739 MDXXVI, SETTEMBRE. 740 piui andar lanlo solo come prima andavamo, perché hai) laclo 3 ehanoui di cenlo, ne saluteranno da la longa, che prima sue arlelarie non ne poteva offender ; a ben che di la terra han Irato piui de 60 bote, niuna non ne ha tochalo; ben ne è venuto a-presso, ma niun non è slà ofexo de nostri. Etiam habiamo sapulo, et è certo, esserli andato in Genoa el Marlinengo che fu in Rodi, qual ha preparalo di far bastioni, repari et altre provixion: et tanto piui per tempi chativi non li habiamo ostalo, perchè nui el quelli del Papa stanno a Porlofin che è lonlan da Zcnoa mia 30; l’armata franeexe sta a Saona, et loro non oviali da alcuno fanno soi preparamenti. Tamen, venendo campo da terra non li vara nulla; ma non essendo gente da terra nui nulla opereremo, benché per via di assedio si poiria operar qualcossa, chè nui li habiam ritenuto 30 nave cardie di for-mento, che tutte eran caricale di genovexi per andar a Genoa. Etiam si diceva che uno caslel chiamato Novi per la liga era sta preso, che è 20 mia lontan da Genoa Ira terra, dove che per quel loco li andava assà vituaria; et etiam li avevano assai nove de Lombardia, adeo che per lerra o per mare serian assediala ; et habbiamo intexo de dentro son gran penuria di formenlo. Credo si renderanno, et lanlo piui aspetiamo cerle barze franeexe armale, el nui volemo armar alquante di queste nave per nui prexe, tanto che credo o per una via o per P allra P aremo. Credete che non li manche-ino di nulla; habiam mandato octo galee, 3 di le nostre, 3 di Pranza, 2 del Papa a Cao Corsico, dove li han piglialo due barze di spagnoli che vaglino assà ducali; et questo P habiamo avuto per certo. Tamen di bora in bora l’aspettiamo. Se cussi fosse parliressemo un bel bulino, benché credo che francesi non li sparagnerà, lo non posso si non confuxe scrivervi ; ma per P avenir farò il debito, lo con il primo tempo mi parlo con due nave carche di grano, et vadomi a Porlovenere a far far bischoti ; se non barde cussi lettera da me, perdonatine, lo vo volentiera per far honor al patron, el non per ulille, come credo vui sapete. Io ho gran fatica, tamen lutto suporto volenliera pur che il clarissimo * Provedilor nostro et altri dica esser serviti, che altro el mio cor non desidera senza utilità alcuna. Io ho facto il debito con tutti che mi havete commesso, et maxime con missier Alban qual vi prega facle lanlo quanto per le ldlere de dì 17 (lieto vi ha notificato, et sopra tulio provedelìlo di camixe, et credo che sarà capitano dì le nave armate, et faremo tanto che de qui con nui starà ; qual sì arìcomanda, ricomandandovì il suo cavallo, et pregavi lo vendele se vi sarà qualche uno il pagi bene. Etiam vi ricomanda la sua barca, qual la lassò in governo a Francesco sleva con P Arimonda vostra et mia vicina. L’armiraglio noslro molto si rìcomandò, facendovi intender che la nostra galìa, dì velie senza comparalion niun non ne pole aggìon-ger, ma di remi le altre galie non ne avanza dì nulla, el ancora habiamo di 12 remi in banda che li homeni è amabili; sìché inleodeti il lutto. A lutti ho facto le ricomandalion da parte vostra ; li qual versa vice a vostra magnlficenlia sì ricomanda. Le incluse boli dalo rechapto. Vi avixarei altre parli-cularità, tamen il corìer è qui el voi partir ; pertanto mi barde per escusato. Solum pregovi passale da caxa mìa over a mìo fratello vi dìgnarete di rìcomandarmì, pregandolo che’l non sia tanto avaro di un pezo di carta, che altro da lui non richiedo. Né altro. A vostra magnìficenlia mi ricontando, ri-comandandomì a tulli li amici. La inclusa é del cornilo, qual vi prega habi rechapto. Vostro servi lor BertuciQuerini Magnifico et generoso domino Iacomod’Armarìo clarissìmì domini Alovìxìj mag.“ honorandìssimo In Rio Marìn Venetìis Ricevuta a dì 26 Setembrìo i526. A dì 27. La matìna fo lettere di campo da 485 Cremona, del proveditor generai Pexaro di 25, hore 23. Come ricevete lettere di 24 del clarìssì-mo Pixani del campo da Lambrà. Come il magnìfico Vizardini, per le nove dì Roma si voi levarsi con le zente, el el Capitanio zeneral et luì Proveditor ha scrìllo non si debbi levar fino non zonzi le zente; el qual procuralor Pixani scrìve sì mandi 2000 fanti di questi del campo. Il Capitanio voi prima si babbi Cremona che mover alcuna zenle. Scrive, si mandi danari per pagar le zente perchè queste compagnie si voleno partir vedendo non es- ' ser pagate, poi privi del vadagno speravano in-trando in Cremona per forza. L’ è il lempo di le page di latizìnech et sguìzarì, unde ha scrìtto al Pixani li mandi li danari per poterli pagar, et cussi la Signoria nostra non resti di mandarne, vedendo bisogna al lutto volendo4lenìr P exercilo.