65 MDXXVir, SETTEMBRE. 66 provedilor sora i dacii, qu. sier Zuane ........303.71:1 i Sier Bertuzi Zivran fo di la Zonta, qu. sier Piero...... 569.517 f Sier Maño Lion fo avogador di común, qu. sier Mafio .... 579.509 Sier Domenego Pizamano è di Pre- gadi, qu. sier Marco .... 396.693 In questa matina, sier Gabriel Venier, vaoraloral duca di Milan, si partì e endù a Padoa, e de lì a Lodi. Vene in Collegio questa matina l’orator di Milan, et si alegró di l’aquisto di Alexandria. Vene in Collegio l’orator di Fiorenza e fece lo instesso, dicendo saria bon, auto Milan, si andasse col campo in Toscana. 43* Di sier Piero da ehà da Pexaro procurator, oraior, dal campo apresso Alexandria, di 12, hore 10, vene lettere tardi. Come nostri erano intrati in la terra in quella sera. Li capitoli sono salvo l’aver e le persone di tulli, le artellarie restino in la Ierra, li lanzinech dieno andar in Alemagna a bandiere spiegade, ma pono star nel campo per 5 zorni per veder di aver do page dieno aver da Antonio da Leva. Li spagnoli erano nel Bosco, se li perdona, et li fanti italiani, quali dieno zurar di star mexi 6 a non venir contra la liga, et per obslagi reslano li capi, ut in capitulis. La copia sarà qui avanti scrila. Scrive esser stato in quella sera da lo illustrissimo Lulrech, et alegratosi di tal acquisto, esortandolo a non perder tempo e venir, seguendo la vittoria, e passar poi e tuor la impresa di Milan, o qual li par, con allre parole persuasive. E1 qual Lulrech disse che al lutto bisogna venir avanti. • 44 Die 12 Septembris 1527. In Rogatis. Consiliarii. Capita de Quadraginta. Sapientes Consilii. Sapientes terrae firmae. Non essendo slà accetala per questo Conseio la excusation del nobel homo sier Francesco da chà da Pexaro electo ne li proximi preteriti giorni Pro-veditor gener.il in campo con conditione de non poter refudar sotto le pene contenute nella parte ultimamente presa, Ira le quale se contien el bando di là da Quarner, over di là di le alpe per mexi 6; et havendosi ditto nobil nostro come obedientissimo subito rimosso dalla administraron di le cose pu- 1 Diarii di M. Sasìuto- — Tom. XLV1. bliche et pagato già integramente la pena pecunia-ria, che è de ducati 300, come apar per la fede fatta per i Avogadori nostri de Comun ; et essendo uno de li conlini prediti che è le alpe per la condì lion dei tempi, sì della guerra come della peste de non potersi usar, et l’altro etiam non senza periculo del mar; nè possendo esso nobile nostro etiam per la non molla prosperità sua andar ai diti confini : da la qual etiam è processo che ’1 non ha possuto acelar el carico de ditta provedaria, come era suo desiderio, è conveniente usarli de la benignità et cle-mentia che in simel casi etiam ad altri è stà usata, però; L’anderà parte, che per autorità de questo Con-seglio sia statuito che ’1 prefato nobil nostro star possi nelle terre etluogi nostri fuori di questa città nostra et el Ducato per el ditto tempo de mesi 6 et satisfazion del suo bando, come è ben conveniente. De parte 161 De non 31 Non sincere 0. Die 15 dicto in Maiori Consilio. Posila fui t per Consiliarios et Capita de Quadraginta. De parte 826. De non 272. Non sincere 0. Copia di una lettera di Zorzi Sturion capita- 45I) nio di fanterie in campo a Marignan, di 13 Septembrio 1527, a sier Tomà Moro. La mia solila spia venula da Milano referisse, che beri a hore 22 in circa, li spagnoli in gran pressa se partivano da Milano e racomandavano le lor ba-gaie alli lor patroni di casa, et se diceva che andavano a Pavia. Per quella terra se dicea aver cridato Franza, et aver amazato alcuni spagnoli, cosa che non credo, perchè penso, quando tal cosa fusse stata, se ne saria sentilo nova da più canti; ma quanto essa spia riferisce che in Milano se diceva, tanto scrivo a ' vostra signoria. Refferisse ancora esser fallo un bando in Milano da parte del signor Antonio da Leva a pena della forca, che ogniuno che venga di campo, di francesi 0 di questo, et vada a Milano, si debbia (1) La carta 44* 4 bianca. 5