49 UDXXVII, SETTEMBRE. 50 301) Copia di una lettera del campo di la lega, data sul Tevere vicino a Perosa a dì 5 Septem-brio 1527, scritta per domino Scipion Atei-lano orator del signor duca de Milano, scritta al preditto Duca. Per molti avisi se intendeva esser il conte Pe-tro Maria Rosso, Alesantiro Vitello, Braccio Buglione con cerca dieci forauscili et inimici delli signori Ho-ratio et Malatesta Baglione ad una abbazia vicina a Trevi. Seco erano 300 cavalli et 500 fanti italiani de quelli di l’exercito spagnolo; per il che fu concluso di svalisarli, et heri a notte gli andò il signor Marchese, signor Federico da Bozolo con 1500 fanti et circa 400 cavalli, et gioliti che fumo attaccorno la scarainuza con li nemici, li quali gagliardamente se' son difesi. All'ultimo, ritirati ne la chiesia, se sono in questa matina resi li capi a discretion di la lega, il resto a discretion di nostri soldati. Questo é il primo aviso; se altro vera medemamente ne avisarò. 11 signor Marchese sarà qua domane con tutti li pre-gioni. Laudato Dio che si farà pur qualche cosa, et senza dubio se ne furiano de più protitlevole alla occasione che si ha ogni giorno de li desordini de inimici, se di questo exercito fusse tenuto qualche più cura di quello si tiene ogni zorno. Et aziò Vostra Excellentia sapia la verità, non arrivano tutte le zente di questa lega a 8000 fanti, ‘200 homeni d’arme et 400 cavalli legieri, senza un pezo de ar-tellaria, nè cosa necessaria a l’exercito. Credami Vostra Excellentia che così sta la verità, et se li parerà cosa maravigliosa et fuora di ogni bisogno, l’è però vero, come è il vero li inimici sono senza dubio 5000 lanzchenech, 4000 spagnoli computale nove bandiere de quelli venero con l’armata del signor Viceré, italiani 3000, cavalli lezieri infiniti: allogiano'senza ordine di capilanio.ciascaduno r secondo la sua comodilà. Che se per buona sorte havesse questo exercito una banda de artellaria con tre overo 4000 fanti di più, se caziariano ove si ‘volesse, o se fariano combattere con disordine et con disavantagio loro. Ben dicono ognora questi signori di voler cresser il numero de fanti; ma le provisione sono assà più tarde delli bisogni ; però è necessaria la venuta di monsignor di Lautrech, o almeno de una banda de svizari o di lanzchenech, di quelli con seche (?) et così se ottenirà ogni vittoria et honor. (1) La carta 29 * i bianca. I Diarii di iti. Sanuto. — Tom. XZVI. Contra costoro altro mezo non ci è di sradicare 30* questa mala raza fuora de Italia. Spolelini hanno prese le arme contra spagnoli, et dicono voler far gran cose. Non so se quel popolo vorà esser più valente degli altri; ben è vero che quella terra é de grandissima importantia a ciascadun di questi exer-cili. In Camerino, prima che arrivassero le zenlo mandate da questi signori, inlrò Siara Colona con 1500 fanti italiani, et subito sachegiorno la terra. Così sta con la intelligenlia del signor Redolfo che è nella rocca, pacificamente impatronilo di la terra ; nè per ora se gli fa altra provisione dal canto di qua. Scrissi per le mie precedente il mutar de lo allogiamento che si dovea far il zorno sequente ; da poi, per la occasione che si offerse di far la impresa che ha fallo il signor Marchese, fussemo necessitali di star qua. Domane si ragionerà di levar il zorno sequente pur a la volta de inimici, 5, o 6 milia lontano da qua. In Fiorenza si fa gran provisione di polvere da artellaria per mandar all’ armata francese de commissione di monsignor di Lautrech; che ne arguisse pur qualche speranza di buon exilo, ancora che non si abbia aviso qua di nulla aclione di esso monsignor di Lautrech, dopo la presa di Genoa. Copia di una lettera dal campo ditto, di Hiro-nimo Ansoleli vicecolateral nostro, di 5 Septembrio, hore 3, 1527, scritta a sier Toma Moro fo capitanio a Verona. Clarissime Domine Colendissime. Significo a vostra signoria, Dominica et Luni passato esser stà tanta inundatione del Tevere, superate le ripe ultra modo, che ci feze paura et fu forza slogiare et venir al monte, havendo anegalo da 60 fanti de le bande negre, cariagi et altro, et più de 500 fanti se salvorono su li alberi per uno di et una notte. Ha fatto danno assai ; ctiam «el paese condulo via molini et case in uno subito. E1 signor Malatesta è zonlo carico de rogna. Iloratio heri si fece tagliar la giandusa, la qual fa pur processo de qua, el è stà forzo mandar via el noslro rasonato et Zorzi d’Arzignan, per esserli morto tre in lo allogiamenlo da peste davanti li nostri ochi, el apestato uno ragazo in chà del magnifico Paga- 31 dor. Pensi vostra signoria come si trovamo, che é impossibile a nui altri guardarsi, che’l tutto passa per nostra mano et convenimo pagar, et veder li segni, et manegiar le persone ogni dì, et far nove zente. Hor son restalo solo con Angel Maria cogi* lor. Erano venuti alla volta de Trievi 500 fanti et 4