407 MU.XX.V1I, DICEMBRE. 408 reusiria con grande honore pur che non intrasse più socorso. Strweno etiam, che ’I castellano de Mus havia richiesto el Castro capo de nostri cavalli lezieri a corer a la volta de inimici et per le rive del lago; el qual è andato. Item, scrive esso Prove-ditor, che ’1 duca de Milano, qual dubitava che Lecito non venisse in inailo del castellan de Mus, scrisse che più presto P era contento Lecho fusse de spagnoli che P andasse in mano del ditto castellano ; di che sdegnato el castellano nofi ha voluto prohibir el soccorso. Et più esso signor Duca dice, che domiuo Antonio da Castello, tanto homo da bene el generoso, ha hauto in gola; sichè concludendo, il Duca voi più presto Lecho sia di spagnoli che el si dagi a la liga ; si che se defcndc et se spende tanto per chi usa questi termini. Item, manda la copia de le lettere scritte per esso Pro-veditor a domino Antonio da Castello, la qual dice cussi : Magnifico cavaliero. Ancor che per el signor Cesare Fregoso mandato heri de li per el signor Gubernalor et me harete 263* già potuto intender qual sia la nostra mente cerca el procieder de la impresa o al retirarve, tamen, havendo veduto per lettere del mio secretano de li quanto mi richiedete di haver licentia, poi che già è retirata P artellaria, io vi risponderò per le presente el medesimo che a boca dovete haver dal dillo signor Cesare inteso, la mente et del signor Gubcrnator et mia esser, el cussi vi dicemo, che hessendo vui sul fatto dove che potete comprender quello si puoi far o di bene o di male, lassamo el carico a vui de torvela a vostro beneplacito, sicome meglio cognoscerele ricercar el bisogno et securtà de quelle gente et arlellarie. Tuttavia, in questo caso di levarve, vi ricordo habiate a partirve cum satisfateli più potete di quel castellano de Mus, mostrando che eri venuto per farli spalle et aiutarlo a ottener quella impresa, cum quelle altre bone parole vi pareno etc. Et questo per bon rispetto. Sichè iterum vi dico, vedendo vui che non si poi far altra operalion bona, debiale venimmo destramente cum bel modo, havendo P ochio a la securtà de le genie el arlellarie come vi ho detto meritando, ben perhò vui laude de le fatiche et fidelissime operalion vostre. Che ’) signor Dio vi acompagni. A dì 22 Dezntibrio 1527. A (ergo : Al mollo magnifico cavalier et colo-nello domino Antonio da Castello, dove el sia. Item, esso Proveditor scrive, come POrator nostro da Lodi scrive la meule di la excellentia del Duca esser che più presto Lecho sii di spagnoli, che vadi in mano del castellano de Mus. Item, esso Proveditor scrive come, post scripta si ha hauto aviso che Antonio da Leva è ussilo de Milan. Ha mandato spie per intender la verità ; et del succeso avisarà. A dì 27, fo San Zuane. El grandissimo fango, el Collegio reduto, non si volse dar audientia ad alcuno. Da Bologna, del procurato^ Pexaro, di 24. Come se aspectava li lanzinech, et che monsignor di Lutrech dovea consultar il zorno sequenle quid agendum, o andar avanti overo venir a la impresa de Milan ; el qual pareva fosse d’opinion andar per la via di Komagna per far divertir li inimici. Item, si aspectava li oratori fiorentini et il prothonotario di Gambara, che vien da Orvieto. Item, che Lorenzo Toscan havia ditto conoscer la natura del Papa, el saria ben Lutrech li scrivesse gaiardamente ; et cussi Lutrech voi scriverli. Item, el Cardinal I!e-dolphi è andato dal Papa. Da Cassan, del proveditor Moro, di 24. Come havia hauto risposta di domino Antonio da Castello di sodo Lecho a quanto li scrisse. El scrive lui voi prosequir l’impresa, ma bisogna molte cose ; et ancora sono sotto Lecho, ma pesando la impresa crede se retirerà, perché la impresa saria longa et con grandissima spesa ; et scrive haver haulo 4000 ducati ma ne bisogna assai più per pagar le zelile, qual pagatesi farà una impresa degna; et spera dar una oplima nova quanto nova si babbi hauta già molli giorni. Da Todi, di sier Gabriel Venier orator apresso el Duca, di 24. Coloqui bauli col Du-cha, qual voria non si perdesse tempo, el si facesse qualcossa, et si andasse a luor Milan. però che '1 Duca ha ceda pratica dentro ut in Htteris. Da Bavella, di sier Alvise Foscari proveditor, di 21 Come heri malina gionse de li el reverendissimo Cardinal Trani. Li andò conira per un miglio; alozò in San Vidal dove disnoe ; era con 14 cavalchalure. Et poi la sera esso Proveditor ritornoe a visitarlo, el qual disse esser ubligato al publico et al privalo, et che in vita soa non pensa poter mai satisfar a tanto obligo. Questa malina è partito per tempo per Rimano, nè ha voluto esso Proveditor P acompagni, perchè ’1 desidera andar presto et esser de li primi cardinali che vadi a basar li piedi al Papa.