495 UDXXVIH, GENNAIO. 49G soccorso qualro bandiere di lanzchenech et doe de spagnoli, et doi stendardi di zente d’arme. Si dice ebe fin hora sono 3000 fanti da combalere. Noi non siamo da combattere alla campagna con'loro perchè in verità siamo troppo pocha fantaria rispetto loro ; se la cavalaria nostra vorrà far il suo debito, non passerà vituaria alcuna alla volta de 321* Milano, et tepgo li inimici non stano di qua da Ticino per altro, salvo clic per mandar vituaria in Milano. Il caslelano videìicet, era di Cremona, si è me-tuto in Vigevene con fanti si dice 500, quod non credo certo ; il numero sono in tutto 200, sono tutto il mondo. Saperà vostra signoria, come quelli de Riagrasso hanno pigliato una stafclla che portava lettere a Antonio da Leva, et scriveva il conte Filippo Tornielo, et contenevasi il campo nostro essersi posto in Mortara, et che erano poche zente, et che’l parer suo era venir con il campo a tuor tutti li castelli quali sono atomo Mortara et assediarne et farne morir da fame. Roggi che sono alli 12, il campo cesareo doveva levarsi da Novara et venir alla volta nostra per far l’efìeto d.tlo di sopra. Quel succederà non scio; nui li aspelamo cou allegreza. Quella intenderà come Paulo Luzasco s’è alterato quando ha visto il signor Cesare haver una patente, che comanda a tutta la zente che viene su Lumelina debba star alli soi comandi. Lui dice che non volo star ad sua obedientia, et che più presto andaria in Turchia; et ha spazato una statela al magnifico Provedilor dicendo non voler star sotto lui, et mai non andaria in factione se prima non ha resolutione dal magnifico Provedilor. Se l’ha raxon lassolo iudicar a vostra magnificenti», et a vostra signoria mi ricomando. Copia di una lettera di Bologna di 8 ; non si dice chi scrive. . È zonta la posta di Francia, el porla come la mente di quella Maestà et del Ite englese è che monsignor Laulrech passi avanti con quella magior diligentia sarà possibile a danni de li inimici, el che satisfi totalmente la volunlà del Ponlifice; talmente che monsignor al tulio partirase Venere adì 10, et credo pur per il camino zà scritto per il Tronto alla volla del regno. Ancora, che mente del Re è clic si vadi per la via di Roma, el per (al causa 4 galee di la Illustrissima Signoria che erano a Ligorne, et tre francese si fanno soprasedere et star a la volla di Siena, aziò pigliandosi lai camino si possi pre- 322 valere di esse. 11 Re anglico ha esborsato la sua contributione per li mexi di Novembrio el Decem-brio, el vole che Monsignor illustrissimo fazi operatone el vadi avanti ; et in tal materia il reverendissimo Eboracense ha scritto galiardamenle a Monsignor predillo. Il re Chrislianissimo manda a Monsignor predilo bona summa de danari ; credo almanco saranno pagamenti per doi mexi. Adì 17. Fo Santo Antonio, Venere. Non fo lettera alcuna. Vene in Collegio monsignor di Raius orator del re Cliristianissimo a ringratiar la Signoria del presente che il Collegio li mandò a donar, li doi cavalli turchi portò a donar il nunlio del sanzacho del ducalo. Dapoi il Serenissimo li fe lezer di ordine del Collegio la risposta fata con il Senato a l’arziepiscopo Sypontino, orator del Papa, zerca Ravenna et Zervia, et di vescoadi etc. ; il qual disse li pareva fusse freda. El partito, fu parlalo fra li Savii che è sta mal a non haver tolto la scrilura volse lassar in Collegio, tela per dillo Syponlino, quasi risposta, alento la più parte di Savii fo di opinion non la tuor. Alcuni la voi dimandar ; forsi per questo doman sarà Pre-gadi. Fu balotalo quelli popular maritimi si hanno posti a la pruova di patron di la fusta se dia armar per custodir da la Marca in qua, insta la parte presa nel Conseio di X con la Zonla ; el fo balolà con li Cai di X, mandati fuora li Savii ai ordeni et li Cai di XL. Rimase uno nominalo Sesola. Dapoi disnar fo Collegio di la Signoria el Savii, el ballolono quelli XX di Pregadi et Zonta, iudici in le diferenlie fra la cita di Brexa et la riviera di Salò. Et rimaseno questi nóladi qui avanti. Di Bassan, di sier Gabriel Barbo podestà et capitanio, di. . . Manda uno iviso haulo, conte a Trento è slà fato gran feste el soni, el Irar arlel-larie. La causa, perché le zente di l’Archiduca è stale a le man con el Vayvoda, et par le zeule ¿el Vayvoda siano slà rote el la soa persona presa. , La qual nova leda, fo sagramenlà tutti a lenir secreta. Da Cassan, di sier Tomà Moro proveditor 3.^* generai, di 15, hore 5. Avisa, nostri di Lomelina intrali in Mortara hanno trovalo some . . . milia di biava.....ltcm, poi andono a Saron, mia 25 lontano de lì, et quel loco hanno sachegiato, qual si leniva per cesarei ; el fallo bulin per valuta di 10 milia scudi.