255 MDXXVII, OTTOBRE. 256 Adì 29. La matina. Tutta la notte piovete el zorno fo bon tempo. Del Procurator Pexaro, da Piasenza, fo lettere di 26. Come monsignor di Lutrech atendeva a expedir fanti pagandoli fino di notte facendo la mostra, per mandarli di qua di Po; el bavia ¡illeso il perder di Biagrassa. Si doleva molto de le poche provision si feva in mantenir i lochi acquistali etc. Vene in Collegio monsignor di Baius orator di Pranza, et parlò zercha la proposta fata beri per Zuan Joachin venuto in Collegio per nome di Lu-Irecb per il pagar la Signoria li lanzinech, et disse certo parer suo, videlicet........ Vene l’orator di Milan »»licitando la risposta zercha il far di fanti per il Duca, come expose Domenico Sauli eie. Il Serenissimo li disse si vederla ; questo Stalo ha tanto da far. Di sier Domenego Venier, da Verona. Beri in Collegio fo letto una lettera in che scrive il suo venir lì, et esser fuzito di Mantoa. 164 Da poi disnar, fo Conseio di X con la Zonta. Di sier Domenego Contar ini provedi tor generai, da Caxirà, di 26, hore 4. Come non sono mossi hozi de lì per esser restali molli fanti pagali da driedo, acciò zonzino lì al campo, che ’I viazo è un poco longo, sono mia 7 lontun di Biagrassa. Diman do hore avanti (dì) è slà terminato mandar una balaia di fanti con il signor conte di Caiazo a Bia-grasso a protestarli si rondino, perché aspctando il campo vengi, non li torano più a pati, et è sta ordina, prendendoli, siano tulli apicali per esser tulli lì dentro fanti italiani. Kui inarchicremo etiam n dì... a quella volla. Scrive, fino sopra le porle di Milan li noslri cavalli lizieri corsi, beri si prose uno capo di cavalli lizieri di spagnoli, qual fu preso per Zorzi Grimani capo di slratioli, si pensa haver da lui taia scudi 10Q0, el qual dice che l’era ussilo di Milan per venir in campo con tre altri. Et per una lettera particulardi sier Hironiino Coniarmi qu. sier Anzolo, par che ’1 dillo capo prexon bavia uno per di calze in piedi di valuta di 33 scudi. Etiam il conte di Caiazo ha preso hozi cerli ialiti di inimici. Da Crema, del Podestà et capitario, di 27, hore 5 e mega. Di novo, bora è gionlo il mio cava-laro partite questa malina da lo excrcilo nostro et conle Piero Navaro quali erano a Caxirà, et dicevano volersi levar et andar a Biagrasso, dove nou li era che pochi fanti, li altri erano mirali in Milan. Si reputava certo che si renderiano quelli è in Abbia. , Monsignor di Lutrech è a Piasenza, al qual ho mandalo barilli 200 polvere grandi, et ballote da 50, 400. El caslelaho di Mus é sollo Leco con speranza di haverlo. 11 signor duca di Milano mi disse, che ’1 sperava certo che ’1 duca di Ferrara si acordaria con la liga, et che lo liaveva per acordato ; al qual efleclo lì andava. Li oratori erano apresso dillo Lutrech, et Sua Excellenlia fece eleclion del conte Maximian Stampa et l’ha mandato a Ferrara. È da saper. Sier Gasparo Contarmi destinato 164* oralor a Ferrara, zonlo a Cliioza, hessendo venuto lettere a la Signoria del procurator Pexaro da Piasenza che monsignor di Lutrech mandava a la Si- , gnoria nostra domino Zuan Joachin, el qual insieme con il noslro andaria a Ferrara, unde per Collegio con li Cai di X li fo scritto beri non si partisse da Chioza fino non zonzeva dillo Zuan Joachin, et insieme andariano di longo ; et cussi reslele. El qual Zuan Joachin partì questa matina eie. In questo Conseio di X con la Zonta, fono su cose di la terra,che non fo ditto alcuna cosa. Solum, preseno una parto mollo slreta di le nave andavano con formenli sora vento, ut in proclama da esser fato a Rialto el a San Marco. Item, fu preso, a requisition di sier Benelo Vi-turi qu. sier Alvise el sier Francesco Balbi qu. sier Piero piezi di Francesco Alvise dal Loco, qual è falito e andà a Ferara, el loro fo relenuti et posti in prexon, hanno pagato parte a li Provedilori di Comune et voleno dar il resto. Hor dillo Francesco Alvise scrive, havendo uno salvo condullo che ’1 veria in questa terra, sì che li piezi haveria poco danno. Unde fu preso nel Conseio di X di farli salvocon-dullo per uno mese. A dì 30. La mattina. Fo lettere da Piasenza, 155 del procurator Pexaro, di 27. Come monsignor di Lulrecb havia scrillo al conte Piero Navaro che, expedita la cosa di Biagrasso debbi, con quelli fanti P ha, debbi ritornar passar Po el venir da lui. Scrive, esser ledere di Parma di quel zorno, acusa haver di Roma di 7 zorni, come l’acordo era seguito, et il Papa in libertà, il castello el il palazo libero. Ta-rnen colui scrive, dice non la crede. Veneno l’oralor di Milan el quel Domenego Sauli in Collegio per haver risposta, ai qual il Serenissimo li disse non erano per far per boni re-spedi. Vene monsignor di Baius, et parloe co» li Cai di X in materia del duca di Ferrara. Di sier Domenego Contariniproveditor te■