633 ramni, FEBBRAIO. 634 più che andari in Puia et si potrà far richi. El qual disse era contentissimo. Et cussi fo mandato a far la crida che lutti debbano tornar in galìa sotto pena di perder il suo avanzo. Dapoi disnar, fo ordinalo Collegio per la Becha-ria, dove intravidi li Governadori, Provedilori di eomun et officiali a la Becharia ; et reduti, nulla feno Fo rimessa la cosa a Sabato. Di Bergamo, di motori, fo lettere di . . con arisi hauti da Coyra, del Grangis, qual scrive haver mandato di sopra el certo erano zonti li 100 milia ducali di Spagna per far fanti ; el in la Baviera fevano fanti, non si sa per Italia o per . Munga ria. Noto Fo dito esser aviso in forestieri, che lan-zinech a Koma un’ altra volta l’haveano sacbizala. Di Verona, di reofori, di 23. Come questa sera sono venuti di sopra gente, qual dicono esser gran fama et preparamenti di voler venir gelile in Italia et presto ; ma da Ysprurh in qua nulla adunanza di gente si vede. El conte Girardo di Ar-elio è andato per le poste a la volta del Principe, et cussi Gtstelallo. Li soi dicono per resolversi per una dieta se dia far in quelle bande. Di ditti, di 24. Come hanno, a JYenlo esser venuti dui regenti a veder le barche et i ponli el F arlellaria ; et fassi gran rumor ili voler calar in Italia. Tamen si ha, per quelli vengono da Vienna, 417 el Principe ritornar a la volta di Hungaria, el lo dicono per certo. Heri qui fo pioze toni et lempesta al corer del palio, el lo hebbe il cavallo del marchese di Manloa. Di qui ogni di de ordine del vescovo si fa oration. Adì 27. La matina fo lettere del procurator Pexaro, da Sulmona, di 18 et 19. Come stando aspectar il conte Piero Navaro con li fanti, qual lo mandò a chiamar da F Aquila per veder di ruiuar quelle zente che scrisse per le altre erano 5 mia lontan de li; el qual zonse a bore 23 con le sue bande li a Populi, et la sera doveano andar li a Sulmona, perchè li 4 miglia erano zerca 2500 tra lanzinech di quelli gii condutli per il Viceré passalo et II fanli ital ani erano in F Aquila con il conte di S. Valentiano. El lui Procuralor tien non aspeterano, ma andariano alla volta di Napoli, et verso loro havia mandato domino Francesco da Casale con certo numero di cavalli el fanti. Avisa, monsignor di Lulrech quel giorno dovea zonzer a Civila di Chieli con F exercito. ltem, per quelle di 19 scrive il suo zonzer a Sulmona con il colile Piero Navaro ; et che inimici erano più grossi di quello scrisse; li quali erano prima a Capislrano. Et volendo lui mandar zente a Lanzano per haver quella terra, inteso li inimici esser retrati a Castel di Sanguena, con i qual sono il Viceré, Fabrieio Maramaldo el Sara Colonna con zente d’arme 15 mia più in li nel conti di Taiacozzo, hanno terminato mandar una più grossa cavalcata contrn di loro per veder di poter poi andar sicuri verso la Puia, et non venisseno a recuperar le lerre aqui-slate in F Apruzo. Unde Zuan Joachin andò a Populi a parlar al conte Piero Navarro et meter ordine di queslo. Scrive vorrà esser in colloquio con Lulrech qual era a Civila di Chicli. Del campo, di Cassan, di Zuan Andrea Prato cavalier colatemi generai, di 23, vidi lettere particular. Come li 22 cavalli a stralioli che fo tolti per inimici el conduti a Nitiiola apresso Novara 4 mia, dapoi li andò il signor Cesare Fre-goso con do pezi di arlellarie et grossa fanlaria, et li era dentro 350 fanli, el lo prese per forza et sachizò ; et amazati alcuni fanti, il resto si rese a descrilion, et recuperò li 22 cavalli et di più ne ebbe 130. È sii una bella et honorevole impresa. Vene l’orator di Milan con «visi il suo Duca 417* esser zonto a Cremona, el heri se imbarcava in Po per il volo suo. Vene l’orabr di Mantoa per cose particular. Veneno li galioti di la galia Dandola al qual in Collegio fo persuaso dal Serenissimo a voler tornar in galla altramente perderiano le sue refusure; andando in la Puia si farano richi. Li quali risposcno voler prima perder tutto che ritornar. É stati mexi 48 fuora, et veneno via. Si alen le a expedir il Capilanio del Golfo, qual fin 4 zorni partirà ; el le do fuste. In questa malina, in Quarantia Criminal, per il piedar di sier Marco Antonio Coniarmi avngador di Commi fo Baralo il caso seguilo di sier Lunardo Justinian fo di Progadi, qu. sier Unfré, qual per certa cadenella che li manchò aferoe uno fiol di sier Vicenzo Zen qu. sier Tomi el cavalier, eh’è ili exilio, et lo baté tanto con bachete nudo, facendoli ............. El dillo sier Lunardo Justinian fato venir a Fofi-cio confessò il tutto, et tolse il suo constilulo, el messe di rolrnirlo. El li parlò conira sieh Antonio di Garzoni el XL, di sier Ilironimo, dicendo non acade retention quando si confessa il delitto ; et doveria menarli) come reo, et lui potersi difender con li soi avocali. Horandò la parte: 3 non sinceri, 12 di no, 24 di si. Et fu preso.