547 MDXXVITI, FEBBRAIO. 548 cosa vorei a mia satisfacione potere exprimere a la Sublimità Vostra la letitia eh’ io ne ricevo et l’obli-gatione che io sento di ciò haverli. Le quali veramente sono infinite. Il perchè, non confidando di potere altramente esprimere, dico eh’ io mi reputo più satisfatto et contento che mi trovassi mai, et obbligatissimo a la Sublimità Vostra per questo solamente tanto quanto esser potessi per qual si voglia allro grandissimo benefizio eh’ io da lei ha-vessi potuto ricevere, havendo ella con questa demoslralione superate et unite tante cative opre conira me fatte da mei malivoli, et con la iustitia manifestalo a tutto il mondo la innocenti mia, la quale et la prudenza et bontà di quella infinite, mi hanno del continuo fatto firmamente sperare quello exito che hora hanno hauto le cose mie. Et però, con quella efficalia eh’ io posso maggiore et quanto debbo, ne ringratio bumilmente la Sublimità Vostra, ben però come di cosa da me per i detti respetti aspettata con certezza. Et ben-ch’io non potessi tanto offerirli che i meriti de quella non richiedesseron molto più, et che però non confidi di potere neanco forsi abastanza satisfar in questa parte, nondimeno io son certissimo che abundantemente satisfarò me medesimo di fare adesso et per l’advenire, si come per il passato ho fatto, tutto quello che a me sarà mai possibile per servizio suo ; et anco più se più si potesse senza riserva alcuna nè de la persona nè de la vita o de altro ; perchè nè questa spendere, nè quella travagliare potrei più honorevolmente, nè con più 354* mia satisfadione. Et però con ogni sincerità et fede gli oliero tutti gli anni mei, i quali prego Dio fazi Che habbino da esser longissimi, non per altro più o tanto quanto per potermi più longa^ mente mostrare in servigio di quella, per il quale se diece vite havessi con più figlioli, stato et fa-cultà che non ho, il tutto exporei di bonissima voglia a tutte 1’ hore quante volte accadesse. Et rendasi certa et securissima la Serenità Vostra, eh’ io sia tanto prompto a corere con essa lei una medema fortuna, quanto desideroso di viver lon-gamente contento. Et con questo per hora fazio line. Recomandandomi bumilmente in sua bona gratia. Da Todi, a li 27 di Gemro 1528. Summario di lettere di Udene, di sier Zuan Basaàonna dolor, locotenente, di 29 Zener 1528. • Manda una deposition di uno Stefano da Vitella sta mia 4 lonlan de li, et ha scritto al podestà di Monfalcon mandi li a Trieste a intender la verità ; et scrive haver mandato uno explora-tor a la volta del principe Ferdinando per inlender li andamenti soi. Stefano de Viialta, partito heri da Trieste a hore 17, referisse haver visto il capitanio Rauber gionto li a Trieste uno di questi giorni con forsi 100 fanti spagnoli sotto dui capi, per quanto loro diceano. Item, referisse haver inteso li a Trieste come a Gorizia et Gradisca si aspetta missier Nicolò da la Torre capitanio de Gradisca con cavali 400. Adimandalo di la sorte et qualità di cavalli venuti con il Rauber, rispose i sono tutti a la corvata, et li fanti sono spagnoli, per quanto de Il se dice. Item, dice, Venere passalo i feceno star le porte di la terra di Trieste serate fin a mer.o zorno, perchè loro capitani sleteno in consulto ; et li era etiam il capitanio di Gorizia et quello di Duin. Adimandato si 1’ ha inteso la causa de tal gionger de cavalli et fanti, rispose : « Chi dice esser rollo il campo del Principe, et chi dice che i voleno romper guerra in queste bande ». Adimandalo se ditti cavalli et fanti sono alozati in Trieste o de fuori, rispòse tulli sono alozati dentro et non se parteno mai fora, salvo che l’allro giorno i andorono fora et preseno nove mugisani 355 quali parte hanno lassato et parte non. Adimandato quanti zonii sono che ’I se partite di quà per andar a Trieste, rispose : « El zorno de San Se-baslian furono 15 zorni che me partii de qui et andai là per veder di trovar da lavorar ». Lettera del ditto, di 30 Zener. Da Alexandria, di sier Marin di Prioìi, 3551) qu. sier Domenego, viceconsolo, di ultimo De cembrio. Scrive il zonzer di le gatte 11, el li gar- |1) La Ctrl* 355 • è biacca.