103 «IDXXVII, SETTEMBRE 104 13 mcxi, et speso, impegnato et venduto quanto havemo haulo; né li havemo cum che dispegnare lor arme et cavalli, excepto a nui et a !a nostra consorte sono restali pochi di arzenti et catene, quali al presente mandemo impegnar over vender, non le possendo impegnar. Di che pregemo vo-74* sira magnificentia, per quella inala bontade quale sempre havete havulo In vui et amatola in li altri vostri amici, el per la passion de Cristo, voliate aiutar a questo nostro scrvitor nobil Martino Hoteovich, che possa questo poco oro cl arzenlo impegnar, over vender, aziò che anche nui fazia-mo nostro debito; benché poco podemo far con questa picola summa.de danari, tamen, particella alquanta, privo de tanta levaremo et despegnare-mo, et se inviaremo verso nostro patrone, mille morie per niente slimaremo prima che non se ne andar da la sua Serenissima Maestà, qual è tradita per li sui, el nui cum essa, nè mai ne volse mandar unico denaro per esser informalo per quelli lui Iraditeno nui esser in favor de alemani, nè nui havessemo con che levarsi per andarsene a la Sua _ Signoria, per haver speso ili nostri olire 40 mila ducali el cussi senio restali senza niente, quando al pili bisogna a la Illustrissima Signoria, nè ose-mo; nè el tempo consulla potere over dover credere perchè a lor Signorie bisogna, ma certo ogni 100 che ne imprestasseno ge porteria mille de utile. El questo perchè ne par posser fare cum uno poco tal cosa quale se teneria a mente per molli anni apresso li boni, et saria utilissima a questo Sialo, perché qua è nuova che casa d’Austria resti pacifica in questo regno hongarico. Se potessimo haver al presente 10, over 8000 ducati, promelemo la fede nostra di poter fare lale cosa cum aiuto di lo Onnipotente Dio, che terza parte de le spese el aparali fa questo Stato veneto bastaria. Et a questo voriamo obligare l’onore et vila nostra, insieme tulio il Stailo nostro, ma che è indarno a parlargene, perché dimora non è el uno tanto non se ne dona cussi presto. Almanco pregemo vostra magnificentia ne voglia aiutare di questo supraditto, et credere di quello vi dirà questo nostro servitore Martino per nome nostro. A quella si recomandemo, et ne humilmenle raccomandate al Serenissimo Principe. Scritta in Volica castello nostro, a dì primo Septcmbrio 1527, nè ha soltoscrilion. A tergo : Magnifico missier Zuan Antonio Dandolo patritio veneto, amico honorandissimo. A di 24. La matina, iusta il solito, fo lettere di 75 le posle, videlicet prima quelle vene beri sera, che non fo lette in Pregadi, zoè queste : Di sier Piero da chà da Pexaro procura-tor, orafor, date al campo a V Ochiobianco, a dì 20. Come sono sora Tesino et passeranno ; et altre particolarità. Et per lettere particular del ditto campo, di 20, vidi questi avisi. Come a dì 15 in Milan el signor Antonio da Leva havia concluso nel suo Consiglio tulli li spagnoli habbino a restar dentro de Milan, et italiani et lanzinech habino haver la custodia di Como, Pavia, LecoelTrezo. El conte Bru-noro da Gambara resti governator in Como, il conte Ludovico Belzoioso governator in Pavia, li quali omnibus computatis sono da 5000 vel zirca. La farina é cressuda a uno scudo la soma. El dillo conte Antonio ha fatto provisione de molti scarpelini et altre cose necessarie per brusare et ruinare li borgi di Milano, non polendo far allro, et da poi potendo relirarsi in castello. El conte Filippo Tor-nielo è sta svalisato insieme con tutta la sua compagnia da francesi. In questa matina siamo giunti qui con l’exercito ; damalina, a Dio piacendo, se levarem > et andaremo sopra Texin, dove troveremo il ponte, et secondo succedarà le cose, aviserò. Dal campo, da Marignan, del Proveditor generai Contarmi, di 21, horc 3. Come hozi era zonlo lì in campo il signor conte di Caiazo no-viter conduto a nostri stipendi, cum 1000 fanti elecli, el belissima zenle et 150 cavalli lizieri. Etiam è zonto.....era contestabile, con 200 fanti sopra il Polesine ; sichè horamai par si ritrovi il campo .... francesi si aproxiina a loro. Vene in Collegio monsignor di Baius, et siete longamente, dicendo.......... Da Fiorenza, di V Orator nostro, di 20. Come el principe di Orangie capitanio di le fanlarie di cesarei havia manda a dimandar a quella Signoria salvoconduto pervenir a Ferrara, et ge l’bavevano (dato?). Da poi disnar, fo Conseio di X per expedire sier Alvise d’Armer fo proveditor da mar, qual è retenulo nel Collegio di le biave ; ma non si potè redur, mancò li Savii di terra ferma. Et cussi a hore 23, licenliata la Zonta, restò Conseio di X semplice. Fu posto una parte, per i Cai di X, et presa, che in tutti li Consegii si baloti con bossoli occulti il procieder.