297 UDXXVII, NOVEMBRE. 298 quale non si polea liaver un soldo, et per mancamento di danari si era stato et sleva qui con lanto de servilio di Sua Maestà. Gli racordò apresso la morie di tanti homini da bene per la persecution de la peste ; gli racordò il mal recapito de infiniti che haveano voluto passar in Spagna, aversilà tutte che nascono da iuditio di Dio per li peccali et prophanationi di questo exercilo, exortandoli et pregandoli ad non li voler ascescer con la prigionia di un Papa. Et con queste et altre accomodatissime parole a questo proposito, gli fece concorrere tutti in una senlentia di esser contenti che’l Papa si liberasse ; di partirsi essi di Roma, et di marchiar a quel camino che fosse servitio di lo Imperatore senza alcun rispetto nè di danari nè di vita ; talché per la parie de spagnoli non si tiene che più ci babbi ad esser difficultà. Li ale-mani mo’ ci sono, li quali havea la paga et meza ; non hanno voluto ussir de Roma nè voleano us-sirli sé non hanno l’altra paga, se non mutano proposito. Hozi se gli ha da parlare, et io non ho potuto differir la expedition di questa lettera, perchè di momento in momento il messo sta per partirsi. Si dice che ’1 signor marchese del Vasto viene in posta, et che sarà forse qui dimane. Li alemani non solo hanno scalenati li ostaggi, come scrissi a Voslra Excellentia che haveano promesso di fare, ma gli minacciano, et sono homini per farlo, che vogliono condurli drieto al campo cusi incatenati et a piedi. Gli è stato dello che moriranno ; hanno risposto che non curano di questo, perchè ogni modo essi hanno desiderio de impiccarli ancor che fossero certi di perdere ciò che hanno di haver. Pur si cerca danari, et Nostro Signor ha posti li offìcii in vendila, che Sua Santità ne ha molti in mano, et pensano dargli a bon prezo. Si dice che si haverà una scriloria per 1000 ducali o poco più, che valea 2500 et olirà. 190 Del ditto, da lìoma, di 25 Octobre 1527. Voslra Excellenlia sarà avisala, come hier sera al tardi gionse qui Borsello salvo lui et le lettere, benché tutte quante in Vilerl» dal 9Ìgnor Pietro Loyse de Farnese che é li, il quale poi escusandosi ha mandalo a dir che le ha aperle, non per difi-(lentia ma per curiosità de intender le nove de Lombardia. Di le nove di qua poco posso scrìver che sia certo, per la continua mutatione de le menti, o almanco de le parole di queste genie, che al presente conira la speranza che si havea de gli alemani, si é in pensiero che essi tengano poca volontà di ussir di qua, perchè, con promissione che se gli fazi di dargli la ultima de le due page et meza, del che ho scritto a Voslra Excellentia per altre mie, fra pochi giorni che serano fori di Roma, non solo si risolveno di uscire, ma pare che aeennano, quando non se gli ne desse doe al presente, che non usciriano, benché ancora cum parole chiare non P habbino expresso. Spagnoli per-sisteno in opinione de uscire ad ogni beneplacito degli superiori ; ma per ancora sono pur in Roma, et vi sono tulle le gente d* arme et cavalli legieri, che per il molto patire di vetovaglie, che ogni cosa hormai è al fine, el maximamenle de li cavalli, che non potriano haver maggior disagio de quel che hanno, sono mal contenti. A la gente d’arme questa sera é slà fatto previsione de quatro ducati per homo d’ arme da inlertenirsi sci giorni qui in Roma, perchè, secundo la determinatibne di la genie, ha da esser il loro allogiamento, ché a Nepe ove già gli era slà consignalo, non potrian stare senza mojlo suspecto, non venendo inanli la infantaria. Negli conli ancora de todeschi si trova # differenti), però che essi preten lono avanzar fin a questa hora 330 milia ducati ; il che non se incontra cum il conto de questi altri, et la magior parte de la difierenlia sopradilla consiste, perché essi voriano, da la presa di Roma innanzi ove cor-seno selle page, gli danari secundo il rollo fatto a la prima mostra in Alemagna ; el per il mese de Maggio voriano tre page, una per lo assalto, una per la captura di Roma et una per lo ordinario del suo pagamento; di maniera che le cose sono più sospese che mai, et per consequenle la liberatioue di Nostro Signore si va procrastinando, perchè la non può esser senza danari, né danari j^q» si pono cavare stando questi in Roma come stanno. La giunta de lo illustrissimo signor marchese del Vasto in quesla ciltà é stala molto grata a la maggior parie di questo exerato; pur a questi accordi di le gente è stata di nessun frullo sin’ora. Il signor Principe fra C dì sera esso ancora qui. Non si può coniecturare a che camino se indrize-rano queste cose, che fin qui sono tanto confuse che non è chi ne possa far iuditio. Diceotto galere de veniliani furono aslrelle questi di dal tempo ad assicurarsi del mare a Baya, onde poi se sono partite, el s’ é dello cjie hanno un porto in Sicilia presso Siracusa) ma non si ha di loco aprovalo. Il signor don Hugo ussi mentre che erano a Baye di Napoli cum artegliarie el gente per