545 MDXXVItl, FEBBRAIO. abrusati alquanti ruolini che erano a loro grande beneficio. Queste occorentie di trovar nemici ne sono oltraraodo grate, aziò che li mei illustrissimi 353 signori et vostra signoria, mio parlicular patron, per v$ri argumenti et prove conoscano il bono voler mio a niuna cosa maiormente intento che a servirli. De bono core basio la mano a vostra signoria, et in sua bona gratia me ricomando. Le Morlara, alti 26 Genaro. Sottoscritta : De vostra signoria servitor minimo Paulo Lczasco. Vene in Collegio l’oralor del marchese di Man-toa per cose parliculur. Fo parlato in Collegio di far Pregadi hozi dapoi • vespero et stato il Serenissimo a Santa Maria For-moxa, per scriver a sier Zuan Moro proveditor di P armada vengi con le galle 12 è a Livorno a Corfù, per non ruinar più quella armada. Et cussi fo ordinà Pregadi, et far poi Cqnseio di X con la. Zonta. Dapoi disnar, il Serenissimo, iusta il solilo, con le cerimonie ducal, vestito con manto di raso cre-mexin a fanestrele con ha varo et vesta d'oro sotto, andò a vespero a Santa Maria Formoxa con questi oratori : Papa, Anglia, Hongaria, Milan, Fiorenza, Ferrara et Mantoa; el primocierio di San Marco et il Pexaro episcopo di Bado. Era solo do procuratori : sier Jacomo Soranzo el sier Andrea Gus-soni. Et tornò a San Marco con piovesina. Era etiam con la Signoria, driedo li Censori, il colale-ral zeneral nostro domino Zuan Andrea da Prato, vestito di veludo cremexin, bareta di veludo negro et una grossa cadena d’oro al collo. Portò la spada sier Francesco Foscari va podestà a Verona ; fo compagno sier Hironimo Zane, vestiti di veludo negro. • Da poi si reduse Pregadi, et fo lelo lettere et vene queste : La Cassati, di sier Thomà Moro proveditor zeneral, di 30. Come inimici di Milano, dubitando nui andar a Monza, mostrano voler andar loro lì facendo provisione di pane et altre vituarie ; ma niente ancora par si mova. Hoggi ho mandalo per inlrar in Palusco alcuni archibusieri, per esser loco molto proficuo per questo exercilo el danno non poco de inimici. Quelli di la lerra non li hanno volesti aceplar, el è sia data la impresa di la expu-gnalion del loco al signor conte di Caiazo, qual fra I Diarti di M. Sahcto. — Tom IL Vi. pochi zorni farà sentir allre nove. Scrive, voria una parte di lanzinech adesso che vien tempo di poler ussir di questa impresa, né bisogna dimorar. ltem,per lettere di hore 3 di notte, scrive. Co-me hoggi, per advisi bauli, inimici di Milano si preparavano con arlellarie per ussir fuora, et fevano pu-blica fama di venir a Melzo ; nel qual loco sono fanti 1200 de li nostri, quali in ogni occorentie, con li repari hanno fatto et fanno, seranno alti a defendersi, nè se gli mancherà di soccorso di questo exercilo. Et si ha aviso che inimici forniscono Monza; el qual loco havea animo nostri di pren- 35 3 derlo per alogiamento, per esser la chiave del monte di Brianza per proibir le molle vilualie che vanno da quella banda a Milano; nè mai ha potuto aver le forze di altri 2000 fanti per far quella impresa, che questi non erano a sufficienza per resister a le gente mimiche a la campagna, \ricorda si mandi danari, perché li ducali 10 milia che la Signoria scrisse si havesseno da li daciari del sai da Bergamo, è intrigali per non esser seguito P accordo. Desiderava esso Proveditor li fosse dato il modo di far la impresa di Milano che ha haulo sempre in animo di far, perché adesso saria con facilità ; et aspetando a primavera che calino lanzchenech seria poi dificile. Questo exercilo sla in ordine et obe-dienlia, abondanle di viclualie ; né si sente se non rarissime insolenlie, et le cosso procedono bonori-fìcamenle. Di le cosse di Lomelina, perché li nimici stanno ne le lerre serali, non si poi far alcuna impresa honorevolo finché a li nostri non si agionga do pezi di canoni con monilion che se li mandano : nondimeno lo slringeno di vituarie. Il signor Cesare el Paulo Luzasco procurano col signor Duca de in-trar in Vegevene, lassando fornita Morlara di gente. La Bergamo, di sier Nicolò Salamon podestà et sier Viceneo Trun capitanio, di .... , con avisi di sopra. Di preparalion di vituarie et fanti per calar zoso. La Udene, di sier Zuan Basadonna el do-tor, locotenente, di 29. Il summario scriverò di sotto. Copia di una lettera del duca di Urbino capi- 351 tanio zeneral nostro, scritta a la Signoria, ricevuta a dì primo Fevrer. Serenissime Princeps, etc. Ilebbi hier sera per lettere del mio oratore la nova de P esser levata la guardia che si teneva a la signora mia consorte el a mio figliolo ; per la qual 35