333 MDXXVI, AGOSTO. 334 alti 3 del presente. Dice quel perfido castellano di 218 Musso li mandò le barche che sono sopra il lago tutte per levarli. Crede che alla più lunga Luni, a dì 6, se trovarano qui a Bergamo. Il parer di ditto domino Christoforo si è, che il Cusìellano preditto non sia nimico alla impresa, se ben ha fatto quella tristilia di retenir li nostri oratori. Et dice che fo-rono in via de advertir essi signori ambasatori avanti giungenseno a Musso et non li creteno. Di Pranza, di Andrea Rosso secretarlo, date a Castel a dì 18 Luio. Come, da poi le ultime sue ricevete lettere dì primo di la Signoria nostra mandateli per Rubertet cum una , lettera del Gran Maestro, qual li scrive fin do zorni il Re sarà li, et si l’ha alcuna cosa di novo lo debbi avisar; unde li scrisse quanto havea, qual li scrisse che monstrerà al Re. Ilor poi Soa Maestà vene heri qui et subito tornò a la caza, et la matina ch’el vene P orator pontificio Azaioli et lui secretano andono da Soa Maestà exortando voy acelerar a le provision per expedir la impresa. Soa Maestà li disse come nostri erano retrati col campo di Milan eh’ era stà mala cosa ; ma per questo non era da mancar, et che Soa Maestà non mancherà in far tutte quelle provision etc. Poilidissefossenodapoipranso con il Conseio suo, dal qual si saperà il tutto. Ilor andati iusta P ordine, il Gran Canzellier li disse esser venuto al Re uno orator de Plmperador va in Anglia, qual è stato amalato in camin et è spagnol, nè sapea di la conclusimi di la liga perchè el se parti avanti da la corte di Cesare, et richiese salvocondutto per passar in Anglia. 11 Re li disse non acadeva salvo-condulto et poteva andar liberamente; tamen era stà ordinato che a li confini sia intertenuto. Poi disse il Re voi si toy P impresa del reame, come ha mandalo a dir il nuntio pontificio. Scrive lui secretano ave lettere di 4 et 6 di campo, del prove-ditor Pexaro, con P aviso del retrazer del campo, unde non essendo il Re li andò a parlar al Gran Maestro, qual disse il Re dormiva, e li disse la con-tinentia di le lettere, et come le zente francese né li sguizari non erano aparsi. Poi tutti do iterum andono dal Re, et li comunicò il tutto solicitando la zente. Soa Maestà li usò bone parole, dicendo 218’ faria ogni cosa, et che non importava si ben il campo era ritrato de Milan, perchè torneria un’altra volta. Et eh’ el voi mandar uno zentilhomo suo qui a la Signoria nostra et poi a Roma per confortar il Pontefice con esprimarli voler far il tutto et solicitar sguizari vengano, et la sua armala sarà ad ordine, et scritto al marchexe di Saluzo cali su- bito con le zente; con altre parole ut in litteris. Partiti da Soa Maestà, parlono al Gran Maestro zerca il duca di Ferrara, che quella Maestà se interponesse il Papa si acordase con lui, qual saria optima cosa a P impresa. Disse il Re darà comision al ditto zentilhomo vadi etiam a Ferrara per questa causa, dicendo il Re perderà più presto il re-' gno che manchar avanti eh’ el non vinza l’impresa di Lombardia contra Cesare, maxime havendo inteso ch’el duca di Barbon era zonto in Milan. Scrive ditto zentilhomo che vien, nome monsignor di Langes, di la camera del Re, et amalo da madama la Rezente et da madama di Lanson sorella del Re, il qual parte diman et porla le ditte lettere. Scrive, quando lui secretario parlava del duca di Ferrara, P orator pontifìcio nulla disse. Al qual zentilhomo il Re ha commesso vadi a Venezia, Ferrara et poi a Roma. Disse haver lettere di 13, da Lion, del marchexe di Saluzo. Come le zenle d’arme erano principiate aviarse a la volta de Italia, et voi se li pagi li 2000 fanti ; il qual zentilhomo porta li danari per la parte del Re. Disse mandava uno altro zentilhomo in sguizari con 50 mila franchi per darli a conto vechio, aziò vengano a servir Soa Maestà, il qual sarà monsignor di la Molta. Et che havia expedito P homo di l’arzivescovo di Salerno venuto a dimandarli danari, et mandava uno suo cum scudi 2000 con ordine monti sopra l’ar-mada a Marseia et vadi a Zcnoa. Item, disse che zerca l’armata il capitanio zeneral saria il signor Petro Navaro e sapea cusì era di opinion la Signoria ; ma di darli la provision per la liga non se li diceva, et pareva Andrea Doria non contentasse che lui fusse capitanio, tamen 1’ orator pontificio disse havia uno brieve del Papa al ditto Doria, li comet-teva stesse sotto il prefato Piero Navaro. Item disse come in Spagna si mandava uno spagnol, c qui a la < corte, nominato don Piero di Mendoza fidelissimo di questa corona, el qual fo Col di don Zuan di Mendoza fu morto sotto Pavia, et è molto fidato, solto scusa di visitar li fioli di questa Maestà; il qual porteria le lettere del re di Anglia a P orator suo è de lì, et de li altri, per rechieder a Cesare li ditti soi fioli ; et cussi ha voluto se li dagi le lettere nostre, le qual ge 1’ haveano date. Item, esso secretario ringralia la Signoria di la lettera scrinali si faria provision per il suo viver eie., ma desidera sia presto per esser povero etc. Di Anglia, di Gasparo Spinelli secretario, date a Londra, a di 10 Luio, più vecchie di le altre venute per via di Franza. Come, havendo con*