663 MDXXVIII, FEBBRAIO. 664 ter con monsignor di Lotrech. Io per me noi credo, ma più tosto che allenderano a defender qualche città. Lautrech sabato passato fu a Lanzano; iudi-casi che prima sera a Napoli de spagnoli et che quella città non debba far molta resistenza a rendersi, per esser solilo di non tenere voluntieri fontane in corpo. Il signor Loyse Gonzaga è aconzio col Christianissimo con 50 lanze, et questa pratica ha tenuta la Santità di Nostro Signore, quale se li mostra mollo obligato. Le altre conditone per ancor non ho inlese. La causa di questa sua licenlia o parlila, se dice essere perchè, non havendo potuto haver il capitanialo de cavalli legieri destinalo al signor Ferrando nostro, s’è talmente sdegnalo che più non voi servire a l’Imperator. Il duca di Urbino parie doman con le genie per andar a la volta del regno, et disegna fare una strada assai longa, che non mi racordo per dove. Secondo il comun parere de questi qui, sua signoria poteva passar da Narni et per il contado di Tagliacozzo. Ctié per lettere di ”25 et 26 del passato, di Francia, se intende che'l Cardinale gran cancelliero stava molto male, et agravalo talmente che si dubitava de la morte. Del medesmo Cardinale, de 21. Hoggi, da uno signor amico de l’abbate di Farfa il quale è andato in Roma dopo la partita de lanze-chonech, che ha sachegialo tulle le case de giudei et due navi a Ripa cariche di robe di spagnoli et d’ar-tellarie, che li havea per spia, el tagliali a pezi quanti de loro ha trovali, insino a quelli che erano amalati in li hospitali. Del medesimo, di 22. Che il conle Bellrandodi Rossi, in questa mossa de lo exereilo cesareo, hessendo andato con molti « altri de imperiali per dare la bataglia a Valmon-tone luogo discosto da Roma 18, o 20 miglia, per quanto mi è refferlo, vi è rimasto morto il povero giovine. Del medesimo, di 22 Fcbraro. Roggi ho inleso, che’l cardinale Colonna ha mandato un suo sécretario al Papa, pel1 el quale fa sapere a Sua Santità che dalli cesarei è ricercato andar con loro per capo di quel exereilo, el che esso però non s’è ancor risolto andargli ; ma che mentre (?) vi vada, lo farà ad effetto di potere ancor fa servilioa Sua Santità senza altramente chiedergli el parer di quella. Al quale poi.il detto secretano, come da lui, ha domandato ciò che li ne pareria. Et il Papa li ha risposto che per quello quanto che si spetta a Sua Santità, li piacerebbe che sua signoria reverendissima si trovasse in quel exereilo, perché saperebbe de havervi un borio amico del qual si potrebbe valere ne le occorrenlie sue; ma per el particular proprio di quella non sapea dar iudilio altramente, remelendo a lei che di ragione baveri discorso tutto ciò che li tornerà in bene et che può fare. Sua Santità è avisata, per via delli cesarei, che lo Imperatore provede de mandare via P armala con 4000 fanti di Spagna, el ne è capo il marchese di Vieggia ; el più se dice, che con dilla ar-mada risponde (manda?) 400 milia scudi, et questa armata mo’ ch’è’l buon lempo verrà et che quella de la lega è sbaratala puotrebbe passare. Per il che era stà ditto da’alcuni di questi signori, che’l Cbrislia-nissimo re dovrebbe metter insieme qualche quantità de legni che venessero alla volla del reame de Napoli per poter torre il passo a questi spagnoli. Uno borgognone che passa, mandato in Lombardia al signor Antonio da Leva el al signor capitanio Zorzo Fransperg per el principe de Horange, referisse che lo exereilo imperiale brava exlrema-mamenle, et che lutti tengono certissimo de haver a venire alla giornata con Lotrech, el per conse-quenle mettono la vittoria indubitala per loro. Copia de una lettera scritta per domino Paulo 440 Jovio al Santissimo Papa Clemente sesto. Beatissime pater, post devotum sanctissi-morum pedum osculum. Perché so Vostra Santità suole haver care le parliculari informationi delle cose importante, ho voluto farli intender come, perseverando qua in Ischia la fama de la rotta di la armata cesarea, et hessendo qui ogni cosa di ludo, io mi determinai andar alla armata del conle Filippino Dnria per la amicitia che io tengo con sua signoria, et chiarirme delle persone delli signori marchese del Guasto el del signor Ascanio, per lo infinito obligo tengo con la signora marchesa de Prschara. Et cosi arivandq son stalo ben visto dal prefato Conle, el bramalo dalli poveri signori alti quali portavo medicine et altri refrescamenti opportuni a tanta loro calamità, el ho haulo lempo de pigliar r.iguaglio historiale ' de l’una parie et de l’allra verissimo, el non credo rche meglio di me persona alcuna lo babbia potuto