665 MDXXVIII, FEBBRAIO. fare, per bavere io visilato li pregioni et li feriti, et examinali li patroni et privati soldati ultra li signori etc. E1 signor dnn Ugo, deliberando liberarsi de questa armata (del) Doria per far aiutar levictualie et specialmente I’ uso delli molini de Castel la mare et Scauli, armò le sei galle, doi fusle, tre bregantini et molti balelli di nave, et formile de 700 capali soldati tolti per nome di più compagnie; et confidandosi nella virtù et numero de’ soldati, sperava de fugarli overo spaventando desfarli. Et perchè non si poteva far senza il signor Marchese (del Vasto) fu forza che ancora lui montasse per far montar li altri, et lo signor Ascanioel lo signor Cesare Feramosca et molti allri animosi cavalieri. Sentendo questo, el conte Filippino ricercò 300 fanti a monsignor de Lau-trech. Et don Hugo fece vela a ^ausillipo la sera ove si cenò con solennità, et la malina passò in Capri ove si desinò parimente a sono di clarini et aque fresche con grossa dimora. Et quanlunque esso signor don Hugo et lutti li soldati non pensa-seron che’l Conte li aspettasse, et secondo la promessa fatta al Principe (d'Orange?) pensava de ritrovarsi bastandoli questa mostra, pur se deliberò spengersi olirà al capo della Campanella con il voler de (ulti li patroni et homini de mare, incitato dal faclo et dalla bravarla delli soldati, et più per una predica in furma qual li fece Consalvo Barella, heremita in 440* Capri, exorlando l’armata a voler liberar tanli valenti homeni spagnoli quali longo tempo erano alla catena de quelli mori, bianchi, genovesi, et fu lai che che me diceano questi signori che non fu più udito alcuno che parlasse del ritorno. El così passò sopra la Campanella et sopra lo altro capo piccolo de Concha. Le.....et le prediche in questo mezo dettero tempo che’l Conte imbarcò 300 archibusieri con el capilanio San Remi, quali passarono dal campo a Veleri vicino a Salerno, et apena fumo in galea, che l’armata cesarea fu scoperta dalla guarda de fregale el breganlin; qual parea grande, ma ben . considerala dalli galli, vedeano che non erano se non sei galee et dèi fusle in faclo, et li altri navilii erano frascarie, el non potevano pensar che non fus-seno ben forniti, dicendo sei galee vogliono asaltar oclo galee Dorie; per certo grande avantaggio de-bono portare. Pur el Conte disse : < Qua non è da fuggir: poi che havemo li fanti, atendiamo a far lai-mente che la gloria del signor missier Andrea Doria non si perda con la ruina nostra et infamia ». Et assettò ¡1 tutto che bisognava fra lo predillo capo della Campanella, sive della Minerva, el quello della AllieosR, sive de Laucassa, quali sono lontani per corda sessanta miglia. Sono doi altri capi più piccoli dentro della luna de I’ Arco, l’uno è lo predillo della Concha, et lo altro è Capo d’orso vicino a la terra de Malore. Sotto Capo d’orso è facto bon reduclo vicino tre miglia a Salerno. Drielo a questo Capo d'orso, stava il Conte con le galee ascoslo, el dice che quando so scoperse l’armata cesarea, quale havea posto più bandiere pei* galla che non ha l’armata del duca de Sessa, li parve cosa superba et spaventosa, ma poi ogniun se ne rise, ve- 441 dando che li arbori non haveano gali, sive gabiole. Erano 21 hora, el erano già posti li. ponenti de maniera, che per consiglio del Marchese, per tirar fora il Conte, lo signor don Ugo fece voltar le pope come quasi per fugir, acciò lo inimico se chavasse a largo fuora del capo per poler investire con le vele piene dando la volla. Et così fu. Il Conte uscì et loro se rivoltorono. Tulli li genovesi, quali se intendevano a cenni, in un subilo pigliorono questo parlilo de investire con cinque galìe el mandare fuora le altro tre al largo mare ad modo de fugire, con ordine che venessero de giro con il vento in popa ad investire per popa et per traverso ; il che diede poi la vittoria, naia di peritia di arie navale più che per guerra forza, de maniera che a suon de trombe et de tamburi, don Ugo con le sei galle et fusle, investì le cinque Doria. El perché era più volunle-rosa la capelania sua che le altre, le quale veneano bisce (?) a l'incanto de primo avanti alquanto de altre, se faceva avanti contra la inimica capitanea, la quale era in par con le sue qualro da li lati. Voleva il Marchese che’l signor don Ugo sparasse prima lo suo canone grosso, dicendo che Io fumo lorebbe la mira a lo inimico ; et sua signoria contradi>se con certe ragion fredde, di sorte che lo Conte sparò lo suo basalischo, el quale passò per tutta la bella prova el tutta la corsia a la pupa di tal sesto, che spazò con mi&rabil strage tutta la corsia con morte de più de quaranta homini, fra quali fumo per magior disgralia il cornilo el sollo cornilo el lo aguzino et lutti li officiali; et a la popa amazò missier Leone Tassino quale amazò altre volle el Zer-binato del cardinale di Ferrara, et similmente misse in terra Loyxi de Gusman quel famoso musico die era venuto fi per burla, el amazò don Pedro de Carlona, quello che a Milano amazò li dui fratelli de monsignor de Masino piemontese, de quali uno era ambasciatore del duca de Savoia apresso la Santità Vostra. Al comandador leardo gli levò 7 rotoli de carne de la cossa dritta, el infiniti altri maltrattali,