alle vallate del Wardar e dell’ Ibar si affrettino a riprendere i lavori sospesi, a tornare agli affari, a por mano alle proprie armi preziose e care, ad eseguire quei piani di vendetta e quelle insurrezioni meditate nella lunga prigionia fra i ghiacci e le nevi. E appunto in questa stagione che tutta la stampa abbonda ogni anno di notizie sensazionali sugli avvenimenti albanesi; e non solo a proposito di moti insurrezionali di bande armate, ma anche di razzie, di rapine, di atti di brigantaggio consumati più che da albanesi autentici, dalle varie tribù nomadi che pullulano accampandosi nei dintorni delle città e dei villaggi. Per capire l’importanza delle nevi in Albania bisogna essersi avanzati nell’interno del paese ed avere la cognizione esatta di queste regioni. 11 terreno è quasi alpestre e le cime dei monti si elevano dai 2000 ai 3000 metri. Le loro punte sempre biancheggianti, s’innalzano a picco tra spaventosi burroni, e solo miseri sentieri scabrosi e mal sicuri conducono alla pianura. Non ombra di ferrovia, non strade carrozzabili: ma appena qualche viottolo mulattiere che diviene poi assolutamente impraticabile nella stagione delle pioggie. Ora, dunque, fra le gole di questi monti, nelle gelide capanne, nei piccoli villaggi, restano inerti questi uomini privi pressoché di tutto, segregati per parecchi mesi gli uni dagli altri e lontani dal consorzio umano, inaccessibili a tutti e a tutto. Nell’interno, in quell’hinterland distante solo 20 chi- □ 12 □