647 MDXXVIIÌ, FEBBRAIO. 648 maislro Vives medico già di papa Julio, qual si lien per cerio fusse ancora lui li dentro. Costoro non si partiranno di Roma che con diligentia cercammo tutti spagnoli che vi sono, et faranno-quella poca vendetta che possono avanti che il Papa vi mandi ad prohibirli. El populazo a questo non si è mosso, anzi ha hauto paura più di questi che de spagnoli, per modo di parlar. L’ Aquila, per nuove certe venute da la comunità de Spoleli, si è resa ; et hora si lien che tutta la Puglia et buona parte di Calabria sia de questi signori francesi. 427') Copia di avisi da Napoli, di 5 Fcvrer 1527. Ho fatto diligentia, poi che son qui, a intender come stanno conienti questi de Sua Santità, et trovo in effetto che male ; nè trovo causa che ragione-voi mi paia, overo chi parla con noi non le sa dire. Alliegano che non ha observato in tempo i pagamenti di primi danari ; ancora che francesi faziano quel che Sua Santità li consigliava, hanno malamente et usano male parole ; et quel che si è dillo che Sua Santità a li 25 partiva per Ancona, si leniva per una tacila declaratione contra imperiali. Per quel che nui vedemo et inten demo qua, questi sono in grandissimo disordine, et si lo illustrissimo Lutrcch spinge, come mostra, chi intende le cose di questo Regno più di me le iudica in assai pericolo, dico quasi certa resolulione. Un vescovo qual è l’anima di P arcivescovo di Capua, disse hieri che facendo questo Regno novità, come si tiene al sicuro debia fare, procedendo li signori francesi come fanno, che P Arcivescovo haveva già discorso con lui esser in dubbio in qual caso quel che dovesse fare, et che ’1 pensava andar ad Yschia et non ad Gaeta ; che hora da doi giorni in qua ha mutato proposito, et si era resoluto venir in questo castello et mettersi in compagnia nostra. Non scrivo le cose di la guerra nè il modo’che hanno tenuto questi in trovar non so che danari, el la dificullà che harano in riscotere, et quanto siano sollicitati li animi de molti, el la desperalion ne la quale dicono esser don Hugo de Monchada, el le proteste che ha mandalo ad far il principe de Malti quale è in Apruzo, et li disordeni, confusione et paura ne li qual si trovano queste genti, et molle altre cose di questa natura. Le nostre careze, cortesie el tratamenti buoni son resoluti, che hogi 18 giorni che arivamo, nè mai (1) La carta 426* é bianca. siamo ussiti da le nostre camere se non quanto una volta ce conducero per un’hora ad una fenestra di la marina. * Del ditto, da Napoli, di 10 Fevrer. Le cose de qua vanno mollo male per imperiali ; el se le gente alamane che sono in Roma non se risolvino ad servirli, Io illustrissimo Lulrech ha guadagnato senza cavar spada al sicuro tulio questo Regno : et parmi iudilio de Dio che costoro fanno tulli ad chi può far peggio, et el disordine eresse 4-27* ogni hora secondo si fanno li progressi di francesi. El iuditio di questi signori qui del Regno è, che chi primo occuparà la Puglia, colui bara vinlo la guera. Fate hor voi la conclusione. El signor arcive%:ovo di Capua ha tolto licentia questa malina da questi reverendissimi ; dice volersene andar ad Capua et levarsi da questi .... expeclando qualche ordine da Sua Santità. Da Orvieto, di monsignor cardinale Gonzaga, 438 a li 20 di Febraro 1528, al signor marchese di Mantoa. Ungi al tardo è venuto nova che Luni passalo ussirno li todeschi di Roma, et quello medesimo giorno caminorno 20 miglia verso el Regno con animo, per quanto havevano detto, di voler com-baltere con monsignor di Lotrech. Io per me noi credo, ma più. loslo che attenderanno ad defender qualche città. Lautrech Sabato passalo fu a Lanzana. ludieasi che prima se«*à a Napoli de spagnoli, et ehe quella città non debba far molta resistenza a rendersi, per esser solita di non tenere voluntieri fan-tarie in corpo. Il signor Loise Gonzaga è aconzio col Christianissimo con 50 lanze; el questa pratica ha tenuta la santità di Nostro Signore, quale se li mostra mollo obligaio. Le altre conditione per ancor non ho intese. La causa di questa sua licentia, o parlila, se dice essere perché, non havendo potuto haver il capitaniato de cavali legieri destinato al signor Ferrando nostro, s’è talmente sdegnato che più non voi servire a l’Imperatore. Il duca di Urbino parie doman con le gente per andar a la volta del Regno, et disegna fare una strada assai longa che'non mi ricordo per dove. Secondo jj cornuti parere di questi qui soa signoria poteva passar da Narni et per il contado di Tagliacozzo. Che per lettere di 25, o 26 del passalo, di Franza, se inten-