207 MDXXVti, OTTOBRE. 208 AltobHlo Averoldo episcopo di Fola, Legato apostolico a Venetia. Scrissi ad Vostra Signoria por le ultime mie, ch’ io me riiluria con li magnifici oratori moscoviti el il reverendo episcopo Scarentino in la città di Esio, fino che piacesse a Nostro Signore di chiamarli a li sui santissimi piedi. Tamen di poi, per le turbolentie che erano ne la provincia, et sono state sin hora, ci siamo fermati qui in Ancona, dove che staremo fino a che piacerà a Sua Santità. Apresso, aziò che Vostra Signoria babbi notitia delle cose che passano in questa provintia, ha saperà che, ha vendo questi anconitani occupato Castel Ficardo, et havendovi per gelosia della città de Osmo, posto ben 1000 fanti dentro certi capi de parta di la terra di Cittanova, che erano fora usciti et stavano io Castel Fiuarlo al soldo de li anconitani, una notte con forsi 300 di quelli soldati senza altra intelligentia de anconitani, ut ipsi dicunt, andorno ad assaltare la dilla terra di Cittanova, et inlromo dentro domandando a li cittadini una gran quantità di danari, con minazarii de sachegiarli in caso che non li dessero. Li quali dandoli bone parole et fingendo di adunare li denari insieme, mandorno secrctamente per certe getìle exlerne et fecero bon animo di volerse de-fendero. Et gionte le ditte gente, li dettero adosso, di sorte che ne amazorno quasi el terzo de essi, svalegiando el facendo lutto el resto di essi pre-gioni, con molla sua reputatone et gloria. Ad Camerino sono stati in rocca più giorni el Signor Ridolfo figlio! naturai del Duca morto et Sara Colona. Tamen di poi stando di fora a la obsidrone, el signor vicelegato de la provintia, el signor Èrcole de Varano» et el signor Lorenzo Cibo con bona banda de zente se ne sono fugiti per la porla del Soccorso, et perchè quelli di fora per certe lettere intercepte haveano notitia di la fuga che li prefati haveano a fare, fecero una imboscala per pigliarli ; la qttal cosa non gli è riuscita, salvo che di pigliar la moglie del prefato signor Ridolfo cum tulli li cariazi et bagaglie sue. Sara se ne fagì in la terra di Visci, dove sta ora assediato, et *1 signor Redolfo non se sa anche 134» dove se sia salvato. La rocca di Camerino pur sla anche a devotion del signor Redolfo ; ma horamai si doverà rendere perchè non tiene victuaria alcuna, et el vioelegato sta in Camerino allogialo con tutte le sue gente. Mando ad Vostra Signoria le incluse del Io- I cotenenle de la città de Esio, aziò che eia vedi queli avisi di Napoli et di Roma, et tutto quello che lui me scrive. De Andrea Doria havemo monsignor reverendissimo di Ancona et io per molti altri riscontri da più bande, sichè forse Dio ne vorà incomintiar ad aiutar. Tengo lettere dal mio locotenenle che governa el stato temporal della mia chiesia, de 20 del passato, che mi scrive esser comparse ivi tanta moltitudine di formiche con le ale, che ultra che coprivano tutta ¡a terra, che anche ottenebravano et oscuravano tanto l’aiere, che non si vedeva appena. Et mi avisa ancora esservi venuto questo anno una infinità grande di sorci, che si estendono per tutto quel regno, intanto che dubito che le locuste con li serpi, che furon in tanto numero l’altro anno de li, insieme con el portento di lle formiche et sorci de questo anno non denunziano alcun gran male ad quel regno : et del tutto fiat voluntas Domini. Sono circa sei giorni che venero certi mercanti da Syo qui, quali refersero che ’I Sofì et il Turco erano pacilioati insieme, et che ’I ditto Sofi havea mandalo al Turco 400 cameli carichi di seta lavorata; il che, se è vero, sarà una mala nova per la povera chrislianità. Mò quarto giorno passò de qui frale Felice spagnolo, ordinis sancii Augustini, che già fu hebreo et famigliar del reverendissimo Anconitano, quale è stato mandalo da Nostro Signore a questi reverendissimi cardinali che sono qui, et ad quelli che sono congregali in Parma. Et per quanto ho potuto cavare da lui, non mi pare che Sua Santità vogli che se fazi la congregatione di cardinali in Francia, qual procura con tanto studio Ebora-cense per salisfatione de li serenissimi re di Fran-zia el de Ingilterra ; pur anche non vuole che si disperino, ma che se li dia buone parole aziò che non relardino de auxiliar le cose de Sua Santità et de la Sedia Apostolica. Referisse el ditto frà Felice che li sp.ignoli fortificavano grandemente el castello, et che vi haveano posto nitro infinita quantità di victuarie et di legnami, et che Roma era totalmente libera di pestilenlia; et cosi ho anche per molti altri riscontri. Al presidio di Roma erano restati solamente per governar el signor Alarcon el missier Hironimo Morone con zerca 1300 fanti m tutto. Haveano fatto bandi che tutte le vigne jgg de prati se dovessero videgare, perché haveano fatto impir tutte le trinzee falle al castello, et vo-leano far tagliar tulle le vigne et spianar tulle le case dei prati per magior sicureza.