463 MDXXVIII, GENNAIO. 464 Et li rispose sicr Antlrca Trivixan el cavalier savio del Conseio era in selimana, dicendo fa per nui haver il Papa benevolo, non li dar la negativa acciò non si accordi con spagnoli ; et che il Collegio ha trova questo espediente di elezer l’orator sicomc li havemo scritto ; et che non si voi dar le terre, ma andar la risposta prolrahendo in longo. Dicendo, missier Lunardo Emo è passionado per haver possession suo fio! lì a Ravcna, et non bisogna li Stadi et quelli è al governo far cussi ; con altre parole etc. Et il ditto sier Lunardo Emo et sier Gabriel Moro el cavalier meseno indusiar. Andò le parte : 52 di sì, 150 di P indusia; et questa fu presa. Et fo comandò grandissima credenza et sagramentà il Conseio. Et veneno zoso a bore 4 dì notte. In questa malina gionse in questa terra, venuto per la via di Chioza, il reverendo domino Zuan Malheo Giberto, olim Datario, episcopo di Verona. Vien da Orvieto. Era uno di obstasi; fugite di man di lanzinech. Va a star a Verona al suo vescoado. Alozoe a Santa Trinità in casa di domino Zuan Francesco Valier canonico di Padova, di sier Carlo; el qual è venuto a la cavalcharesca. Non ha habiti da prelato; diman si vestirà. Et subito zonto, andò a visitar monsignor di Baius el qual lo menò poi a disnar con lui a chà Valier ; et poi disnar andoe solo con li soi a San Nicola da Tolentino a visitar il 300* padre episcopo di Chleti che li sla, olim a Roma suo amicissimo. Fu posto hozi in Pregadì, per li Consieri, una grafia a Lodovico Ariosto nobel ferrarese, familiar del signor duca di Ferrara, qual compose Orlando Furioso-, et volendo reslampar con alcune sue co-retion, voi per anni IO niun lo possi stampar etc., ut in parte. Fu presa : 126, 14, 3. Fu posto, per li ditti, un' altra laia a Verona di dar autoritàri proclamar et meter in exilio di terre et lochi etc., tre nominali in la parte, li quali hanno commesso homicidio conira Zuan Avogaro canze-lier dì la comunità de li ; con laia lire 1000 vivo et 600 morto, ut in parte. 135, 5, 6. Fu posto, per li ditti, una (aia a Monfalcon di certo caso sequilo proditorie conira una donna, come apar per lettere del Podestà dì 12 Octubrio, bandito di terra et lochi con taia ut patet. 124, 2, 4. Fu posto, per lì ditti, una gratia a maistro Zuan Mainardo fisico, qual ha composto do opere nove, in phìlosofia intitolata a missier Alfouso Troto nobile ferrarese, zoè la tradution di l’arte di Galieno ; et uuo libro di epistole medicina!, che per anni 10 altri che lui le possi far stampar. Fu presa : 126, 14, 3. * Fu posto, per li Consieri, una taia a Monfalcon, lettere del Podestà di 12 Octubrio, che uno Borto-lomio fio! di Tura di Villa di San Piero in la Villa Caiosa proditorie amazò Lucia relieta qu. Luca di ditta villa. Pertanto habbi libertà bandirlo di terre et lochi con taia vivo lire 600, morto 300, ut in parte. 124, 2, 4. Adì 8. Fo il bià Lorenzo Justinian. Non 301 si varda per la terra, et li oflìcii sentano; et è mal fato. Fo primo patriarca di Veniexia et nostro nobile. A Santa Maria di I’ Orlo, perchè fu frate di quel ordine, fanno gran festa, prediche et oflìcii etc ; et cussi a Castello dove è il suo corpo. Nolo. Per li avisi hauti che vien assà formenli, le biave comenzano a calar; di gran grosso lire 12 ; di gran menudo lire 15. Da Todi, di sier Alvixe Pixani procurator 301 proveditor generai, fo lettere di 3. Dapoi disnar fo Conseio di X con la Zonla, et fono sopra il caso di sier Jacomo Badoer sopracomilo, qual per il caso di sier Al.vìxe d’Armer proveditor da mar. Fo mandato per lui, si apresentò a le prexon, ma va per tulio. Et questo fu il secondo Conseio; et menalo per 1’ Avogador di comun sier........Posto il procieder, 14 non sincere, 10 di la parte, 14 di no. Pende. Sarà expedito et asollo uno altro Conseio. Itcm, fono sopra il caso di Lorenzo Passa -monte da la Zuecha, incolpado mandava fave in terre aliene ; ma il processo è defetivo. Posto il procieder etiam di lui, pende. Da Bologna fo lettere del procurator Pe-xaro, di 5. Adì 9. La malina et tutto il zorno fo gran pio* za ; nè fu lettera alcuna da conto letta in Collegio. Vene in Collegio il reverendo domino Joan Ma-teo, olim Datario del Papa et episcopo di Verona, fiol di domino Franco Giberto zenoese naturai, clerico di camera del Papa, con il qual non si voleno bene È di età anni 29, poca statura. Et era acom-pagnato da do zentilhoraeni in negro, sier Lorenzo Bragadìn et sier Gasparo Contarmi. El qual sentalo apresso el Serenissimo, vestito con una capa di zambelolo negro, et rocheto di solo senza capuzo, usò alcune parole: come è servitordi questo Stado, el era venuto qui per andar a galder il suo vescoado. Il Serenissimo li usò graie parole. Dapoi disnar fo audientia di la Signoria, et li