59 MDXXV1I, SETTEMBRE. 60 »ala, ot il signor Alexandro Vitello qual è ferito in oua mano medesimamente ¡le una archibusata sono siati condoli qui. Loro si sono resi, salve le robbe et le persone, con libertà di andare dove li piace. Lo Acvir (?) Maraviglia è gionto hozi qui, ritornato di Lombardia, el ha conluto pregione il scrivano generale ile li Unzchenechi del campo imperiale, qual ha retrovato a Pianoro che andava a Ferrara sollo salvocondoto de li Signori fiorentini, el se dice che può pagare la taglia de 2000 ducati. Questi signori si sono doluti col commissario fiorentino che sia stalo concesso il (litio sal-vocondulo senza saputa dei confederati, el lui ha risposto che deve essere stalo fatto con causa et iusliflcatamente. Li maestri del campo domani an-deranno a vedere cerio alogiamento, che è verso Fuligno, lontano de qui 12 miglia, el trovando che’l sii al proposito, posi dimane si levaremo di questo loco, ove impossibile è poler star più per defelto del viver di cavalli. Il Soranzo scrive haver preso su le porte de Camerino 20 cavalli de bagaglie, et rizerca ette se gli mandino 300 lanzehenechi, dando intentione di far qualche cosa honorevole et bona. È morto di peste uno servilor del signor Federico, del che sua signoria stà mollo malcontenta, si perchè ha perso il megliore servitore che havesse, il quale era quello che lo aiutava a vestire, si ancor perché, havendolo servito mentre è sialo amalato, 38» dubita che non li accada altro inconveniente et non si scopri altro male, o in la persona sua, o de altri suoi servitoci. Al Pagalor venetiano fin questa hora sono morti tre di suspetto, né si fa una guardia al mondo, ma ognuno pratica confusamente come prima, de modo che facilmente potria seguire tanto male che egniuno qui se ne pentirebbe. Il signor Malalesla s’è offerto far fare alcuni pezi de artella-ria per bisogno di lo esercito, poi che il commissario fiorentino non ne ha voluto dare, sicome é stalo molte volle rizercalo. Copio di una lettera del signor duca di Urbino capitanio generai nostro, data in campo sotto Ferosa, a li 6 de Septembrio 1517. Magnifice dilectissime noster. Havemo ricevuto più vostre, a le quali non daremo altra risposta se non comendare le voslre bone opere et chiarirvi la resolution nostra essere lassar dire el parlare ehi vuole, el solo attendere al servilio di quella Illustrissima Signoria, con quel- I l’animo sincero et bona fede che a noi sarà possibile, sperando questa nostra bona servitù habbi a esser scudo contra quei vorano malignare contra noi. Et questo ve basti per certeza de l’animo nostro. Apresso, vi fu scritto el desegno havevamo falto per 1’ aviso hauto de le genie mandate da spagnoli verso Spoleti el Trieve, et il modo si era tenuto per exeguire tale effeclo ; dove che per la provisione falla de guardare le slra le non podero essere avisali de l’andata de li nostri, et all’ improviso gli furono adesso, in modo che gli nemici furono necessitati restringersi in una abbadia vicina a Trieve meno di un miglio. Lo illustrissimo signor marchese di Saluzo el il signor Fedrico con li allri nostri capi deliberemo assediarla, el in quel ponlo fu ferito il capitanio Gigante corso et morti doi bandirari de li nostri corsi, che essendo toccato a loro la guardia de le strade, subito con presteza spinsero da la banda di sopra verso quella abbadia le altre nostre quattro bandiere de fanti, et li cavalli andorno tulli con li prefati signori, et così essendo li nemici assediali, la seguenle notte si detlero di accordo. Per il che sono fatti pregioni circa 600 cavalli o più, tra li quali ne sono 400 di bellissima sorte, quanto più possi essere, et circa 400 in 500 fanti sono stati svaligiati, el lo accordo fecero fo, sai- 39 vale le persone di lutti, et cosi si è observato. La cosa de la roca di Spoleti non fu vera ; ma ben è vero, che per dubio di spagnoli, quali minaziavano voler venire allogiace in quella Ierra, haveano pigliato Narni et fallo intrare dentro gran numero di villani. Li commessari di spagnoli che erano in quel loco cercavano accordarli a danari. Secondo ne referisse il prele da Ugubio nostro capitanio di cavalli legieri, quale fu mandato da lo illustrissimo signor Marchese et dal signor Fedrico a quella comunità, fallo l’assedio, de la malina per non ricevere danno da quella banda, et che venendo soccorso a li assediali non potessero haverne notitia, Spoletini molto gagliardamente promisero, non se dubilasse da quel canto, che se non veniva tutto il campo loro erano per pigliare le arme in favore de li nostri. Et così per il prefato Prete nostro c..pitanio, ci hanno fallo intendere, possendo avere da doi milia fanti sono per mettersi dal canto nostro. Dove il durissimo signor Proveditore et noi insieme con questi allri signori havemo promesso dargli li capi falli pregioni, sono il conte Pier Maria Rosso, il signor Alexan-dro Vitelli, Braccio Buglione cum tulli li capi de parie et forauscili di questo paese, quali tulli sono siali liberali per la promessa fallagli da li sopradilli