173 MDXXVn, OTTOBRE. 174 forno li primi ad entrare, combatendo et expul-lli* sando li nemici, con pochissimo danno di questo rxercito. Da poi la expulsalione de lo inimico, la città è ila tutta a sacco, fatto prcsoni dal canto nostro ad usanza di bona guerra. De quelli de la terra non è perito alcuno, nè non periranno altramente, salvo ne la roba, et pagare qualche taglia come si serva ; vero è che de guasconi, lanzinechi et altra gente barbara hanno usato qualche mali termini de tralamenti a la usanza loro, non di equiparar a la mililia de italiani. Nè per questo mi occore dir altro. Speremo di bene in meio farne de le altre onorevole, di le qual vostra signoria ne haverà aviso. Di Antonio da Castello capo di coloneìlo, da Pavia, a dì 5, a sier Gregorio Pizaniano. Sapi la rnagnificentia vostra, come a 21 hora vel circa, noi semo intrali in Pavia per forza, benché si dice che in quell’ hora il conte Ludovico era andato a parlamento con monsignor Lutrech. Fo in quella hora dato lo assalto, et li poltroni fecero poca difesa. Per non haver io il tempo, et per non mi sentir io troppo di bona voglia non vi scrivo a longo, ma vostra rnagnificentia la intenderà da aialtri, non altro etc. Di sier Domenico Contarmi proveditor generai, del ditto campo, di 5, hore 4, vidi lettere. Come si ha hauto Pavia, et il danno fatto è stà per malignità di quel Belzoioso, qual, visto se li voleva dar la batlaia, se bulò fuora de le mure et andò da Lutrech, el qual l’ha donado a quel di Castion. Scrive, le nostre zente d’arme sono d’altra sorte di quelle di nostri collegati, perchè loro è molto crudelissimi, el bevendosi fatto una gran baltaria per nostri a uno baslion el taià di sotto, nostri mirarono dentro a scaramuzar questa malina, ma li fo fato comandamento non intrasseno, pur poi li nostri introrono prima di altri, et di quelli dentro fo morti zerca 20. El poi intrali, el elarissimo Pe-xaro et lui Proveditor zeneral, montali in una barca a la volta di Texin, introrono in la terra et a caso in uno monastero di S. Bernardin, dove erano monache di Santa Chiara observante, nel qual zà erano intrali guasconi el sguizari, et volendoli cavar fuora, mai poteno, unde con gran fatica ca-vono senza portar nulla però da 75 donne belle et nobili monache, el il Pexaro era a la porla, el da 100 altre donne erano redute lì per salvarse et putti, et quelle poste in chiesia et fattoli dar pan et vin ; che è stà opera mollo pietosa. La terra va al sacco. Si vederà di far la impresa di Milan. Et scrive voi veder di recuperar più balote di le noslre che ’I potrà, che sono stà Irate in questa exlrema et inaudita baiaria. Copia di la crida fatta in campo, a dì 5 di 115 Octubrio 1527, sotto Pavia. El datissimo missier Domenego Contarmi pro-vedador zeneral et lo illustrissimo signor Jannes Maria di Campo Fregoso gubernator di lo exercito de la Illustrissima Signoria di Venelia, aziò che tutti habino causa di valorosamente exponersi a la battaglia clic si darà a la città di Pavia con il nome et aiuto del Spirito Santo, fanno asaper : che quello che sarà primo al montar sopra la baltaria el che sia capilanio, li sarà dato loco di coloneìlo; se veramente sarà locolenenle, banderaro, capo di squadra, sarà creato capilanio di fanti, et se sarà alcun altro fante privalo, over altri sia chi esser si voglia secondo le condition loro, datoli tal provisione et remuneralione, che i senlirano la gratia el munificente de la preiata Illustrissima Signoria. Di sier Hironimo Contarmi qu.sier An- jjgi) zelo, del ditto campo, di 5, hore-3 particular, eliam vidi lettere. Qual scrive, come havendo posto in ponto hozi a hore 19 per dar l’arsalto a Pavia, quelli dentro mandò fuori per capilular. In questo interim, nostri saltorono in la terra per la battaria fatta, et la messe a sacco. Et in quell’ hora il Proveditor zeneral con il datissimo Pexaro in-trorono dentro, et devedò molli monasteri, tra li aliti quel di S. Bernardin, che era in manifesto pericolo, el cavono fuora tra tolte in gropa el a piedi pule et done da numero 170; cosa che a veder faria pianzer li saxi. Et sono tal done monache che dicono é 20 et chi 25 anni che non erano ussite del ditto monastero. È compassion veder done menate via da guasconi el sguizari. Quel idiolo di Lodovico Belzoioso è stà causa di tutto sto male, et vene fora in campo per salvarsi. Scrive che, venendo lui fora di la terra con una pula in gropa et do monache a piedi el uno ligazo di apparamenli davanti, do ho* meni d’arme francesi lo fece pregion, unde cum gran fatica fo liberalo. Da Crema, di sier Andrea Loredan podestà et capitanio, di 6. Come erano lettere da Fio- (t) La cult 115' è bianca.