131 UDXXVH, SETTEMBRE. 132 guitare, et amazavano tulli senza far alcun presoni, et sctiincavano tutti li cavalli, ordinando cosi Joanne da Urbin che seguitava a cavallo, et se cridava : « Carne, carne, victoria, victoria. » Et trovando le catene del castello tirate, fu facto grandissima mortalità sul ponte del castello, et su la piaza da Sancta Maria Transportina, cosi de homeni come de cavalli, et molti cosi a piedi come a cavallo se gittavano nel fosso del castello et s’amazavano. Tandem passorno alcune bandiere de spagnoli et de lanzcbinecti per sotto le catene et corseno per fine a Tor di Nona et a la Zecca, el molli fumo morti da sassate per quelli del castello, et trovando molti cavalli el fanlaric de Romani all’ incontro che fe-ceno testa, rilornorono indrelo per el ponte el pas- 89 sorno per le calcifr, et molti più ne fumo morti al retorno che prima. Et se se havesse potuto bassare la saracinesca, non saria campalo alcun de loro. El per quella malina non feceno altro, salvo a scorer per el Borgo et amazare, et non tentorno d’entrare in Roma per li ponti. Se redusse tutta la brigata a la porla del castello per salvarsi, che della gran calca molti morirno, et furono tirati dei cardinali per li merli con le corde, che non erano in palazo, perchè le porte del castello erano serate el non le volevano aprir per la gran moltitudine de gente ; et da poi cessato alquanto la furia, fumo messi in castello alcuni homeni da bene, et la moglie del signor Alberto da Carpi, et la moglie del signor Renzo da Cere et alcune altre gentildonne. Et Papa andò di sopra nel maschio, et io andai a li merli sopra la porla del castello per veder se vedeva alcun de li nostri, et non vidi altro che Marchetto, et lo feci inlrare in castello, et con lui solo son sialo fino che siamo stali serrali. Insieme col Papa veneno da palazo per lo mure el Cardinal Farnese et alcuni altri cardinali, et tre o quallro prelati, et bisognava longar li passi, perchè al passar de la fossa el intrar in castello el ponte è de legno el scoperto. Et non fussemo entrali che se presentorno molti archibu-sieri fino in su le fosse, et per quelle vie, et se un poco più presto venivano, sariano siati maltrattali dalli archibusieri. Dio ci aiutò che fossimo presti a intrare in castello, et bisognò venire più che de passo ancora qualcuno fosse mal in gambe, et molli perseno le pianelle, et io me affaticai assai in aiutar il cardina) Farnese, che altrimenle non so se haria potuto arrivare a tempo. Fu dicto al Papa che erano molta gente redutla in castello, et disutile, et che era poco grano in castello, et fu ordinato et facto una cernida el mandali fora molti inutili. El pur eravamo da poi serali in castello 950 bocche, Ira li quali non erano più de 350 persone da facti, et molte de loro poco pratici, el il capitanio era el signor Renzo da Cere. Era etiam dentro el signor Horazio Baglione et alcuni capitani de fanti. Se trovava in castello grano el vino per un mese, et qualche carne salala et formagi; fumo portali circa 40 castrali et fumo dispensati in manco di 8 zorni, et poi se magnava qualche carne salata, et un poco de persutto et formagio, et de li risi ; et invero ha-veamo bon pane, et bon vino tutti grechi. Eteramo in castello 13 cardinali el 18 prelati, et alcuni cortesani, et molli mercadanti et banchieri fiorentini, et donne et pulii assai, et a tulli se faceva le spese per conio ilei castello, che de fora non poteva venire cosa alcuna. Dormivamo 8 in una camera col cardinal Pisani, et io dormili nn mese sempre vestito. El de sopra el maschio faceva la guardia ogni altra nolle, et cosi facevano li altri prelati. Et non obstante molli senistri eh’io ho palilo, per la Dio gratia son stalo sempre bene de la persona, el non ho temuto nè fatiche, nè male nocte. Iddio ringraziato! Ogni zorno se salmizava in castello, et se diceva litanie, et (ulte le bore de dì et la nocte continuamente doi legeva el psalmista, el non mancava mai. El Papa celebrava spesso et concesse una indulgenza amplissima, la copia di la q#al mando qui alligata. Et il zorno di l’Asenzione, il Papa celebrò et comunicò di sua mano lutti li cardinali et prelati et altri che volseno. Et invero, ancora che l'us-seno molta zente in castello, pareva però che fusse una religione, et molti cardinali et prelati celebravano spesso. El castello era mollo ben fornito de arlellarie, maxime arlellarie grosse, et de ogni sorte, et ben fornite de ballote de ferro et de polvere. Vero è che ci era poca polvere fina per archibusi, pur dì et notte si lavorava a fame, per modo che non mancava; et tulli stavano Je bon animo, maxime aspettando soccorso del campo de la liga, che era qui a presso. El dì che inlrorno, che fu el Luni, immediate da poi pranso inimici feceno el suo consiglio in la casa dove slava el cardinal Cornaro, et alle 20 hore deteno l’assalto in Translevere, et tandem con qualche difficullà preseno la Porla et Trestevere. Poi combaterno li ponti, li quali fumo alquanto defesi, tandem sponlorno et inlrorno in Roma, et non trovorno più contrasto, perchè ogniuno se retirava alle case sue et si fortificorno el meglio che polcrno. Et così facli lì inimici signori di Roma