per certo dove il se atrova, ma è in uno di questi luogi. Quello seguirà Idio el sa, abenchè non si puoi indicar bene alcuno: uno è che ruma tutta quella patria che è un paradiso, la qual si chiama la Serima, dove naseva cosi boni vini, et Idio volia che non vada più olirà, abenchè si puoi comprender che per quella volta ge basterà questa, 222* perchè se stima, come 1’ hoste se ge sarano a le frontiere, se ritirerà, averà questo castello et poi se ne slarà fina a una altra volta, come feze di Belgrado, caxo però che questi nostri vadano presto, perchè s’el non fa fina !5zorni, troverà poi scontro perchè vi comparerà di gran zente. La Maestà del Re, zà 6 zorni se partì de qui et è stato luntan de qui 10 mia laliani, el da mattina se parte et vasene giù di Iongo, et redurase in uno locho che si chiama Tona, perchè la nobelità non se leva mai fina che la Maestà del Re non se leva lui, dove che a-desso ogniuno va zoso. Hanno mandato per il Vay-voda che vegni con le zenle, perchè non hanno sospetto da la banda de Transilvania. Ogni zorno vien zenle di Bohemia, et Sclhesia, el Moravia, el se dice ne vien bon numero, che si stima saranno in (ulto ben 100 milia, el saranno bona zenle, che Idio voia sia presto, el li lassi conseguir qualche bon frutto. Altro non se intende fina bora. La Maestà di la Rezina se ne starà qui in Buda. Vene il secretano del Legato del Papa, et portò lettere di Buda del Baron nuntio del Papa, date a Buda, di 25 Luio. In conformità ut supra. Di campo, eli Lambro, del Proveditor sellerai, di 6, hore .... Dimanda danari, et nulla da conto ma come hanno scritto al duca di Mdan qual manda uno suo nominalo il capitanio Zuan Mella, che poi assà con il ditto castellati di Mus, per la Iiberation di nostri oratori, et spera farà bon officio. Di Brexa, del Capitanio, di 6. Manda ledere di Malalesta Baion el Piero di Longena, di 5, hore 22, sotto Cremona. Come volevano piantar le ar-tellerie etc. ; et altre particularità. Di sier Marco Antonio Venier el dotor, orator nostro va in Anglia, date a Brexa, a dì 6. Come è lì aspettando il salvocondutlo,et manda una lettera dai rectori di Bergamo, quali scrive: Del Locotenente di la Patria del Friul, di 223 6 Avosto. Come la comunità di Venzon ha mandato de lì il suo canzellier (ad) avisarli alcune cose, et Io ha fatto deponer, et manda la sua depositione. Magnifico et clarissimo signor Locotenente. Havendomi commesso la vostra fidelissima comunità di Venzone dover riferir a quella le nove hanno de Hongaria et anche de Allemagna, io per non esser thedioso cum il mio inculto parlar a Vostra Signoria, mi ha parso cum la presente scritura significarli a quella, et cum submission et reverentia che me convien fazo intender a Vostra Signoria, come heri sera sul tardi zonse a Venzon uno da Buda, qual ha grande amicitia et ha hauto conver-sation cum uno nostro citadin, qual alias ha praticato ne la Hongaria. Et dimandato da lui che li voglia manifestar qualche verità di le cose di 1’ Hongaria per la mutua loro amicitia, hali ditto et referto qualiter il campoidei Grande turco con 200 milia persone se atrova a uno castello chiamalo Perenberge lontan de le Cinquechiese cerca 25 miglia, et da zerca 120 mia da Buda. La persona del Turco se atrova a Salonchamin loco altre volte ruinato per sua corona, overo di soi precessori, et che al presente lo fa redifìcar et fa fare una forleza,