19 HDXXVI, LOGLIO. 20 clic non è lenirli in quelli confini di Navara; ma lo Imperatore non vole per non dar a conoscer che se defida de Franza non li voglia observar. Dicesi per corte molto pubicamente, che hanno voluto far fugir il Delfino et che hanno trovali certi cavalli ascosi in Vittoria et a certi altri passi; non so io però che me ne creda, ma prima crederei fosse voce levata per poter guardar li figlioli et torsi più restringerli che non hanno [alto finora, sotto color di questa fama, per far un poco aresentir il Christianissimo. A questi dì monsignor de Orliens, secondogenito del Christianissimo, ha hauto male, et non senza periculo, pur è risanato. Circa le cose del Turco et per socorrer Hongaria, niuna provision se intende far qui per fin hora. Ex lìtteris eiusdem, 8 Junii, ibidem. Per la via de Roma heri se intese, come le cose tra il Papa et Franza erano per concluse, et per quello che ho inteso, è mollo dispiaciuto all’ Impe-rator et è stato da poi tal nova de mala voglia. Scrivese a don Hugo per il presente spazo che ha-bia ad fare lutto quello che vole il Papa cerca le cose de Italia, però Dio sa come sarà creduto et che frutto far. Ancor ho da bon loco, come risolutamente l’Imperator ba per questa prima volta risposto al Viceré non voler acelar partito alcuno novo, nè danari, nè altra cosa; ma che ancor non potrà credere che ’1 Christianissimo li manchi. Per il maiordomo la regina di Franza a posta ha mandato qua, per far intendere a l’Imperador li soi bisogni et quello che habia ad fare. M’ è stalo ditto che l’imperatore vole che la venga a Burgos et conducili seco lì figlioli del Christianissimo. La provision che ho scritto che si farà de far andar le galee venute de Italia a Valentia per causa di Tarmala di mori, l’ho intesa dal Cancellerò. M’é stato da pò ditto che è una fintione publicata ad arte per ingannare Franza, aziò che più sicuramente possi passar Barbon. La verità è che l’armata de mori è comparsa et fin hora affìr-mata per quella costa, et li mori di Valentia ingrossati ; che la provision mò sia fìnta o non, me rimetto a li effetti. Per li mercanti proprii genoesi, a chi jO è stato parlato et hanno accetalo di pagare 100 mi-lia ducati per lo exercito de Italia, m’è stato ditto questa mattina che li faranno pagare ogni modo ; non me hanno voluto però acertare, nè per il presente spazo potrano mandare la expeditione, et non obstante che sia publicato che ne mandano 200 mi- ia, per il vero non saranno se non come è sopra scritto. Fo expedito per Collegio, dar al strenuo . . . . 11 Farnese nepote del reverendissimo Cardinal cavalli lizieri numero 80, et balotà et preso. Item, fo balo-tà dar cavalli 50 lizieri a Pietro Paulo Bataia, et non fu preso. Item, spazono Fantin Zen, fo fiol naturai di sier Tomà el cavalier, fanti 50. Da poi disnar, fo poi vesporo Collegio di Savii, et vene lettere di Udene, et la posta di campo; il sumario è questo: Di Udene, del Locotenente, di primo. Come ha hauto una lettera del castellari di la Chiusa, qual manda inclusa. Li scrive di la rota data per villani a li nobili, et villani hanno hauto Rostot. Del Castellari de la Chiusa sier Lorenzo, Mor exini, di 30, al Locotenente. Come ha via hauto aviso ut supra per alcuni venuti li. Del ditto Locotenente, di primo. Come era tornato il suo nunlio, qual mandò a Postoyna. Riporla esser zonto de li 20 cavalli, et si aspectava 200 altri col conte Chrìstoforo. Item, manda lettere di Venzon con avisi de villani di la rota data per villani a nobili, et roti et mor ti 4000 persone ; la qual nova l’hanno di uno di Salzpurch venuto lì, et haver parlato a P hosto, qual è suo amico, et altre nove, et che l’Archiduca voleno acordtar dilli vilani perchè hanno raxon, ma loro non se fidano, dicendo sarà come fu l’altro anno. Di le poste vene lettere sul tardi con li infra- \ scripti avisi et lettere : Del proveditor generai Pexaro, da Mari-gnan in campo, a dì primo Luio, hore 14. Come in questa notte passata fo dato a hore 4 allarme lì in campo et fo per uno aviso hauto da Milan da uno zentilhomo, qual scrisse esser ussita una bandiera de hispani con cavalli lizieri et altri di Milan et con homini d’arme in compagnia, et però si stesse adverliti, per il che si dele allarme ; ma non fo nulla, imo hanno inteso che etiam loro inimici in Milan tutta notte steteno in arme, et io perchè sentiteno trar alcune artellarie a posta traile da li nostri, aziò che il castello di Milan sentisse che li exerciti nostri erano propinqui a Milan, unde li cesarei dubitando steteno armati. 11 signor Capitanio zeneral con il conte Guido, con una scoria gaiarda è cavalcati questa matina per tempo a sopraveder uno alozamcnto più propinquo a Milan, dove doti) La carta 10* è bianca.