447 VIDXXV1II, GENNAIO. 448 Di Pranza, di sier Sebastian Justinian el cavalier, orator nostro, da Paris, di 17 De-cembrio. Come il Re havia fallo redur tulli quelli signori et baroni et altri nel parlamento, et (aioli un parlar rechiedendo conseio per la liberation di soi Boli, poiché Cesare non voleva paxe, linde bisognava haver da loro conseio quelo havesse a far ; con altre parole che lutti lacrimorono. Et poi montò a cavalo et andò a la caza, et restò il Cardinal gran canzelier, qual richiese aiuto di danari per far gaiarda guerra. Unde fo trovato tra loro di promesse un milion et mezo di corone, et dal clero spera Soa Maestà bavera 800 nuli) corone, sichè haveranno danari abaslanza per far la guerra, ciiatii per darli volendo la paxe. Item, manda la copia di uno protesto mandato a far a Cesare, il quale è in francese, in caso non voy la paxe, che li oratori de la liga li intimi la guera. Da Fiorenza, di L’ Orator nostro, di 3. Come, havendo mandalo fiorentini uno suo citadin al Papa, quello li parloe. Soa Santità si dolse che fiorentini molestavano Medici facendoli pagar le angarie che non die; et che Soa Santità amava quela Republica et tamen loro non li haveano mandato oratori. Li rispose esso citadin, la causa esser stata perché non sapevano se Soa Beatitudine voleva esser in la liga o non ; con altre parole. (NB. Il presente capoverso nell’ originale si trova semiraschiato). 290 Copia di una lettera da Todi, scritta per uno Urbano a domino Baldo Antonio Fai-cutio d’Augubio orator del signor duca di Urbino a Venetin, data a dì 28 Decem-brio 1527. Lo ¡lustrissimo signor Federico da Bozolo hozi quarto giorno vene qui, che lo illustrissimo Lau-trech ordinava che lui andasse a Sua Excellentia bene risoluto del parere del signor Duca et de questi altri signori, qual camino dovessi tenere nel venir suo inaliti con lo exercilo. Et alora soa signoria venne da Bevagna qui, et con (aula alegria di fare questo viaggio quanto io più dir non vi potria ; et in conseglio disse il parere suo assai francamente. Vero che per il viaggio il Ireddo l'haveva assaltato et già principiatoli li soliti soi dolori ; cussi la sera, che fu la notte proprio de Natale, tornato a lo alogiamento, si mise in letto ngravalo da dicli dolori, et circa le nove bore in circa mandò a chiamar il signor Duca, quale vi andò subito. Poi il male diclo, se gli scoperse al- quanto di febre, et di poi dieta febre se risolse in colico, et in questo, dicendo sempre sua signoria essere al fine, volse la confessione, la comunione el tulli li altri sacramenti ecclesiastici. Finalmente, non pigliando mai hora di quiete, né anco cibo che lo potesse molto relenere, quesla notte passala, Venerdì venente il Sabato a dui bore presso giorno, sempre con optimo intelccto et per-fecla cognilione sino a la ultima parola, havendo fallo il suo lestamente, nel quale ha manifestalo ancora dove sono le zoie di la signora Duchessa, con summa devotione et da vero christiano è passato de la presente a migliore vita. El in summa, ultra molti relitti a servitori, lassa molto raccomandata la signora sua consorte a lo illustrissimo et reverendissimo monsignore Pyrro suo nepole, il quale ha lassato coherede insieme con la prefata signora contessa, lassando essa signora usufrulluaria in vita sua di tutti li soi beni stabili et mobili ; et anco gli lassa che siano soe libere tutte le zoie et altri mobili de qualunque sorte, valore o prette siano, che ’1 prefalo signore se ritrovasse in Italia. Vero è che agrava dicli heredi 290* a la satisfattone di legali da pagarsi con quella comodità che sarà conveniente a le forze de la eredità, et di poi la morte di sua signoria quando non tessero satisfalli, grava a la compita satisfatene il signor Alvise et signore Cagnino soi ne-poti, a li quali lassa Bozolo et Livarola et fagli eredi prò medielate, et grava il signor Pyrro suo fralelo al quale lassa San Martino et l’aljro castelo et herede per l’altra mità. Lassa ancora tutte le ragion sue nel caslel de Ponzone al Gonzaga et a missier Phebo suo fralelo. Il corpo lassa esser depositato qui in Santo Fortunato, et che di poi sia portato a Bozolo el sotterralo in la capcla erecta et principiata da sua signoria con elemosina annuatim di 60 scudi sino che sarà finita. Di poi 50 annuatim per I' anima sua, et molti altri relieti particulari, li quali io per brevità li lasso, concludendo che soi fidecomissarii et executori del testamento ha constiluiti li illustrissimi Lautrech, il noslro signor Duca et il marchese di Saluzo, con» autorità per rispetto di la distantia de li lochi che quel sarà ordinato per uno, sia rato el fermo per li altri. De missier Ludovico Ceresari, del primo de 291 Jenaro 1528. Ilier sera al lardi, monsignor Leutrech el mon- * signor Vandemont hebero avisi certi il signor Fe-