161 MDXXVII, OTTOBRE. 162 credeva che si delibererà de mandar, et mandando se vederia de gran cose et gran preparamenti. Di Ravenna, di sier Alvise Foscari prove-ditor, di 3. Come domino Zuan de Naldo fu heri a parlamento a Russi cum Bernardin da la Barba, qual lo mandò a dimandar per certificarsi se la Illustrissima Signoria favoriva el signor Manfredo ........ el assegurato da lui Naldo che la Signoria non li prestava alcun favor, volse che lui andasse in castello a dir per suo nome a dillo signor, che volendo andar fuori libero cum lutti li soi, li darà la fede sua de non li mancare. Al che rispose esso signore voler pensare fino a sera ; et inteso questo, Zuan di Naldo se parti con bona li-centia di domino Bernardin, et tornò qui sul tardi in Ravena. Nè altro fin questa matina ho inleso in tal materia. Lor favenlini haveano da circa fanti 400 pagali a ducati 1 per fante per zorni 10, et ne facevano de li altri. Quello seguirà, per zornataavi-sarò. Messer Francesco Guizardini torna presidente in Romagna come scrissi ; cenò heri a Caslrocaro, et hozi sarà in Cesena. Et questo, ditto domino Zuan di Naldo hebbe da domino Bernardin da la Barba. Item, due de le nostre barche longhe hanno preso sopra Pesaro un bon botino per valuta de più de 500 scudi de drapi di seta el arzenti boni et cavalcature, et hanno per ignorantia lassali li capi per esser mal vestiti, quali erano un capo de todeschi de 400 fanti et el ceroico zeneral del campo, quali sono andati in Ferrara, presoni de gran taglia. Fra le, altre cose are una tasca, che certo era di uno Papa molto bella. In questo zorno, licct fusse festa, li Governa-dori de l’intrade sentono per scuoder la tansa, di la qual Mercore scosse ducali 600, et heri 2000, et hozi......■., nè si volse far Pregadi, aziò si andasse a pagar la tansa. Fo dillo in questa mattina, incerto aactore, che a Napoli, Puia et in reame erano stà relenute le robe de nostri, el rollo li privilegi et salviconduli falli. Da poi disnar fo Collegio del Serenissimo, Signoria et Savii, zerca scuoder da li debitori, et mandato per li signori di le Raxon nuove et di X offieii et per li capelanei aziò doman relegni debitori di dalii, non volendo pagar. Fo spazà li capitoli di Spalalo porli per li oratori Michiel de Grisogonis el Jacomo Jacobini. Primo. Che hessendo morto da pesle questo anno anime 8000, non è restà 100 vivi. Voi 50 fanti ; se risponde li sarà mandati 15, sichè saranno al numero di 40. I Diarii di M. Sanuto - Tom. ZLV1. , Secondo. Si pagi li fanti ; si risponde cusi si farà. Terzo. Voleno tavole 3000, travi 1000 et agudi da far casupule; se li dà tavole 1500, pianete 5C0, et ducati 10 di agudi. Quarto. Voleno sali ; si risponde se li manderà. Quinto. È vacà beneficii per la pesle ; che quelli non siano conferiti ad alcun se non di ordine di P arziepiscopo et a spalatini; risposto, cusì si farà. Sesto. Voleno polvere et balole per la fortezza; si risponde si mandarà 15 barili piccoli, libre 200 di piombo da far balote. Setlimo. Che li spalatini siano falli ritornar ad habitar de lì; si risponde cometcremo al retlor lo fazino. Oliavo. Che li banditi ad tempus possino re-palriar in Spalato per esser restà la terra vacua ; a questo si dice volemo rispello. A dì 5. La malina fo lettere da Constanti-nopoli di sier Fiero Zen vicebailo, di 29 Avo-sto. Come havia haulo la nova del prender la nave Grimana, el da poi di le do galie bastarde prese per quel capilanio...... Jusef, unde andò da Imbraì dolendosi mollo, et da li altri bassà et . . . . . . unde hanno fallo gran provision dolendosi mollo del seguilo, et scritto per tutto dove sia robe di la nave, sia suspese et in Alexandria le do gallo siano mandate a Costantinopoli el capitanio con li altri capi in ferri et li nostri homeni di le galle in liberfà etc. Item, di formenli, il Signor contenta darla trala da Caomalio in qua di soi lochi, ut in litteris. Di campo sotto Pavia, del procurator Fé-xaro, di 2, hore 3, et di sier Domenego Contarmi proveditor zeneral, In consonanza. Come, ha vendo continuà il batter come scrisse, et per l’acqua di le fosse non si ha potuto secar, non è stà possibile darli la baltaia, ma attendono a seccarla. Et scrive come Cesare Fregoso dormendo propinquo a la terra, par la notte ussi-rono alcuni fanti fuora et poco mancò non lo preseno, se non era Antonio da Castello, qual se li oppose el li rebaleleno, ut in litteris. Etiam di Milan par siano ussiti alcun, et tolto dentro cerio numero di animali. Scrive doman speravano poterli dar la batlaia. Et per lettere di Vicenzo Monticulo vicecol-luterai, di 2, a sier Toma Moro, scrive cusì : Si ha batuto et continuamente si bate questa città, qual è mcza ruinata. Si attende a tuor l'acqua delle fosse et li fianchi. Credo che questa notte si farà 11