217 MDXXVI, LUGLIO. 218 di Milan uno trombeta mandato per lo illustrissimo Capitanio zeneral, qual disse in la orechia del ditto Capetanio una parola. Soa Excellenjia li disse : « Dì forte ». El qual disse che’l signor Antonio di Leva li havia ditto : « Dì al signor Capitanio, come il castello è in nostro poder, et questo è sora la mia fede. » La qual nova intesa, tutti restono sopra di sè, et fo risolto il consiglio senza far altra termina- • tion. Et poi vene uno di Milan, confìrmò questo, et esser intrate in castello do bandiere di fanti, et il Ducha haver tolto termine a rendersi et dato li ob-stagi il signor Sforzin et il castellan, et al Ducha se li dà Vegevene a Novara. Et fo concluso per chiarirsi de la verità, che’l signor Zanin andasse con una cavalcata hozi verso Milan per veder difender qualche uno per saper la verità. Et cussi andato, li vene contra lì inimici con schioppi et archibusi, et posti parte sopra una altra strada per tuor nostri di mezo, tandem nostri si prevalseno el costrenseno li inimici a retrarsi fino su le porte di Milan et ri- 139 tornorono senza alcun danno in campo. Le loro spie non è ancor zonte, di che stanno suspesi se la nova è vera, et alcuni stanno .in dubio, perchè non vedono farsi segnali di festa in la terra, come se la fusse vera si doveria far. Da poi zonseno alcuni vien di Milan a bore 23, uno partì a hore 17, qual non dice nulla del castello, ma ben che attendevano a la fortification, et posto 12 basilischi verso porta Nova a la banda del zardin, et il Barbon era lì et havia fatto metter do bombarde sopra li bastioni, siché l’artellarie batte per fianco. Et altri avisi. Poi gionse uno altro parti a hore 18, qual non dice del castello reso, ma che lavorano con 50 guastadori, et a porta Verzellina posto tre pezi di arlellaria. Et che la farina vai lire 23 il staro, la carne di vedelo soldi 12 la lira, quella di manzo soldi 8, et che non si poi masenar se non a man, et altre particularità. Item, uno altro partì a hore 20, dice il castello era reso, et che essendo da l’abate di Nazara li fo ditto questo ; el qual abate si parti et andò a trovar il marchexe del Vasto, et che’l castello era reso al ducha di Barbon. Et in questi reporti sono le custodie poste in Milan et altre parlicularità, la copia di quali sara scripti qui avanti. Di Franza, di Andrea Bosso secretarlo, date a Osom, a dì 9 Luto. Come a dì 7 scrisse per via di un secretario del Gran canzelier, qual va a Roma da Rupot, di le provision fatte per il re Chri-stianissimo in sollicitar sguizari, et il marchese di Saluzo et il capitanio Piero Navaro con l’armada per l’impresa di Zenoa. Da poi andati l’orator pon- tificio et lui a trovar il Re, qual era a la caza in certa caxa in uno boschetto, Sua Maestà li dimandò se 1’ havea nova dal nostro Proveditor di campo. Disse, non haver lettere. Soa Maestà li disse haver di l’acquisto fatto per li nostri di la città di Lodi ; et in queste parole vene il maistro di le poste del Re et li dote uno pacheto dì lettere di la Signoria nostra, dì 4, con l’aviso hauto del Proveditor zeneral ^9 di campo di l’acquisto di Lodi per forza gaiarda-mente, qual lexé al Re, e Soa Maestà li piacque, perchè havia nova si era entrati per danari. Laudò il signor Malatesta Baion, et etiam la prudentia del Capitanio zeneral. Et Soa Maestà scrisse in Anglia, et cussi lui secretario mandò le lettere al secretano in Anglia. Poi disse a quella Maestà, in execution di le lettere del Senato, che si rompi di qui in Fiandra. Soa Maestà disse si faria, et come era in pratica di haver quelli lanzinech sono in Perpignan a servicio de P Imperador. Poi persuase a Soa Maestà a var-darsi di pericolo di andar a la caza, come el va. Soa Maestà ringratiò la Signoria, dicendo si varde-ria. El che Madama sua madre li havia fatto tuor tulli li cavalli, sicché P andana a la caza sopra una mula. Del ditto, date a Pontiers, a dì 14. Come zonti dal Re col Gran Canzelier mandalo a chiamar per il Re, el qual mandò Soa Maestà a dir P orator pontificio e a lui venisseno a parlarli in Conseio. Et cussi andati, Soa Maestà li disse esser stà preso per li soi verso.....uno fratello naturai del conte di Caiazo, qual veniva de Italia et portava lettere a P Imperador, qual è stà prese et sono in zifra, et le manda a la Signoria nostra aziò siano dezifrate et rimandale poi a Soa Maestà et con la zifra trala, aziò possino de coetero intender quelle lettere saranno intercepte, perochè hanno le autentiche qui. Poi disseno quelli del Conseio, aver il Re provisto a lutto e fatto le provision scritte per le altre. Poi parlono a madama la Rezente alegrandosi di la presa di Lodi, pregando volesse sollicitar il Re a far le provision preste. Disse lo faria volentiera, et si partirà domati per Tors, et cussi li anderà driedo per esser partido il re Christianissimo, andando a la caza. Fono le lettere intercepte del prolonotario Ca-razolo di 22 Zugno da Milan, del signor marchexe dal Vasto et signor Antonio da Leva, di 24, di Lo-pes Urtado da Turin dì 28, et di P orator Sanzes è qui di ... . Zugno, drizate tulle a la Cesarea Maestà. Noto. In le lettere di Franza è uno aviso, che