277" HDXXVf/, NOVEMBRE. 278 lettere. Come, havendo parli! al Re zercha il resto de denari dieno dar per la nona et decima paga, ducati 45 milia, et mostrato li conti, Soa Maestà lo rimesse al Conseio. llem, ¡usta le lettere scritoli con il Senato, persuase Soa Maestà, da poi che si h-ivea acquistalo Milan (Pavia) che’l volesse scriver a monsignor di Lautrech atendesse a l’impresa di Milan, la qual safia facile etc. Al che andò a trovar il reverendissimo Cardinal gran canzelier fuora di Paris, qual li disse che bisognava atender prima a liberar il Papa, perebè el si acorderia con Cesare, et quando non li desse altro che 250 milia ducati, voi etiam Cesare far lui 6 cardinali qual li faria per denari. Ilem voleva le detfime del clero, che trarla assà danari, unde li faria più guerra Cesare che ’1 facesse mai. Per tanto il meio di la impresa era liberar il Papa. 176* Scrive aver parlato prima con Rubertet, et zircha li 200 scudi del suo debitor, che la Signoria è contenta pagarla, lei ringratia etc. offerendosi di far bon offilio. Itern poi parlò al Re a San Zerman mia 18 de Paris, e quanto ali ducali 45 milia si dia aver, il Re disse era raxon et ordinarla fossero mandati; el quanto andar a l’impresa di Milan, udì atentamenle tulio quello li disse esso Oralor, poi li rispose tutto quello li havia ditto il Cardinal; et si uno à do compagni, bisognava aiutar quel havesse più bisogno. Cussi il Papa, perchè il ducha di Milan poi induslar 3 over 4 mexi haver Milan, et quanto a lanzinecb che vengi zoso non è a dubitar, pur farà restar fra Parma e Piasenza qualche di Lulrech con le zente. Item disse di l’acordocon l’inrperator non sarà nulla, perchè volendo disbrazarlo dala Signoria e da fiorentini, non li ha parso honeslo far questo etc. Di sier Piero Landò capitanio Bcneral da mar, fo lettere da Caxopo, di 19. Scrive, adì 17 aver scrito còpioso le operalion sue falle in Sicilia a Lausta, et il formento haulo, le qual non si à haute. Scrive, nel venir li assaltò adì. . . fortuna, adeo una .... et uno breganlin armà scorse per salvarsi in porlo di Olranto, et li homeni sono rete-nuli, el tolto le vele. Tamen poi par li homeni sia sta liberali e reso le vele. Scrive è zonlo li a Caxopo con galie . . . . el una.....con formenli da slera 1500, quali formenli si era bagnati, e li farà sugar ; e altre particolarità ut in litteris. Item, manda la deposition de uno era sul bar-zoto di Coniarmi e Beneto Ragazon preso da quel corsaro frale Flonorio, sicome ho scripto di sopra ad litteram, el qual corsaro par habbi preso etiam un’ altra nostra nave. Item mandi una lettera aula dal Zanle con avisi di Consanlinopoli. Del Zante, di sier Zuan Francesco Badoer proveditor, di... Octobrio, al Capitanio generai. Li manda una lettera aula da Constantinopoli di sier Piero Zen vice baylo, di primo Octobrio, che par el Signor turcho babbi concesso (rata di some 60 milia formenli dal Cao in qua, zoè di quelle che non bisognarà per ConsLmlinopoli ; et per esser solilo li Bayli aver trala di 1000 slera, lui ha ottenuto di 2000, e cussi li vederà di cavar la mità di qua dii Cao, l’altra mità di là. Scrive, de lì è nova che PArchiducha havia rollo in Ilongaria el Vayvoda, et preso Belgrado ; ma non è certa. Copia di una lettera di Zuan Andrea Prato 177 vicecolateral, data al campo a Landriano, adì 4 Novembrio 1527, scritta ai reclori di Brexa„ Clarissimi Domini colendissimi. Aziò che compitamenle vostre signorie restino da me svisate di progressi di questi exerciti, li dico, essendo beri andato lo illustrissimo Gubernator nostro a parlamento con il signor conte Piero Nava-ro, e disputandosi di l’andar a Monza, ditto signor conte Piero disse che ’1 dovesse ben adverlir a l’andar a dilla Monza, perchè lui haveva commission da monsignor illustrissimo Lautrech di accompagnarlo fin là, ma subito accompagnalo ritornar, che così faria per hubidir; et che ’I dovesse ben examinar le sue forze e veder se erano tante che ’I potesse aquistar ditta Monza et combalere con. li inimici quando venissero per soccorrerla ; el che non essendo forte in questa maniera non laudava l’andata, perchè la vedeva molto pericolosa; tamen che ’1 se remeteva a lui, olirà etiam che in ditta Monza erano intrale molle bandiere di fanti, che quando fosseno andati e restali lutti doi li exerciti saria stalo difficoltà a combatterla. La qual cosa intendendo lo illustrissimo Gubernalor, come quello che conosse benissimo lui solo non haver tanta gente che ’I potesse far dilla-impresa, li rispose che per niente non era per metersi a tal expedilion senza il suo aiuto ; che non volendo salvo venir a com-pagnar et non restar a la expedilion, non intendeva de andarli, el cosi fu concluso di l^sar dilla impresa per adesso, e il campo nostro si reducesse a Cassano dove si fa il ponte, videlicet le fanterie, che sono pochissime, el le giendarme di là di Adda a Trevi, et quelli lochi. Dillo signor conle Piero .