613 MDXXVIII, FEBBRAIO. 423 Ser Io. Maiheus Bembus, Caput de Quadraginta. Rizercando le presenle occorenze importantissimo una valida et gaiarda provision de danari, ¡■essendo ben conveniente che li sabiecti al dominio nostro quali voleno il suo non obstanle la guerra presente, sentano qualche incomodo et interesse ne le intrade sue, vole che tutti li habitanti ne le terre et lochi nostri sì da terra come da mar et cussi ecclesiastici come seculari, nemine excepto, pagar debino a la Signoria nostra per una volta tantum uno soldo per lira di quello clic hanno de intrada, et li habitanti ne li territorii che hanno da ducati 10 in suso de intrada a l’anno debano similmente pagar el ditto soldo per lira, et quelli che hanno solamente ducati IO et da lì in zoso non siano obli-giti alla graveza presenle, exceptuati solamente li habitanti in questa città perché sono tansati el de tempo in tempo pagano le sue tanse et altre gra-veze, che vieneno poste ; quelli di le terre et lochi nostri di terra ferma siano obligati pagar la ditta gravezza la mità per lutto il mese di Marzo et l’altra milà per lutto il mese de Luio prosimi venturi con don di 15 per 100, et quelli da mar et habitanti nei territori! la debino pagar per tutto il mexe di Avosto venturo con il don soprascritto, el quelli che non la pagerannoallf dilli (empi, quali passali siano astretti pagar senza alcun don et senza remission alcuna. Li danari che si extr ¡zeranno da (erra ferma siano deputali a le presente occorenlie, et quelli da mar a l’armada, et la execution di l’ordine el deliberation presente sia commessa a tulli li reclori de le terre et lochi nostri prefati, quali con tulli quelli ordeni li parerà meglio et più a proposito debino con ogni solitudine atender si-cliè da cadauno indìferenter sia scossa la gravezza sopradilta, «ziò la Signoria noslra in tanto importantissimo bisogno so possi servir del danaro quale cederà a beneficio universale. De parte 59 — 41 De non 24 -- Non sinceri 26 — 47 424' Bcctoribus Paduae. Non dubitando a quella magnifica et a nui carissima comunità et (¡defissimi nostri esser comperili La carta 423 * è blanM. tissiino in che stalo siino bora conslilule le cose di la presente impresa, et quanto si possi sperar nella divina bonlà, che non mancando a se stessi sii ogni hora più per secundar li prosperi progressi di lo exercilo di la liga nostra producendoli a auel fine che si desidera, che è la quiete et tranquillità de Italia el conseguentemente ilei Stato nostro et cose loro proprie el particolare. Per il qual effeclo habiamo noi già tanto tempo insudato et effusa una immensa quantità de oro, et lulla ora convenendo ritrovar grossissima suinma de danari per supplir a questo instantissimo bisogno comune, forzia ne è usar di l’opera di quelli che sapemo esser (¡defissimi et devotissimi del Slato nostro, da la conser vatioti del qual dipende la loro particolare. Et però habbiamo deliberalo scrivervi le presente, cornei-tendovi cum Spnatu die con quella accomodata et efficaze forma di parole die n\agior potrete, facto prima intender ad essa magnifica comunità el fide-lissimi nostri quanto vi predicemo, rechieder li de-biale in nostro nome uno impresledo de ducali 10. rnilìa, quali se li restituiranno de quella instessa sorte danari che per il Senato nostro fu deputata sotto di 21 Zugno proxiino preterito alla restitution de P impresiedo che alhora se gli rechiese, qual re-, stitulion finita dilla obbligation habbi a principiar el continuar fino ad integra restitution del presenle impresiedo Et a quelli che le pigeranno p