059 MDXXVI, SETTEMBRE. 660 Item, uno Zorzi Grimani capo di slratioti con cavali 50 essendo hozi andato verso Milan, è sia da inimici preso con 14 cavalli; el questo per esser d 436 • paese mollo stretto et li villani avisano li inimici di quanto si fa in campo, perchè ne voleno mal per li gran danni patiscono et hanno gran odio; et la causa è potissimum quelli del Papa quali fanno pezo di nostri. (Ieri, searamuzando nostri con quelli di Milano ussili, fu preso per nostri il capitanio Errerà spagnolo, zoè morto. Scrive haver fato et ca-pitulato con 7 capitami Sguizari, quali si hanno sottoscritto di restar in campo el haver la quarta paga. Scrive haver di Manloa esser zonlo li uno venuto pernomedi P Archiduca rechiedendo al Marchese passo per 8 milia lauzinech, una lerra et victuarie. Al qual rispose il passo esser aperto; il suo slado terra non haver che Manloa et Goylo, et victuarie non ne haver altro et haverle negale a la hga et al Papa. Intendesi il duca di Ferrara fa zente d’arme. Se P è vero, la Signoria nostra lo dia intender. Del campo sotto Cremona, del provedador generai Pexaro, di 17, hore 23. Si atende a preparar le cose per poter dar principio. Inimici soli-citano i repari con animo di volersi lenir. Scrive ha haulo tutto quello ha richiesto, el li danari. Mandano fuori zente imitile, qual escono frali et monache, et Iteri ussite 5 lauzinech el alcuni cavalli, quali è andati verso Pizigaton. Dicono non li esser però desasio di victuarie, imo di tutto sono al solito, excepto di vin che li manca. Scrive, ha haulo lettere di Manloa di domino Bernardin da la Barha nontio pontificio, per esser il Sagudino amalato, scrive, qual li scrive la cosai etc. Et le manda. Ila haulo aviso Zuoba sarà a Piasenza il mar-chexe di Saluzo con 500 lunze el 5 milia fanti. Scrive ha recevulo li ducali 4 milia, sichè ha danari a sufficienti». È in campo adesso 13 milia fanti italiani, 1100 lanzinech, 1500 sguizari, 42 pezi di artellarie. Da Mantoa, di Bernardin di la Barba al provediior Pexaro, di li. Come ha aviso di Ferrara esser venute polvere a Carpi, et quelli cavalli spagnoli è lì con uno sacheto per uno in gropa, fenzando far corarie, volevano portarle in Cremona; però si provedi. ¿¡jy Del ditto, di 14. Come hozi è arivado qui il conte Lodovico di Lodron con servitori 10, passando per il noslro che nou li è stà divedato, venuto per nome di P Infante, el rechiesc a questo Marchese le cose scritte di sopra. Soa Excellentia li ha risposto ut supra. Scrive è stà amatalo etc. Di reofori di Vicenza, dì 18, horf 2 Come era zonlo lì uno suo explorator, el ne aspeclano uno altro più veridico. Carlo Fontana di Arse re-ferisse, a li 16 parti di Ala mia 15 di sora Bolzari, et parlò a uno suo zerman venuto de Yspruch qual li ha ditto fa dieta si feva lì; P Archiduca haveva richiesto zente per mandar soccorso a Mi-lan el ohe poi la malina vene nove di Hongaria turchi haveano roto il Ile, et ditto Archiduca era partito con 500 cavalli per andar verso P Hongaria Tamen che era rimasto el capitanio Zorzi Franspcrg di qua, et non par motion di zente se non le tre bandiere di fanti che erano in Val di Non ; et dice che dito soccorso di Milan dovea passar per il veronese. Item, dice a Trento esser 2 milia de fanti etc. Di Brexa, di reofori, di 17. Scrive di la poca monition è restata de lì per haver mandala in campo; el manda il conto di quanto è restato, qual non fu leto. De li diti, di 18 Come haveano haulo lettere del signor Janus zerca preparation si fa di le zente superior, unde per star securi hanno preparato li homeni di le valle acciò possino venir subito in la terra: et per molli, stali a la fiera di Bolzan et tornati, dicouo non haver visto nulla di zente; et che per la rota intesa, data per turchi al re di Hongaria è restali suspesi; el che lo Archiduca andava verso P Hongaria, el che fevano bona cpmpaguia a italiani. Scriveno essi reclori di qui si fa molti archibusi et schiopi, et sono extrali, di’ è mal fallo. Item, assà tormenti si tra-ze per via del lago et vanno in Alemagna. Da Crema, del Podestà et capitanio, di 12, con alcuni avisi, sicome la copia noterò qui avanti, non essendo notata. Del ditto, di 16, hore 21. Come havia ricevuta lettere di la Signoria nostra di quanto si havia dillo a Porator Taverna, esser lettere di Pranza il re Christianissimo voi lassar il Slado al signor Duca, et cussi esser il voler noslro; per il qual lauto si spende. Parlò al Duca andato a visitarlo hozi, dicendoli haver scritto a la Signoria quanto soa excellentia havia ditto. Lui disse non voria scrivesse li nostri rasonamenti familiari; poi inteso quanto scrive zerca il Stato have gran piacer, dicendo tutto ricognoscer da quella, de la qual saria perpetuo servitor. Del ditto, di 16, hore. . . . Come, per uno venuto di Cremona, ha esser -ussiti di la terra do trombeli et haver parlalo al signor duca di Ur-