555 MDXXVIII, FEBBRAIO. 556 zerca questo consultano quanto vogliano exeguire, et dove avrà il Marchexe a marchiare con le sue gente, partendosi da Todi. Ancor circa a la risposta di Nostro Signor consultano, così cerca a le cose di Arimano come a la declaratione sua per la santissima lega ; la qual risposta, per quello ho potuto intender, è che Sua Santità in scritto altramente non vote declararse, ma bene gli prestarà quello aiuto che il potrà, ancorché al presente male si trovi il modo di denari nè de gente ; ma che monsignor 360 di Lautrech consideri se ne le terre sue gli vede modo di polerse prevaler, che Sua Santità è contenta acomodarli de ogni suo poter. Poi circa Arimino Sua Santità non li voria dar più di 500 scudi d’intrata per uno, et il signor Sigismondo non si contenta et voria che Lautrech li facesse observare le promissione fatte per lui. Dicese ancor che ’I non moverse altramente quelle gerito de imperiali de lloma, vedendo questo exercito de la lega marchiar verso il regno, de facil potria esser che loro haves-sero animo di lassar il paese del regno, poiché le principal terre sono fornite, et loro venir a Fiorenza et a Luca et veder di cavar danari, et poi ve-nirse in Lombardia con tal danari et cavar de Alemagna 11 milia lanzinech et più, et ricovrar il perdilo. La Maestà del Re manda un zentilhomo a Nostro Signore per vedere con instantia pur che Sua Santità si risolva in favore di la lega ; ancora procuri de far che Sua Beatitudine ratifichi la capi-tulationo del signor duca di Ferrara, apresso con quella di vostra Illustrissima Signoria. 361') Adì 5. La mattina, fo lettere di Fiorenza, del Foscari et Surian oratori, di 2. Mandano lettere di Livorno ; et come lui Foscari havia tolto licentia da quelli signori per repatriar, et partiria a dì 3 per repatriar. Di sier Zuan Moro proveditor di l'arma-da, da Livorno, di ultimo. Di la penuria di quelle galìe ; et come capitò li una nave con formenti di luchesi qual era ragusea, et ne tolseno da stera 700, che serà gran soccorso a le galìe, perochè de plano non ne poleano haver. Scrive, le galìe è mal conditionate ; non havendo altro ordine nostro si levarà per andar a le Speze et Zenoa. Scrive che sier Bernardo Grimani soracomito, suo fradello sier .... nobile, et il cornilo slava malissimo. Noto. In le lettere di Fiorenza è, come quelli Signori si dolevano di formenli tolti per le uostre (2) La carta 360* è bianca. galìe ; unde essi Oratori lì disseno che la fame è gran cossa, et che li pageriano; sichè restono sati-sfati. Scrivono haver di Roma, che..... In questa matina, sier Lorenzo Sanudo qu. sier Anzolo sposò sua moier fìa fo di sier Alvixe Zusto a S. Maria Formosa ; et fu fata la festa a San Bene-deio in caxa di sier Domenego Contarini, per esser parente di sua cugnata fo moier di sier Anzolo suo fratello. Da poi disnar, fo Collegio di Savii, ad consti-lendum. A dì 6. La malina, fo lettere del Pixani, del Pexaro et del Moro. Da Cassan, del Moro proveditor generai, di 3, hore 5. Come il signor duca di Milan voria si agumentasse l’exercito, et voi far *2000 fanti per suo conto, et la Signoria fazì eliam lei zente aziò questo tempo novo non si stagi cussi. Et però dimane parte de qui domino Zuan Batista Spiciano, qual vien orator del dillo Duca a la Signoria nostra per questo effecto. Scrive, hozi sono venuti a lui do zentilhomeni per nome di domino Hironimo Pala-visino qual è in Busetto et ha etiam altri castelli ; homo richissimo, et voria venir con nui. Pertanto aspetta di ziò ordine di la Signoria nostra. Ha rece-vuto le lettere zerca 1’ acetar il conte Filippo Tor-niello da la nostra, sicome ha speranza di redurlo il signor Cesare Fregoso. Scrive, hozi babbiamo scorso in questo exercito un gran pericolo, che si è preso uno tristo mandato da li inimici a brusar la 361* monilion, inchiodar I’ arlellarie el a brusar lo alzamento nostro et del conte di Caiazo ; el già havea dato principio a lo alozamento del dillo Conte ; et è stà preso nel nostro alozamento ascoso il foco nel feno nel qual volea meter foct» ; et ha confessa il tulio. Item, scrive, in Milano, in casa del signor Bernabò Visconte si fa assà quantità di scale, et se ne ligano due una in cao l'altra per esser più lon-ga. La causa perchè non si sà, ma si suspica per andar a Biagrassa o a Melzo, benché di Melzo non si teme lauto come di Biagrassa. El di questo è stà advertido il signor duca di Milan. Scrive, iterum in questa note è stà preso ili caxa dove habita uno puto di Monza, di anni 12, qual ha confessato esser stà mandato per uno capo di squadra da Monza, aziò ne brusasse in caxa el ne inchiodasse 1’ artella-ria. Item, il colonello di lanzinech di Milano ha mandato una lettera a questo capitanio di lanzinech, protestando che hanno finito la paga el che debino andar di là che li farà dar bona conditione. El dillo