223 UDXXVn, OTTOBRE. 224 summa a questa morte del signor Viceré, altri poi dicono non esser vero. Domenica il reverendissimo Colonna vene in Roma, si dice chiamato da questi signori, ma la causa non si parla. Nostro Signore ha sentito tanto dispiacere del essergli sta levati li ostaggi di castello, che non si poiria dir, et se ne duole sino al cielo parendo che Phavesse altra promissione. Di la venuta in Roma del generalissimo di San Fran cesco et di Miglino, ancora non si sente alcuna cosa. Si sa bene che haveano portato una aulhor'tò al signor Viceré sopra tutte le cose di Italia di l’exer-cito, di tal maniera che se lo Imperatore medesimo ci fosse stato in persona non haveria potuto far più, ma poco ne ha potuto goder il povero signor. Qui è venuto nova de la perdita di Alexandria, et si è mormoralo di Milano; si è dello non esser vero. È vernilo di Spagna un homo del signor Nun-lio a Nostro Signore, il quale rende testimonio di la bona mente di la Maestà Cesarea verso Sua San-145* tità, et dice che presto se ne seria veduto segno; se non che la perdila de le cose di Lombardia et la morie del signor Viceré successe da poi forse differiranno la executione, però che sera necessario aspettar novo ordine da Sua Maestà. Lo illustrissimo signor Ferrante sta con la soa doppia quartana che li dà grandissimo fastidio, ancora che li parosisnii se li siano pur alquanto alle-gierili. S’ è dato ordine che le gpnte d’arme vadino ad alloglare a Nepl et a Sulri, et dimane partiranno li forieri per andar a recognoser lo alogiamento. Spagnoli hanno fatto intender a questi signori che ancora che li pagino, non habbino a pensar che se levino di Roma per venir in Lombardia se tulli li capitanci non vengono con essi, cioè il signor marchese del Vasto, il signor Alarcone, Gioan di Urbino et altri se ce ne seranno. Questo cavallaro si amalo, et per questo non lo polei expedir. Da poi succedendo queste revolulioni, le strade si sono fatle sì mal sicure che mai non si ha potuto assicurar de inviarlo, tanto più che’l signor abate di Farfa ha comincio a far Io inimico con questi imperiali, et li soi fanno mal assai. Quanto sia per li camini, si dice anche il medesimo del conte di Pi-tigliano. 145 Adì20. Domenega. Piovete alquanto, non tropo, quasi tulio el zorno. Fo lettere del procurator Pexaro da Ponte Moron, adì 17, hore 4. Come, parliti di Belzoioso, doveano andar ad uno altro alozimento, ma per esser propinqui a passar Po et andar in piasentina. monsignor di Lutrecli era venuto ad alozar lì, el zà parte di le zenle erano passale Po, et diman tutti passeriano. Scrive hesser stalo in diversi coloquii con Lutrech, dicendoli si doveva al tutto andar a Milan. Soa Excellenlia li disse : « Scrivé a la Signoria che prepari artillarie, polvere, et quello bisogna a Crema, aziò che deliberando tuor l’impresa di Milan non si resti per queste cosse ». Ch’è un dir tacito aspelar qualche risposta di Franza ; ma il cavalier Caxalio orator anglico fa il tulio acciò vadi verso Roma. Di Landriano, di 17, delproveditor zeneral Contarmi. Come è lì, et nulla da conto, solum aspetta ordine quanto habbi a far et..... Da Lodi di sier Gabriel Venier orator apresso il duca di Milan, dì 18. Coloqui bauli col Ducila, qual voria la Signoria Nostra, dovendo lenir per li capitoli di la liga 15 milia fanti, se li desse li danari a lui per farne 4000, el 3000 haverà lui che li locha a far, si che con questi si potrà andar a Milan, prometendo con tempo restituir li danari, et voi mandar per questo a la Signoria Nostra domino Dominieo Sauli qual verà a stafeta. Vene in Collegio il reverendissimo Cardinal di Trane, qual heri mandò a dir al Serenissimo che’l voleva venir questa malina, el fo ordinato a li Sa- vii a terra ferma sier Cabriel Moro el cavalier, sier Valerio Marzello, sier Francesco Morexini, sier . . ......in scadalo, sier Marco Antonio Grimani in veludo alto basso cremexin. Era con soa signoria il palriarcha di Aquileia, domino Marin Grimani suo amicissimo, era vestito con manto di zambeloto paonazo. Hor il Serenissimo con il Collegio li vene contra zoso fino a la porla dove si monta le scale, et fatoli le debite aco-glienze, posto di sopra inlroe in Collegio. Era rimossa la cariega, et sentado, etiam el palriarcha di Aquileia restò dentro, il resto mandali fuora. Soa signoria fe’ lezer do lelere haute di Roma di 12 che li scrive lo episcopo de.......Come ha- via parlato al Papa, el qual li havia comrsso li scrivesse che da parte di Soa Santità venisse a la Signoria, et hessendo partito di qui ritornasse a exor-tarla volesse scriver et solicitar monsignor di Lutrech andasse presto a Roma, perchè indubitatamente lo liberaria. Et che era stà fato la monslra di inimici. Sono 6500 lanzinech, 2500 spagnoli, et in discordia fra loro. Scrive come era zonlo lì a Roma