597 MDXXVIII, FEBBRAIO. 598 xando molto la crudelità loro et etiam Cesare omìsso nomine, in quelle parole : che queste calamità nascevano ab unius libidine, qui cuncta • sibi subiicere cupide admodum conabatur. Nè poteste imaginarvi con quanta gratia questo tìglio-lino pronuntiasse la oratione. Azio che de questo spectaculo ne veneste ad esser come meglio se possi pai-ticipe, vi ho voluto in freta significarvi tal cosa, et a voi mi racomando. 391 Adì 16 levrer, Domenega. La matina, vene in Collegio sier Marco Grimani procurator fradello del Cardinal, sier Marco Antonio Grimani, sier Antonio di Prioli et sier Ferigo di Prioli, tutti quatro vestili di velulo cremexin alto et basso, a dir al • Serenissimo come il capello era zonto portato per domino Anzolo Bufalo cugnato del Cardinal di Traili, venuto insieme con lui ; el qual P ha fallo restar a .... per venir in la terra con le solennità iusla il solito, et se li convien andar conlra. Pei'ò il Cardinal suo fradello vegnirà doinan a far reverentia a questo Excellenlissimo Dominio. Et cussi se partite, et insieme con altri assà parenti vestiti di seda et di strialo andono conira ditto Capello con trombe et pifari, con barche, el smontati a San Moisè vene per piaza col capello sopra uno bazil d’arzeuto con le trombe avanti fino in la soa procurata dove era il ditto Cardinal, et ge lo apresentoe ; et molli restono lì a pranso. Da poi disnar, fo ordinato far Gran Conseio, ìicet a chà Grimani dove sta sier Vetor el procurator fradello del »Cardinal si fazi una bella festa et cena, assà done et soi mariti et altri, che sarà un bel bancheto. Et non fo alcuna lettera da conto, salvo sul tardi vene uno corier di Pranza, venuto in zorni 8, nominato Pelegrin corier, con lettere di 7, di sier Sebastian Justinian el cavalier, orator, da Bocsì. Par habbi scritto a dì 4 per via di Lu-trech ; quat non è venule. Avisa il zonzer lì a la corte uno nepole di monsignor di Terbe è a li confini di Spagna, con lettere di primo di questo del fratello di Terbe. Scrive che, per uno suo qual era zonto lì et fugito di Spagna et venuto incognito, partì a di .... , riporta che a di 21 li oratori di la liga fono a la presentia di Cesare et li inlimono la guerra. Et volendosi partir, li oratori predilli sono stà retenuti, videlicet : monsignor di Terbe et Lelu Baiard oratori del Re ; item quel del re de lngalterra . ... , sier Andrea Navaier orator no- stro, et domino.....orator di fiorentini ; et di quel del Papa eh' è lì nulla dice ; et scrive come. Et quel di Anglia P hanno relenulo lì a Burgos con guarda, et li altri a Pausi mandati. Item, come havia fatto retenir in Biscaia 4 nave con formenli di francesi ; el feva proparation di danari per continuar la guerra. Et che le strade erano chiuse di 391* Spagna in Franza che niun poteva venir aziò non fosse zercato ; per il che questa nova par ‘il Conseio regio, videlicet il gran maistro et .... la comunicasse a li oratori di la liga sono lì a la corte, dicendo esser stà fate provision grandissime. Il Re havia scritto al duca di Geler li rompi guerra, et cussi a li confini di Spagna ; et havendo inteso in Alemagna si fa preparatoli di 20 mìlia lanzinech per Italia, il Re havia mandato a desviarne 10 milia et ha il modo di haverli. Mandalo a far sie milia sguizari, el voi far la guerra vigorosamente. Et scrive che P orator cesareo, è qui a la corte, ha inteso il Re P ha latto retenir. Item, il Re ha scrilo in Ingallcrra di questo, et debbi romper guerra a P Imperator. Item, scrive come in Biscaia moreno di fame, et si Franza lien non li vadino victuarie, morirano tulli. Item, altre parlicularilà, ut in Ut-teris. Et lecle queste lettere, parse molto di novo al Collegio, et fo comandà credenza et sagramentà tutti. Et ordinato Pregadi da poi Conseio per lezer le lettere et far provision. Et fo mandato per monsignor di Baius venisse sul lardi in Collegio per saper si P havea nulla di tal relention Et fo parlalo di relenir l’oralor cesareo è in questa terra. Da Verona, vidi lettere, di 14, particular. Come dì sopra li rai (?) sono ancora retenuli et se cargano le munilion per Trento ; ma non si fa union dì gente da Yspruch in quà. Anzi si mormora che li lulherani, inteso che li voleno dislru-zer, si vanno preparando da defendersi. Si questo fusse, saria un miracolo. Da poi disnar, adunca, fu Gran Conseio, et non 392 vene il Serenissimo ; et ordinato Pregadi da poi Conseio. Et tulli quasi P intese la causa, per la re-tention di oratori in Spagna, moto grandissimo, insolito, el conira ius gentium. Fo per sier Daniel Moro censor, andando a capello, visto che sier Lorenzo Baffo di sier Zuane Jacomo parlava a sier Mafio suo fradello intrava in eleclion ; el qual Censor andoe a la Signoria et lo acusò haver contrafalo a le lexe et fo chiamato ; el qual se scusò che li havia dillo si lasasse trovar a la festa. Hor il Censor instando chs l’è creto, unde